Mito e storia
Mostra collettiva che indaga l’arte “di narrazione”, a cura di Heart – pulsazioni culturali.
Comunicato stampa
Un dialogo tra due temi iconografici, quello del mito e della storia, attraverso lo sguardo di diciannove artisti distanti per età, ricerca e formazione, il tutto in un percorso eterogeneo e dinamico, volto a mettere a confronto mondi, società, visioni, poetiche e linguaggi profondamente diversi. Dopo la pausa forzata dovuta all’emergenza sanitaria per il Covid-19, l’Antico Granaio di Villa Greppi di Monticello Brianza ospita Mito e storia, mostra collettiva che dal 10 luglio al 2 agosto 2020 indaga l’arte legata al racconto storico, letterario e mitologico.
Un’esposizione che vede il Consorzio Brianteo Villa Greppi affiancare l’associazione Heart – pulsazioni culturali e Ponte43 e che rientra nel più ampio progetto I temi dell’arte, che in questi mesi sta proponendo sul territorio diverse esposizioni con l’intento di riflettere sulla presenza, nel contemporaneo, dei grandi generi artistici della tradizione, dall’arte sacra al paesaggio, dal ritratto alla natura morte. Un progetto, ancora, curato sempre da Heart – pulsazioni culturali e che ha nella lettura iconografica delle opere d’arte il suo tratto distintivo.
«Siamo felici di ospitare questa mostra all’interno dell’Antico Granaio di Villa Greppi – commenta la Presidente del Consorzio Marta Comi – e di arricchire ulteriormente la nostra programmazione dedicata all’arte. Accanto alla terza edizione delle Residenze d’artista, inaugurata proprio questo mese, e ai numerosi appuntamenti a cura della consulente per le arti visive Simona Bartolena, accogliamo, ora, una selezione di opere di artisti contemporanei, rendendo Villa Greppi sempre più un punto di riferimento sul territorio per l’arte».
A fare da fil rouge nella mostra allestita a Villa Greppi è, in particolare, il concetto di arte “di narrazione”, ossia un’arte legata a un racconto storico, letterario o mitologico. Due temi iconografici differenti, il mito e la storia, ma accomunati, questa l’idea che sta dietro al percorso espositivo, da un forte potenziale narrativo e dall’appartenenza alla tradizione più accademica, quella dell’arte “ufficiale”.
«La storia – spiega, infatti, la curatrice Simona Bartolena – ha senza dubbio un ruolo di primo piano, data la sua presenza, in varie forme, anche nell’attualità, soprattutto nella forma di impegno politico e denuncia sociale. Più sottile e tortuoso il filo che lega l’arte contemporanea al mito, tema complesso, che apre profonde riflessioni in altri ambiti (quali quello psicanalitico, ad esempio). La mostra avvicina questi due mondi distanti, che possono presentare (e hanno storicamente spesso presentato) motivi di contatto ma che possono anche dirigersi verso istanze profondamente differenti: da una parte la riflessione filosofica e della rivisitazione del tema mitologico, dall’altra – conclude la storica dell’arte – lo sguardo critico e l’urlo di denuncia espressi dal soggetto storico».
Diciannove, come detto, gli artisti contemporanei coinvolti in questa esposizione: un dialogo tra esperienze e forme espressive diverse e che avrà per protagonisti, nel dettaglio, Sergio Battarola, Mauro Benatti, Walmer Bordon, Ermenegildo Brambilla, Simone Casetta, Giorgio Celiberti, Qiuchi Chen, Angelo Colagrossi, Giulio Crisanti, Augusto Gerli, Mauro Magni, Silvia Manazza, Max Papeschi, Ferdinando Scianna, Giangiacomo Spadari, Max Squillace, Nanni Valentini e Marta Vezzoli.