Ripensare la realtà: la Fase 2 della galleria Lia Rumma di Napoli e Milano
Lia Rumma ci racconta la sua Fase 2. La gallerista che vanta due sedi a Napoli e a Milano ci invita a ripensare passato e presente per progettare il domani
Come affrontare la Fase 2? È un tema che si stanno ponendo anche le gallerie d’arte. E per affrontarlo è necessario non solo dotarsi degli importantissimi sistemi di sicurezza, ma anche riprogettare la contemporaneità e le istanze del sistema dell’arte. Artribune ha realizzato una lunga inchiesta che ha coinvolto in prima battuta e poi nel tempo tantissimi protagonisti del sistema dell’arte. Oggi ci risponde la voce illustrissima di Lia Rumma…
Naturalmente questo è un momento estremamente difficile a livello umano e sociale, ma concentrandoci esclusivamente sugli aspetti professionali, quali sono attualmente i rischi e le preoccupazioni per una attività imprenditoriale come quella di una galleria?
In questo momento la gran parte delle attività imprenditoriali, gallerie comprese, sta attraversando un periodo di tensione: siamo preoccupati per le ricadute che questo arresto totale avrà nell’immediato futuro e in quello a lungo termine.
Ciò che preoccupa maggiormente è il grado d’incertezza che questa situazione porta con sé: abbiamo vissuto e stiamo vivendo un momento senza precedenti che comporterà conseguenze difficilmente prevedibili e rispetto alle quali si dovrà fare del proprio meglio per essere reattivi. Detto ciò, siamo convinti che il mondo continuerà ad andare avanti, a fare progressi: verranno attivate nuove modalità di interazione sociale e commerciale, nuovi canali di comunicazione.
State lavorando con la vendita a distanza?
Ancor prima del lockdown, abbiamo attivato canali di vendita in remoto. La tecnologia offre oggi immense possibilità che ci consentono di rimanere in contatto con i nostri collezionisti e condividere con loro il lavoro dei nostri artisti al di là delle distanze geografiche.
Che tipo di iniziative, anche culturali, state portando avanti per il vostro pubblico e con che obiettivi?
Stiamo portando avanti diverse iniziative attraverso il profilo Instagram e il sito web della galleria. Abbiamo condiviso diverse immagini della mostra di Luca Monterastelli, inaugurata nella galleria di Napoli ma chiusa anticipatamente a causa dell’emergenza sanitaria. Si tratta di una mostra che presenta un legame profondo con la città che la ospita: la storia di Napoli, il suo immaginario hanno costituito un fondamentale punto di partenza per la riflessione, in termini scultorei, dell’artista. Inoltre, a partire dal 5 maggio e fino al 31, abbiamo deciso di condividere gratuitamente e in anteprima mondiale sul nostro sito web l’ultima opera video di William Kentridge“Waiting for the Sibyl”, insieme a una preview della mostra dell’artista che inaugurerà nella nostra galleria di Milano. Crediamo che la figura mitologica della Sibilla sia oggi più che mai attuale: una sacerdotessa in grado profetizzare il futuro, il cui dono è destinato ad essere frustrato dalle intemperie naturali che confondono e disperdono i suoi vaticini, affidati ad effimere foglie di quercia. Non è forse un corrispettivo dell’impotenza dell’uomo di fronte a forze maggiori e imprevedibili?
Fase 2: cosa vi aspettate per il futuro del sistema dell’arte? Siete pronti a riaprire?
In questi giorni, stiamo predisponendo il necessario per la riapertura, nella consapevolezza però che la salute e la sicurezza debbano essere la priorità. Per questo, per quanto ci sia una grande voglia di ripartire, non saremo avventati ma faremo il possibile per riaprire in maniera graduale e tutelata. E lo stesso dovrà fare l’intero sistema dell’arte.
L’intera stagione fieristica del primo semestre di quest’anno è saltata, con probabili ripercussioni anche sulla seconda parte dell’anno: pensi che le viewing room e le manifestazioni virtuali possano essere un buon compromesso?
Le viewing room sono un buon compromesso sia per le gallerie sia per i collezionisti, soprattutto in un momento così impegnativo come quello attuale in cui gli eventi, per cause di forza maggiore, possono svolgersi solo virtualmente.
D’altra parte, però, ritengo non possano andare a sostituirsi alle fiere fisiche: le opere così come i rapporti umani necessitano di un contatto diretto e personale. Il fascino di un dipinto, la plasticità di una scultura non possono essere colte attraverso uno schermo: se le mostrassi sul mio smartphone una immagine della Pietà di Michelangelo, sarebbe paragonabile all’esperienza diretta dell’opera?
Come cambierà a vostro parere il sistema dell’arte in seguito a questa emergenza? Quali strategie secondo voi si possono attivare per fare fronte comune?
Prima di pensare al futuro, ai cambiamenti che ci attendono e alle strategie da adottare, dovremmo riflettere su quali sono le fondamenta su cui stiamo elaborando queste strategie. È necessario, a mio parere, confrontarsi concretamente con il passato e con il presente, interrogare quei valori economici, sanitari, sociali e culturali su cui abbiamo impostato la nostra contemporaneità perché è solo ripensando la realtà di oggi che potremo costruire un futuro valido domani.
-Santa Nastro
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