Innesti creativi per una nuova quotidianità. La call di IN Residence e say hi to_
Designer professionisti ed “entusiasti” sono invitati a riflettere sugli oggetti di casa, quelli che usiamo tutti i giorni e quelli che hanno un valore affettivo, e a combinarli tra loro per dare vita a nuovi oggetti-chimera ispirandosi ad alcune proposte d’autore. C’è tempo fino al 17 giugno.
Pratica ben nota agli agronomi e utilizzata fin dall’antichità, l’innesto ‒ grafting in inglese ‒ consiste nell’inserimento in una pianta di una porzione di un’altra pianta, anche di specie diversa, allo scopo di migliorarne la qualità o di ringiovanirla. Un’operazione della stessa natura, basata sull’ibridazione tra due o più oggetti esistenti, viene richiesta dall’associazione culturale torinese IN Residence ‒ Design Dialogues e dalla community internazionale di creativi say hi to_ ai partecipanti al loro progetto Graft. Attraverso una call in scadenza il 17 giugno, le due realtà chiedono a designer professionisti o appassionati (“design enthusiast”, nel testo della chiamata alle armi) di guardare gli oggetti familiari con occhi nuovi e di combinarne due o più tra loro per dare vita a nuovi oggetti che sappiano rispondere ai bisogni inediti di una quotidianità mutata. L’obiettivo è la creazione di artefatti che traggano la loro identità “da una rassegnazione degli specifici caratteri di valore, di forma, di funzione, di significato” degli elementi originari, e che offrano prestazioni aggiornate ai tempi che stiamo vivendo.
RISPOSTE IRONICHE A BISOGNI “DA QUARANTENA”
A tracciare la via, e a fungere da fonte di ispirazione per i partecipanti, i contributi, già pubblicati o in via di pubblicazione, di progettisti affermati come Martino Gamper, Roberto Sironi, Studio Nucleo, Sophie Rowley, Jorge Penadés, Kwangho Lee, Wendy Andreu e Zaven. La designer neozelandese ‒ ma europea d’adozione, diplomata a Central Saint Martins e di stanza a Berlino ‒ Sophie Rowley porta avanti da anni una ricerca su materiali innovativi e sostenibili. Il suo progetto forse più noto, Bahia Denim, raggiunge un esito simile, dal punto di vista estetico, al granito (nella variante brasiliana Azul Bahia) a partire da scarti di produzione del tessuto di cui sono fatti i jeans. Per Graft propone l’innesto di due lamette da barba su un comune pettine, ironica ‒ e sostenibile, poiché non prevede il consumo di energia ‒ soluzione a uno dei problemi più pressanti che abbiamo incontrato durante il lockdown, la chiusura dei parrucchieri.
Il designer spagnolo Jorge Penadés, che alterna pezzi-scultura da collezione in edizione limitata e colorati progetti di interior, ha preso una sedia-icona di Konstantin Grcic e le ha regalato una seconda funzione domestica trasformandola, sempre con una buona dose di ironia, in un prosaico quanto pratico stendibiancheria da quarantena.
COME PARTECIPARE AL PROGETTO
Il progetto deve essere pubblicato su Instagram, in un unico post, accompagnato da tag e hashtag specifici: @inresidence, @sayhito_ e #GraftDesign. C’è anche un format preciso: servono un titolo, un testo breve in inglese che ne illustri le intenzioni e lo spirito, due immagini su fondo bianco dell’oggetto risultante ed eventualmente altre immagini (per esempio schizzi o collage). Le migliori idee, ricevute entro il 17 giugno, saranno rilanciate attraverso i canali dei due promotori dell’iniziativa.
‒ Giulia Marani
http://sayhito-mag.com/
www.instagram.com/sayhito_/
https://inresidence-design.com/
www.instagram.com/inresidence/
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