“Saremo in pochi”: riparte l’attività di Viafarini a Milano. Tra studio visit e arte emergente
Ricominciano anche le attività di promozione dell’arte emergente organizzate dall’associazione culturale milanese. Gli studio visit si svolgeranno in piccoli gruppi e saranno anche trasmessi in streaming sul canale digitale per ampliare il bacino di pubblico.
Doveva intitolarsi “SaXremo in tanti” l’appuntamento organizzato da Viafarini che avrebbe dovuto svolgersi a febbraio 2020, a ridosso proprio del Festival di Sanremo. E invece così non è stato: il Covid-19 ha costretto a posticipare ogni attività di vari mesi cambiandone anche le modalità di partecipazione. Ecco che l’evento si chiama ora Saremo in pochi. Previsto per il 10 giugno dalle 10 alle 20, cambierà la quantità di pubblico rispetto a quanto previsto inizialmente, ma non di certo lo spirito e le finalità. La giornata si svolge, infatti, nelle sedi di VIR Viafarini-in-residence di via Carlo Farini 35 e all’Archivio Viafarini presso la Fabbrica del Vapore di via Procaccini 4, con una serie di visite agli studi organizzate in piccoli gruppi e guidate dagli stessi artisti. Saremo in pochi vede anche la partecipazione di Studiosenzatitolo, la piattaforma di affiancamento per artisti che seguirà le visite rendendone disponibile la fruizione online – grazie alla nuova sezione studiovisit. – offrendo in questo modo una vetrina più ampia.
LA STORIA DI VIAFARINI E CAREOF
Viafarini è nata nel 1991 come associazione culturale sul modello europeo delle Kunstverein, ovvero un luogo di produzione di idee e di opere, una project room in cui avvengono scambi tra artisti e professionisti del settore. Nel tempo ha supportato e lanciato numerosi artisti italiani oggi noti anche all’estero, collaborando con altrettanti artisti stranieri. All’interno della sua storia quasi trentennale, tra momenti più importanti si annovera l’inizio della collaborazione, nel 1994, con Careof, all’epoca unico altro spazio non-profit nell’area milanese. Nel 2008 Viafarini insieme a Careof è tra i vincitori del concorso internazionale indetto dal Comune di Milano Settore Giovani per l’assegnazione di spazi presso la Fabbrica del Vapore, che vengono usati dalle due associazioni per aprirvi una nuova sede e inaugurare l’archivio DOCVA Documentation Center for Visual Arts. Nello stesso anno, presso la storica sede in via Farini 35, ha inizio VIR Viafarini-in-residence, un programma che permette ad artisti e curatori di trascorrere un periodo di ricerca a Milano usufruendo di studi condivisi.
VIAFARINI: IL COWORKING ALLA FABBRICA DEL VAPORE
L’ultimo grande passo è stato compiuto nel 2017, in occasione della vincita del nuovo bando Spazi al Talento che permette di riformulare la disposizione degli spazi della Fabbrica del Vapore: Careof ha concentrato le proprie attività al piano terra, mentre Viafarini ha occupato con le sue attività gli 840 mq al primo piano, dove ha unito le potenzialità dell’archivio a uno spazio di coworking creativo con professionisti dell’architettura, grafica, fotografia e volontariato. Il risultato è quello di assistere la produzione di progetti creativi e innovativi, che intreccino diversi campi del sapere grazie a questa opportunità di coworking. Questo è accaduto, ad esempio, con GreenGuests, dello studio di progettazione urbana SDARCH Associati, una stanza verde mirata all’approfondimento dello studio del biophilic design. Contestualmente, è iniziata anche la collaborazione con Artepassante, un contenitore di progetti ed eventi dislocati in varie zone di Milano che toccano i campi di teatro, musica, arte e terapia, progetti sociali. “Vorremmo che emergesse la natura relazionale dell’Archivio come incubatore per l’innovazione sociale per ribadire il ruolo dell’artista come ricercatore nella società”, spiega ad Artribune Giulio Verago, organizzazione e curatore programma residenza. “Viafarini vanta relazioni con artisti di diverse generazioni, insegnanti, scuole e Accademie, sistema di gallerie e musei, e anche grazie al suo impegno sin dagli Anni ‘90 a favore della mobilità artistica si rivolge a un pubblico trasversale e internazionale. Ci siamo impegnati a portare gli artisti e le loro ricerche in contesti diversi dai meri spazi espositivi, e viceversa a includere professionisti di vari campi nel discorso artistico. Creiamo valore come incubatore per la social innovation e favoriamo scambi come spazio di coworking. Attraverso la progressiva trasformazione degli spazi in luoghi di produzione condivisa sperimentiamo la formazione della nuova generazione di futuri professionisti e un passaggio di competenze intergenerazionale e interdisciplinare”.
-Giulia Ronchi
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