Walk of Muses #5: Marissa Nadler e The Third Sound
Il nuovo appuntamento con Walk of Muses, presenta il ritratto della songwriter statunitense Marissa Nadler e della band The Third Sound.
Marissa Nadler (Washington, D.C., 1981) è una songwriter statunitense di spicco nel panorama internazionale. Appassionata di arte e musica sin da bambina, figlia di una pittrice, si accosta in giovane età alla chitarra e alla tecnica del fingerpicking, proseguendo gli studi in materie artistiche. Voce cristallina da mezzo soprano e un’attitudine dal sapore antico, confeziona ballate folk dalla vena gotica e sognante, con lo storytelling di una poetessa influenzata da Edgar Allan Poe e dall’età romantica/vittoriana. Leonard Cohen, Patti Smith, Robbie Basho e Joni Mitchell tra le sue influenze. Con molti album all’attivo e l’entrata nella famiglia di due importanti etichette discografiche, Sacred Bones (tra i vari nomi di spicco Zola Jesus), e Bella Union, numerose sono le collaborazioni con artisti e produttori internazionali di rilievo. Tra questi, John Cale, fondatore insieme a Lou Reed di The Velvet Underground, storica band lanciata dalla Factory del genio della Pop Art Andy Warhol.
La tua definizione di arte.
Questa è una domanda a cui è piuttosto impossibile rispondere. Io credo che arte sia ciò che risuona davvero in me, sotto qualsiasi forma di espressione, in grado di rilasciare un’emozione o di avere un impatto emotivo sullo spettatore / ascoltatore.
La tua definizione di musica.
La musica ricade per me sotto la definizione di arte. Penso sia tutto lo stesso, tutto collegato. Sono i modi che l’umanità ha creato per esprimere ciò che le parole non possono. Ecco perché è impossibile esprimere a parole ciò che può essere definito solamente in loro assenza.
Ti definisci una “artista”?
Faccio cose. Scrivo canzoni, animo video, disegno, dipingo, scolpisco. Credo di sì. Cerco di definirmi nient’altro che una gran lavoratrice.
L’opera di arte visiva che più ami.
La fotografia di Francesca Woodman per qualche motivo è stata la prima cosa che mi è venuta in mente. Potrei elencare molte cose qui, in un dato giorno. Adoro Egon Schiele, Giacometti, Chagall, Jenny Saville, Kandinsky, Turner, Wyeth e molti altri. Dipende solo dall’umore che ho. Apprezzo qualsiasi cosa con un’anima.
https://www.marissanadler.com/
THE THIRD SOUND
The Third Sound nasce nel 2010 come progetto solista dark psichedelico del musicista islandese Hákon Aðalsteinsson, ex membro della band Singapore Sling, con un primo album registrato a Roma prima del trasferimento a Berlino, dove il progetto diventa una band. L’album di debutto esce con l’etichetta A Recording Ltd. del musicista fondatore della neopsichedelia Anton Newcombe, che invita The Third Sound ad aprire il tour europeo del 2012 della sua band, Brian Jonestown Massacre. Hákon si unisce nuovamente a loro alla chitarra nel tour del 2018 e continua la collaborazione con Newcombe suonando anche per il progetto con la songwriter Tess Parks. Progetti paralleli di Hákon sono Gunman & The Holy Ghost, dalle sonorità folk-country, e Diagram, più elettronico. L’attuale formazione della band comprende Hákon Aðalsteinsson (voce/chitarra), che è anche il portavoce di questo ritratto, Robin Hughes (chitarra), Antonio D’Orazio (basso), Fred Von Sunesen (batteria).
La tua definizione di arte.
Una forma di espressione umana che ti tocca profondamente in qualche modo. Che si tratti di provocazione o stimolo a livello emotivo, di qualcosa che ti disgusta o di pura bellezza, che tu lo riesca a comprendere o no. L’arte cambia il tuo stato d’animo e/o la tua prospettiva.
La tua definizione di musica.
La musica è arte attraverso il suono. Per me personalmente si tratta di una forte connessione emotiva che determina il tipo di musica in cui mi addentro. Tendo ad amare la semplicità, la musica che suona senza sforzo e in qualche modo naturale. Questo è anche il modo in cui mi avvicino alla mia musica.
Ti definisci un “artista”?
Considero ciò che faccio come arte, ma se sono un artista non è qualcosa a cui in realtà penso molto, e forse nemmeno qualcosa che pratico per poterlo dire. Faccio ciò che faccio perché devo, suppongo sia qualcosa che vuole uscire dal mio subconscio.
L’opera di arte visiva che più ami.
Per prima cosa ho pensato di menzionare Dario Argento, di cui mi sono innamorato circa 15 anni fa quando vivevo in Italia. Ci sono così tante scene visive splendide in molti dei suoi film. Ma poiché questa intervista è destinata a un pubblico italiano, voglio attirare l’attenzione sull’artista islandese Alfreð Flóki e sui suoi incredibili disegni macabri. Sono da incubo, surreali e meravigliosi.
https://www.facebook.com/thethirdsoundband/
‒ Samantha Stella
LE PUNTATE PRECEDENTI
Walk of Muses #1 – Hugo Race e New Candys
Walk of Muses #2 ‒ Jozef Van Wissem e The Underground Youth
Walk of Muses #3 ‒ The Winstons e Tess Parks
Walk of Muses #4: Scott Gibbons e freddie Murphy
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati