MilanoPride 2020 lancia su Instagram LGBT+ Icons: da Michelangelo a David Bowie storie e curiosità

In assenza della tradizionale parata di giugno, quest’anno MilanoPride celebra l’orgoglio LGBT+ con tanti contenuti in rete e sui social. Da non perdere è il progetto Instagram LGBT+ Icons: un post al giorno per raccontare la vicenda umana e artistica di tanti personaggi dal passato.

Purtroppo, a causa dell’emergenza dovuta al COVID-19 e alle norme di distanziamento sociale che ci impongono un grande senso di responsabilità, quest’anno non sarà possibile realizzare un Milano Pride uguale a come tutti noi lo ricordiamo. Il momento storico che stiamo vivendo impone a tutte le realtà che compongono il tessuto sociale del nostro paese di farsi carico – per quanto possibile – delle sfide per la ricostruzione con uno sguardo al futuro”, comunica MilanoPride. Così l’edizione 2020 del Pride si svolgerà in modo diverso, senza la tradizionale sfilata di fine giugno; saltano anche i tanti eventi che ogni anno tingono per tutto il mese il quartiere di Porta Venezia di arcobaleno. “We can’t do a parade. But it’s still a celebration”, come viene ricordato sulla pagina Instagram @milanopride: e allora via a un calendario di contenuti virtuali e in sicurezza che si concluderà con un grande evento sabato 27 giugno, per andare alla scoperta di personaggi, voci e storie che sono stati fondamentali – e continuano ancora ad esserlo – per la liberazione e i diritti di LGBTQ.

https://www.instagram.com/p/CBcvhW5oOK2/

MILANOPRIDE 2020: LGBT+ ICONS

Tra le iniziative da non perdere c’è LGBT+ Icons, trasmesso sulla pagina Instagram @milanopride con un post al giorno: un progetto, illustrato e curato da Mana Project Studio, che racconta 40 figure iconiche che hanno contribuito ad affermare l’immaginario LGBT+. A volte con grande coscienza attivista e politica, altre agendo in forma ante litteram. Il primo personaggio ad essere presentato, infatti, è Michelangelo Buonarroti (1475 – 1564), che coltivò un’unione ultra trentennale anni con Tommaso de’ Cavalieri, incontrato nel 1532. Quest’ultimo amò così tanto il maestro da vegliarlo e assisterlo fino alla sua morte. All’interno delle Rime michelangiolesche diversi sonetti sono dedicati all’amore per il giovane romano. Facendo un salto in avanti, nella Broadway di inizio ‘900, troviamo l’attore americano Julian Eltinge, che cantava, danzava e sfoggiava abiti femminili, per poi togliersi la parrucca a fine show rivelando la propria identità. Mentre solitamente gli spettacoli di “female impersonation” dell’epoca erano satirico-grotteschi, Eltinge sfoggiava una femminilità spettacolare e priva di cliché. Non manca la conosciutissima Frida Kahlo, artista fortemente anticonvenzionale, che ebbe una relazione con Chavela Vargas, costaricana e affermata negli anni 60’ in un genere musicale maschile, la musica ranchera. Scandaloso e affascinante, viene ricordato anche il lavoro di Robert Mapplethorpe che, sollecitato dall’eco della cultura pop newyorkese, diede vita a raffigurazioni sfrenate e appassionate del corpo umano, trasgressivo e scultoreo, con aperti riferimenti all’omosessualità. Tanti anche i personaggi dello spettacolo, come David Bowie, Elton John, Cher, Cyndi Lauper fino a Raffaella Carrà, diventata nel tempo un’icona gay. Tutte storie da scoprire su @milanopride.

– Giulia Ronchi

https://www.instagram.com/milanopride/ 
http://www.milanopride.it/it/

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Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

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