Matera2019 un anno dopo e post Covid. Ecco come (e se) la Capitale Europea ha lasciato il segno

È tempo di bilanci per Matera che ragiona sul lascito del 2019, dopo i risultati raggiunti con Matera Capitale Europea della Cultura. Quale futuro? E quanto ancora è necessario predisporre per consolidare gli obiettivi conseguiti e la crescita locale?

La città dei Sassi, con il suo definitivo percorso di affrancamento da un passato etichettato come vergogna nazionale, dopo il tramonto del 2019 su Matera Capitale Europea della Cultura e con un lockdown alle spalle, si concentra ora sui bilanci. Partendo dai numeri che parlano di oltre mille eventi organizzati dalla Fondazione Matera Basilicata 2019 in città e in tutta la regione e con un ragguardevole incremento, superiore al 40%, delle presenze straniere. Dati che obbligano a riflettere sulla direzione in cui capitalizzare le esperienze realizzate nei settori coinvolti e sugli strumenti utili a impedire che tale credito si dissolva o si stemperi in una progressiva rarefazione delle iniziative e dei soggetti. Ragionamento obbligatorio per immaginare il futuro e la crescita di Matera, soprattutto dopo che la pandemia ha messo a dura prova le attività performative, inducendo a riformulare le modalità di accesso dei cittadini e di fruizione dei luoghi e dei contenuti della cultura.

Sassi di Matera

Sassi di Matera

MATERA2019: LA DIREZIONE A ROSSELLA TARANTINO

Un passo obbligato, ricorda Rossella Tarantino (già manager Sviluppo e Relazioni della Fondazione, artefice della candidatura di Matera a Capitale Europea della Cultura per il 2019, e da poco direttrice generale della Fondazione ad interim al posto di Paolo Verri): “Nello statuto della Fondazione è previsto un triennio di consolidamento dei risultati raggiunti e pertanto stiamo completando il lavoro di monitoraggio e valutazione. Prima abbiamo cominciato un percorso on line per riconnetterci al mondo evitando l’esercizio solipsistico di valutazione, come spesso accade, e favorendo, al contrario, la condivisione dei dati con tutti gli operatori locali e internazionali. Di conseguenza, abbiamo rilanciato il portale dell’Open Data non solo per mettere a disposizione i dati ma per raccontarli con uno storytelling realizzato da data journalist”. Un altro fronte oggetto di analisi è quello relativo al tema della co-creazione, anche in considerazione del fatto che oltre l’80% degli eventi sono stati prodotti in loco per Matera Capitale 2019 grazie a Open Design School,un pilastro del programma che si è occupato, tra l’altro, di realizzare materialmente le strutture necessarie all’attuazione di ogni singolo progetto, in piena sintonia con i rispettivi curatori.  Per il suo futuro, Rita Orlando – architetta e project manager di Open Design School – ha in programma:“Laboratori aperti alla comunità e, da settembre, la scuola di architettura per bambini provando a ragionare, anche con i piccoli, sul tema dello spazio pubblico, su come si affronta e sul significato di accessibilità per un bambino. In questo momento è fondamentale capire come riposizionarsi dopo l’anno eccezionale e dopo gli obiettivi raggiunti che devono condurci alla costruzione di nuovi scenari per il futuro. Il post Matera 2019 è stato funestato dal lockdown ma, malgrado la difficile situazione, si sta procedendo alla chiusura dei report su quanto fatto nei vari ambiti, per esempio le produzioni, l’impatto sul pubblico, le trasformazioni degli spazi urbani. I report saranno lanciati a breve fino a settembre per ragionare sulle nuove modalità di spettacolo dal vivo con contributi interdisciplinari e con il coinvolgimento di molti artisti, sperimentandole anche su diversi tipi di luoghi, su piccoli centri, su aree marginali, su spazi chiusi e spazi aperti. L’obiettivo è quello di creare un manuale per le nuove modalità performative basato sullo studio dei comportamenti e sulla prossemica”.

