Angelo Bellobono – Pian delle balze mi attende a Mezzanotte (primavere d’inverno)

Informazioni Evento

Luogo
CASA SPONGE
Via Mezzanotte 84 , Pergola,
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

su appuntamento

Vernissage
07/06/2020

ore 12

Artisti
Angelo Bellobono
Curatori
Milena Becci
Generi
arte contemporanea, personale

Il progetto prosegue lo studio sul paesaggio circostante iniziato nel 2018 ed è la restituzione dell’omonima residenza svoltasi a Gennaio 2020.

Comunicato stampa

Domenica 7 Giugno alle ore 12.00 a Casa Sponge si inaugura la personale di Angelo Bellobono: “Pian delle balze mi attende a Mezzanotte (primavere d'inverno)”. Il progetto prosegue lo studio sul paesaggio circostante iniziato nel 2018 ed è la restituzione dell'omonima residenza svoltasi a Gennaio 2020.
Mi ritrovo nel mio studio romano a ripensare alle giornate trascorse nelle Marche, a Casa Sponge. - scrive Angelo Belllobono nel ricordo consegnato ad Artribune - È straniante ritornare in quelli che sono stati i luoghi che hanno accolto le mie estati di bambino e che mi hanno fatto scoprire la montagna. Giornate che hanno accarezzato la mia esistenza. Dipingere dal pianerottolo della casa della famiglia di mia madre, come se gli occhi fossero i suoi, guardare lontano e scrutare l’Appennino. Gli strati d’aria e luce si sovrappongono e mescolano, impastano l’erba e la terra dei campi e restituiscono mille tonalità d’ocra, verde e marrone. Azzurri lievi disegnano i profili di colli e montagne gentili e poi, un po’ sopra il resto, il Catria e l’Acuto si mostrano per più di quanto sono, in una veste invernale incerta, evanescente. Allora la pittura cerca gli strati del tempo, la terra sotto e la terra sopra, i passi coperti e scoperti. Cerca il magma che risale e fissa le forme per qualche milione di anni per poi sgretolarle, per non abituare nulla alla certezza. Ecco che inverno e primavera si abbracciano e confondono gli occhi e i sensi di chi ci sta in mezzo. La pittura rallenta, osserva, elabora e un mondo si compie, si cancella, stratifica. Il corpo si muove ed è mosso, si carica e scarica, sa che lui non sarà per sempre. Sarà sempre un inizio di giovani a tempo e vecchi eterni, sarà sempre un tempo di giorni che si accendono e spengono e passi, primavere, inverni, estati e autunni, rumori e silenzi e un po’ di pittura che si asciugherà evaporando in altre luci. L’Italia è una grande ed unica provincia in cui germogliano e respirano scrigni di pura bellezza, non nostalgici, ma attivatori di modelli semplicemente perfetti. Non bisogna vivere con sensi di inferiorità scimmiottando un altrove che non appartiene ai suoi luoghi. […] “
La mostra a cura di Milena Becci è visitabile su appuntamento fino a domenica 6 settembre 2020 (339 4918011 [email protected]).
Biografia

Angelo Bellobono è un artista e un allenatore di sci. “Dipingo per tornare a casa. La pittura è la mia mappa fatta di sudore, vento, freddo, sole, salite e discese, è la costruzione del sentiero.” Bellobono è vissuto tra le montagne di mezzo mondo, a New York e Roma. Attraverso il suo lavoro Bellobono dipinge atmosfere e storie sospese, che indagano il rapporto tra antropologia, geologia, identità, confine e territorio ridisegnando costantemente il paesaggio naturale e sociale. Sperimenta costantemente un senso di appartenenza “corporale” ai luoghi, esperienza necessaria a leggere le sedimentazioni e le memorie del paesaggio. Negli anni le sue professioni di artista e sportivo professionista si sono fuse insieme. Il ghiaccio e le montagne, in particolare le catene montuose del Mediterraneo, sono elementi frequenti nel suo lavoro; ghiaccio che rappresenta l’archivio di memoria del pianeta e le montagne immaginate come cerniere e non barriere, ponti tra culture e paesi. Considera il Mar Mediterraneo un “Lago di montagna”. Insieme alla sua ricerca pittorica Bellobono ha realizzato diversi progetti interdisciplinari in cui arte, sport e biosostenibilità diventano strumenti di connettività sociale e sviluppo microeconomico, come nel caso di Atla(s)now con le comunità Amazigh dell’Alto Atlante marocchino, o Before me and after my time con i Ramapough Lenape i nativi americani di New York e Io sono Futuro nelle aree appenniniche colpite dal sisma. Nell’estate del 2018, per il progetto Linea Appennino 1201, ha attraversato tutto l’Appennino dalla Calabria alla Liguria per raccogliere la terra di ogni vetta poi utilizzata nei suoi dipinti. Ha partecipato alla XV Quadriennale di Roma, alla IV e V Biennale di Marrakech. Ha esposto in spazi pubblici e privati come l’American University’s Katzen Art Center di Washington, AlbumArte Roma, Spazio Mars di Milano, Fondazione Volume di Roma, Museo di arte moderna del Cairo e quello di Nuova Delhi, Museo Macro di Roma, Multicultural art center Melbourne, Museo Ciac di Genazzano, Palazzo Re Enzo di Bologna, The Othersize Gallery di Milano, Galleria Wunderkammern di Roma, Galleria Changing Role di Napoli, Envoy Gallery di New York, Frank Pages di Ginevra, Biasa ArtSpace di Bali. E’ stato invitato nel 2019 al Grand tour d’Italie del Mibact, ha vinto il bando Cultura e Arte dalla Fondazione Roma nel 2019, il Premio Celeste per la pittura nel 2005 e quello Artslant per il disegno nel 2009. È stato finalista del Premio Lissone, del Premio Combat e del Premio Portali dello Scompiglio. Nel 2010 è stato invitato ai Martedì critici e nel 2015 al Tedx-Roma. Nel corso degli anni è stato invitato in varie residenze come Bocs Cosenza, Landina Cars Omegna, Casa Sponge Pergola, Fondazione Lac O Le Mon San Cesario di Lecce. Il suo lavoro è presente in numerose collezioni pubbliche e private.