Paolo Cervi Kervischer – Love or Fear? What do you feel?
In un momento di carestia sensoriale e di evitamento fobico, la pittura di Paolo Cervi Kervischer porta con sé riflessioni sguardi, apparizioni, battiti ed esistenze.
Comunicato stampa
In un momento di carestia sensoriale e di evitamento fobico, la pittura di Paolo Cervi Kervischer porta con sé riflessioni sguardi, apparizioni, battiti ed esistenze. Corpi neri e figure colorate diventano simboli delle diverse dimensioni dell'essere. Pittura come pretesto e come luogo di insistenza dell'esperienza esistenziale, come resistenza, come limite, come tempio.
L'arte di Paolo Cervi Kervischer “vive di turbamento, e i suoi grandi ritratti inquietano. Inquietano nella loro riproposta di quella che è la sua poetica da sempre: nello sdoppiamento di questi dittici ogni volta si è di fronte allo spazio oscuro in cui si annida la ragione della sua esistenza o la prova della sua completa assurdità.”
I giorni sono stati lenti, spesso colmi di nulla se non di attesa e di incertezza. Di perdita dell'interazione, dell'intimità e del contatto con l'altro. Quel contatto di cui l'essere umano, nella sua forma espressiva più alta, l'amore, ha bisogno. Amore che si nutre di pelle, di corpo, di condivisione. Lo spettro della pandemia e del contagio, in modo drammaticamente - e democraticamente - più evidente, ha diffuso al contrario diffidenza e controllo, allontanando l'essere umano dalla sua essenza allo stesso tempo più elevata e più animale: la reciprocità e il contatto fisico. Ancor più che alla diffusione di una malattia, abbiamo assistito al dilagare dello sconforto. Di ansia che diventa fobia, e di paura che diventa angoscia.
Paolo Cervi Kervischer ci racconta un viaggio dell'anima fatto di ombre che si trasformano in colore, di gioie che possono diventare abbandono. Di impossibilità e promesse che vengono sostituite a parole, di emozioni che sono costantemente in cerca di armonia ed equilibrio.