Matera, la Cavalleria Rusticana nel Sasso Caveoso foto Matera 2019​

Matera, la Cavalleria Rusticana nel Sasso Caveoso foto Matera 2019​

MATERA 2019: LE INIZIATIVE DELOCALIZZATE E IL CINEMA

Dati incoraggianti giungono anche da una disamina delle iniziative delocalizzate nelle aree interne. “Grazie a eventi come Gardentopia”, continua Rossella Tarantino, “abbiamo sperimentato che luoghi  remoti e emarginati sono  per gli artisti una fonte inesauribile di opportunità. Si capovolgono le prospettive perché gli artisti trovano qui le condizioni ideali per lavorare con le comunità e per fruire di un paesaggio ancora in parte preservato. In questa direzione siamo interessati a collaborare con altri territori e abbiamo in programma un grande festival della co-creazione in cui, inglobando anche la recente esperienza della pandemia, assumiamo il limite come opportunità creativa. Continueremo a raccontare questo e altro ancora e soprattutto un’Europa vista dal Sud, attraverso Materadio che rinnova la collaudata collaborazione con Radio 3”.  Tra le iniziative messe in campo per la riapertura delle attività, merita una segnalazione La Festa della Musica,sostenuta dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e dall’Associazione italiana per la promozione della festa della musica. Per l’occasione,Fondazione Matera Basilicata 2019 ha scelto di tenere i concerti negli ospedali e nei centri RSA, destinando l’evento alle fasce più colpite dall’emergenza Coronavirus, i malati, gli anziani e gli operatori sanitari.  Buone notizie anche per la Matera ormai avvezza ai grandi set che incassa la convenzione per l’insediamento, nella città dei Sassi, della sede distaccata del Centro sperimentale di cinematografia (Csc) di Roma. Sarà ospitata nell’ex sede dell’Unibas, in Via Lazazzera, dove si terranno corsi di alta formazione specialistica in regia-filmaking e recitazione, curati dai direttori artistici, Daniele Luchetti e Giancarlo Giannini, a partire da settembre 2021, e con la previsione di licenziare i primi diplomati nel 2024. Si tratta di un lavoro di squadra anche tra varie istituzioni locali, il Comune che provvederà al restauro e alle spese di start up delle attività del primo anno, la Regione Basilicata ai costi di funzionamento e dell’attività didattica del Centro.

Sassi di Matera

Sassi di Matera

FONDAZIONE SOUTHERITAGE: LA NUOVA SEDE

La Fondazione SoutHeritage che ha firmato, con Padiglioni Invisibili, uno dei più interessanti progetti di Matera 2019 – Capitale Europea della Cultura, aggiunge all’attuale la nuova sede a“Le Monacelle”, complesso architettonico del XV secolo situato nel cuore dei Sassi. Come afferma Angelo Bianco, direttore dei programmi culturali e istituzionali della fondazione SoutHeritage: “Questo nuovo padiglione sarà un nuovo luogo per lo sviluppo di idee inedite, una nuova sfida in un nuovo contesto. Una sorta di rampa di lancio malgrado le urgenze eccezionali e inaspettate del momento che stiamo vivendo, per aggiornare ciò che è stato fatto finora e consolidare ciò che faremo, poiché un’istituzione non è impostata solo nel momento della sua fondazione ma ha bisogno di passare attraverso nuove fasi istituenti, di verificare la propria mission, le proprie modalità di lavoro, la propria stessa esistenza, regolarmente nel tempo”. La struttura è situata non lontano da Palazzo Viceconte, dove ora è ospitata la Fondazione che peraltro non interrompe la programmazione ma anzi la integra con sei mostre, pensate per la Fase 2 e affidate ad altrettanti artisti: Francesco Balilla Pratella, Henry Flynt, Ghislain Mollet-Viéville, Sergio Racanati, Ben Vautier, Lawrence Weiner. Il titolo Aperto?,corredato da  punto interrogativo, sebbene suggerisca una cauta titubanza indica, comunque, la volontà di ricominciare e una nuova modalità di accesso alle opere visibili solo dalla strada. Infatti, un cancello serrato impedisce l’ingresso ma non la fruizione dei lavori, domiciliati nel vestibolo della cappella gentilizia di Palazzo Viceconte.  Non poteva essere altrimenti, considerato che le opere sono dedicate al concetto di chiusura. Il primo appuntamento è con Henry Flynt (Greensboro USA 1940), artista concettuale di formazione multidisciplinare, musicista d’avanguardia e militante nel gruppo Fluxus. Pensata in situ, la sua installazione, con barre di legno rivestite da scotch bianco e rosso, del tipo in uso nei cantieri, delimita il luogo espositivo e gioca sulla recente condizione d’interdizione degli spazi, compresi quelli dell’arte. Matera, come si evince, continua a lavorare per non dissipare la rendita di posizione guadagnata sul campo e ambisce a restare all’interno di una filiera della produzione culturale di respiro internazionale sforzandosi, in questa fase, di riconoscere ruoli e funzioni a ciascuno dei protagonisti dell’avventura appena trascorsa. Occorrerà, in aggiunta, mettere a fuoco un disegno complessivo per l’immediato futuro, un progetto di sviluppo calibrato sulle nuove urgenze, una strategia di sistema in cui la cultura sia ancora al centro del processo di riconoscibilità dei luoghi, della definizione e dell’evoluzione sociale identitaria, non solo locale ma di un Sud inclusivo e sostenibile. 

-Marilena Di Tursi

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Marilena Di Tursi

Marilena Di Tursi

Marilena Di Tursi, giornalista e critico d'arte del Corriere del Mezzogiorno / Corriere della Sera. Collabora con la rivista Segno arte contemporanea. All'interno del sistema dell'arte contemporanea locale e nazionale ha contribuito alla realizzazione di numerosi eventi espositivi, concentrandosi soprattutto…

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