Cinque modi in cui George Orwell ha influenzato la cultura visiva (e non solo) del XX secolo

Il 25 giugno 1903 nasceva lo scrittore inglese. Un modello tematico e ideologico imprescindibile per l’immaginario a venire, soprattutto quello pop

Eric Arthur Blair voleva diventare famoso, ma non pensava che il nome della sua modesta famiglia di funzionari inglesi lo avrebbe portato tanto lontano. Per questo aveva un cospicuo numero di alias, con cui scriveva a giornali e riviste in cerca di quel successo. Uno di questi è diventato più famoso degli altri: George OrwellLucidamente critico nei confronti della dittatura comunista dopo la drammatica esperienza nella guerra civile spagnola, l’autore nativo di Motihari (India) riassumeva così la propria visione politica: “Ogni riga di ogni lavoro serio che ho scritto dal 1936 a questa parte è stata scritta, direttamente o indirettamente, contro il totalitarismo e a favore del socialismo democratico”. L’ideologia distopica della Fattoria degli animali e ancora di più di 1984– maturata dall’esempio del capostipite russo Noi di Evhenij Zamjatin e da Brave New World del maestro di Eton Aldous Huxley– non ha soltanto portato a popolarissimi adattamenti cinematografici e teatrali, ma ha lasciato un segno indelebile su lingua, arte e pubblicità, e in generale tutta la cultura pop.

Giulia Giaume

L’AGGETTIVO ORWELLIANO

Quando un autore diventa un termine di uso comune, qualcosa di buono deve averlo pur fatto. Nel vocabolario inglese, e di conseguenza in quello italiano, è entrato in vigore l’aggettivo “orwelliano”, da intendersi con qualcosa che richiami alla mente l’universo distopico creato da Blair con La Fattoria degli animali prima e 1984 poi. Le sue critiche, che in un’epoca post-totalitaria risuonano con immediata chiarezza, non furono facilmente accettate. Per paura di rovinare i rapporti post-bellici con l’URSS, quattro editori si erano rifiutati di pubblicare La fattoria degli animali, quello stesso romanzo che il suo autore definiva il suo primo tentativo riuscito di “fondere scopo politico e scopo artistico in un tutt’uno”.

1984 IN DAVID BOWIE, GLI EURYTHMICS E I MUSE

L’album Diamond Dogs del 1974 del leggendario cantautore inglese nasce dall’incontro tra 1984 e la visione di Bowie di un mondo post-apocalittico glam. Cinque delle canzoni contenute nel disco erano ispirate al romanzo: We Are the Dead, Rock ‘n’ Roll With Me, Sweet Thing, 1984e Big Brother. Bowie stava progettando un adattamento teatrale dell’opera, ma la vedova di Orwell Sonia Brownell gli aveva negato i diritti. Gli Eurythmicsfecero poi uscire nel 1984 un album chiamato “1984 (For the Love of Big Brother)”, parte della colonna sonora dell’adattamento cinematografico. Si ispirarono ai temi orwelliani anche i Coldplay nella loro Spies, i Rage Against The Machine in Testify e i Muse nell’intero album The Resistance, inclusi alcuni passaggi originali del libro. 

QUELLA STORICA PUBBLICITÀ’ DELLA APPLE

Proprio nel gennaio 1984 Apple ha mandato in onda durante il Super Bowl una pubblicità con lo stesso nome del romanzo di Orwell. Fiumi di persone che camminano nelle gallerie di una città del futuro per assistere a un messaggio del Grande Fratello: restano inebetiti davanti allo schermo, quando una giovane donna (con una canottiera recante il disegno di un computer) irrompe e distrugge lo schermo con un martello. La Apple promette: “Con il lancio del Macintosh, vedrete perché il 1984 non sarà come il romanzo”. L’allusione al conformismo? Alcuni ci vedono un riferimento all’imperante IBM. Costata 900mila dollari per un minuto di video, la pubblicità è stata diretta da Ridley Scott, già regista di Alien e Blade Runner, e oggi compare in cima alla lista dei 50 annunci migliori di sempre di Advertising Age. 

VIDEOGIOCHI POST-APOCALITTICI COME FALLOUT E BIOSHOCK

Ken Levine, creatore del famosissimo gioco in prima persona BioShock, ha detto che 1984 è stata una delle principali fonti di influenza per la sua visione. Le sue “sorelline” sono un riferimento diretto al Grande Fratello, e sono presenti graffiti nel gioco che recano la scritta “La grande sorella ti guarda”. Nel videogioco post-apocalittico in stile anni ’50 Fallout 3 il luogo di origine del protagonista, il Vault 101, reca molti riferimenti all’opera di Orwell. Dal culto della personalità del capo alla corruzione e la brutalità della polizia, passando per il nome stesso del caveau antiatomico ispirato alla stanza delle torture del romanzo. E dire che lo stesso Orwell l’aveva tratto da un ufficio all’interno del palazzo della BBC a Londra dove aveva lavorato durante la Seconda guerra mondiale. “L’atmosfera (della BBC) è a metà tra un collegio femminile e un sanatorio per pazzi, tutto quello che facciamo è inutile, o peggio”: aveva descritto così i due anni lavoro dentro la macchina propagandistica dell’istituzione inglese. 

LA FATTORIA DEGLI ANIMALI E I PINK FLOYD


L’album del 1977 Animals del gruppo britannico è ispirato al primo bestseller di Orwell, ma ribaltandone la prospettiva: la categorizzazione delle persone in maiali, cani e pecore e la foto della centrale di Battersea sulla copertina (presente nel primo adattamento cinematografico) servono per capovolgere quell’eccesso di comunismo teorizzato nel libro in un eccesso di capitalismo della società moderna. Riferimenti al volume del 1945 sono presenti anche nella discografia dei Radiohead, di Bob Dylan e dei R.E.M. 

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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