Peppino, da pescatore trabuccolante a dio del mare. In una gigantografia sul Gargano

Ecco come il pescatore Peppino è diventato il dio del mare per il progetto (autofinanziato) Pantheon. La storia di un murale e di una comunità raccontata dal fotografo e street artist Alessandro Tricarico.

Alessandro Tricarico (Gargano, 1986) nasce fotogiornalista. Gradualmente però si rende conto che il suo lavoro pubblicato su alcuni quotidiani, “incide su persone già sensibilizzate a determinate tematiche”. Così cerca un modo per raggiungere il maggior numero di persone: ispirato dalle monumentali opere dello street artist JR, ha iniziato tre anni fa ad affiggere le sue fotografie per le  strade riscoprendo “una capacità di comunicazione potentissima che riesce ad arrivare a chiunque, anche a chi volta lo sguardo”. La tecnica è sempre la stessa: individua il luogo e il muro su cui agire,  studia la forma e lo spazio della superficie, pensa alla storia che vuole raccontare. Una volta che ha scelto l’immagine, la stampa in più pezzi che vanno a comporre una gigantografia di grande effetto (sotto, una galleria di immagini dei lavori precedenti), incollata su tutto il muro. Tricarico, durante il lockdown, ha avvertito un’ulteriore necessità: quella di sviluppare una narrazione capace di rimettere al centro gli uomini e le particolarità insite nei territori in cui abitano. Luoghi spesso dimenticati, soprattutto sul Gargano, zona affascinante e ricchissima in cui, però, i percorsi battuti sono sempre e solo quelli turistici. Così è nato Pantheon, un progetto a tappe che di volta in volta racconterà la storia sacra degli abitanti e dei luoghi del Gargano. Il primo ‘tempio’ è già stato inaugurato sul Lago di Varano, un grande specchio d’acqua che si estende per oltre dieci chilometri, separato dal mare solo da una sottilissima striscia di terra. In questa bellezza naturale sorge l’opera dedicata al dio del mare.

credits Alessandro Tricarico

credits Alessandro Tricarico

PANTHEON DEL GARGANO – PEPPINO IL DIO DEL MARE

Il Gargano è un luogo sacro, ricco di riti pagani e divinità che nel tempo sono state sostituite con culti cristiani, come quello di San Michele, ad esempio. Per ‘rimettere l’uomo al centro’, ho pensato di raffigurare queste divinità con i volti di persone realmente esistenti”, spiega Alessandro Tricarico, raggiunto da Artribune. “Peppino è un pescatore di Peschici. Si prestava tantissimo a questo immaginario, così l’ho fotografato”. Nell’opera affissa sul Lago di Varano, infatti, il protagonista è questo pescatore trabuccolante (il trabucco è un antichissimo strumento da pesca diffuso lungo tutta la costa, da Vieste a Peschici). Il suo volto occupa l’intera superficie del muro: rigogliosa barba bianca, sguardo basso, pelle bruciata da una vita di esposizione al sole e al vento. Tricarico l’ha trasformato in un moderno Poseidone. “Peppino è stato felicissimo! È stata la prima persona a vedere l’opera finita. È un pescatore dai modi scontrosi, rudi. Una persona dolcissima, che però non lascia mai trasparire le proprie emozioni. Quando ha visto il risultato finale aveva un sorriso che spuntava fuori dalla barba e che mi ha ripagato di tutta la fatica della giornata”. Pantheon è un progetto che proseguirà nei mesi a venire, su autofinanziamento del fotografo. Per questo è impossibile prevederne le prossime date. Quel che è certo, però, è che alla realizzazione di ogni opera deve seguire una “santificazione del tempio”, che consiste in una piccola inaugurazione dove la comunità condivide un momento attorno ad esso con una chiacchierata, una birra, un momento per stare insieme. “Un tempio senza persone resta solo un luogo. Ci vogliono delle persone a santificarlo, a renderlo vivo”, ricorda Tricarico.

Come andare a visitare il primo tempio del Pantheon? Basta seguire le indicazioni di Google Maps, al link: https://goo.gl/maps/XLYHrKTqqMr5zmk36.

-Giulia Ronchi

https://www.alessandrotricarico.com/

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

Scopri di più