Walk of Muses #6: Andrea Liberovici e Squadra Omega
Il nuovo appuntamento con “Walk of Muses” presenta il ritratto del compositore italiano Andrea Liberovici e del collettivo italiano Squadra Omega.
Andrea Liberovici (Torino, 1962), è un compositore transdisciplinare, ovvero compositore, autore e regista delle sue opere. Cresciuto in un fertile ambiente familiare dedito alla musica, ha studiato composizione, violino e viola, recitazione e canto. Fondamentale è stato l’incontro nel 1996 con il poeta e drammaturgo Edoardo Sanguineti (librettista del compositore dell’avanguardia europea Luciano Berio), con cui ha fondato la compagnia di teatro musicale teatrodelsuono, sperimentazione tra musica, poesia, scena e tecnologie per l‘elaborazione del suono e dell’immagine. Ha presentato le sue creazioni su palchi internazionali e collaborato tra gli altri con Peter Greenaway, Yuri Bashmet, Judith Malina, Vittorio Gassman, Claudia Cardinale.
La tua definizione di arte.
Arte è qualsiasi oggetto di qualsiasi natura, ove si possa pensare che, alla sua origine, siano state poste due domande, “perché” e “per chi”? L’arte è il mezzo più diretto per interagire con l’immaginario, mettendo in moto un processo creativo, spesso latente, nel suo fruitore. L’artista è quindi un costruttore di ponti che il suo interlocutore, che mi piacerebbe chiamare partner, può decidere o meno di attraversare.
La tua definizione di musica.
Scrivere con il suono è uno dei veicoli più rapidi per dialogare con le immagini del nostro inconscio creandole e risvegliandole. In quanto rappresentazioni esigono interlocutori e quindi dialogo. Dialogo vitale visto che sono ormai quasi 60 anni che il nostro immaginario si nutre, prevalentemente, delle più varie declinazioni delle meravigliose Campbell’s Soup con conseguente indigestione e gigantesca dissenteria culturale. L’era delle immagini sospese nei loculi portatili dei social e nei mercatini dell’ego mi sembra vicino al suo apice e quindi di fronte a un precipizio. Mi auguro una nuova era del suono e dell’ascolto come nutrimento dinamico e non passivo. Il suono è in divenire.
Ti definisci un “artista”?
“Non costruire sul buon tempo passato ma sul cattivo tempo presente”, diceva B. Brecht. L’artista è colui che sta nel tempo presente interrogandosi dialetticamente e creativamente con esso. Questo è il suo lavoro costante che poco ha a che vedere con la rappresentazione del suo ombelico. Quindi la mia risposta è: sì, faccio l’artista in modo laico e non romantico così come c’è chi fa il dentista, il barista ecc.
L’opera di arte visiva che più ami.
Ho scelto l’opera di assemblaggio L’enigma di Isidore Ducasse di Man Ray (1920, l’originale è andato perso, la versione rifatta nel 1972 è alla Tate Gallery, Londra). Una macchina per cucire avvolta in una coperta e impacchettata da una corda, che ci impedisce di vedere l’immagine dell’oggetto in essa custodito. Sintesi perfetta di una immagine pronta per l’archivio.
PAROLA A SQUADRA OMEGA
Squadra Omega è un collettivo italiano nato in Veneto nel 2008 che, dedito all’improvvisazione, mischia rock psichedelico acido, free jazz, avanguardia, krautrock, elettronica. Con un immaginario esoterico-fantascientifico, il lavoro si muove attorno al nucleo principale dei due membri, Matt Bordin, portavoce di questo ritratto, musicista, compositore e produttore, ex voce e chitarra dei Mojomatics, duo garage folk rock (2003-14), fondato con il batterista Davide Zolli, e Andrea Giotto, ex chitarrista dei With Love, band noise-punk (1996-2006), fondata con il musicista e performer Nico Vascellari.
Il collettivo suonerà alla Triennale di Milano il prossimo 21 luglio in questa timida ripresa di concerti dal vivo in Italia.
La tua definizione di arte.
Ogni epoca storica ha avuto una sua definizione di arte, ora nella nostra epoca post-postmoderna è più complesso che mai trovare una comune definizione di ciò che dovrebbe generare un senso sufficientemente omogeneo e condiviso da rendere un’opera definibile arte. Possiamo comunque dire che personalmente siamo molto attratti da tutto ciò che è in qualche modo “visionario”.
La tua definizione di musica.
Qualsiasi cosa che generi un’onda che si propaga nel tempo e nello spazio è musica, dai suoni organici della natura a quelli artificiali prodotti dall’uomo. Continuamente attorno a noi esistono sinfonie che non sono prodotte dai consueti strumenti musicali. E inoltre, come ci ha insegnato John Cage, anche il silenzio è musica.
Ti definisci un “artista”?
Ormai la definizione di artista è legata indissolubilmente al mercato, noi abbiamo un’idea più romantica. In ogni caso non ci definiamo artisti, al massimo artigiani.
L’opera di arte visiva che più ami.
Senza nominare un artista rinomato (ce ne sarebbero troppi) scegliamo questa Apocalisse di Flavio Bordin (olio su tela, 2003) ‒ del quale abbiamo usato un altro quadro per la copertina del nostro disco Altri occhi ci guardano ‒, che ha appunto quel senso di visionarietà che citavamo prima.
‒ Samantha Stella
https://www.facebook.com/squadraomegaband/
LE PUNTATE PRECEDENTI
Walk of Muses #1: Hugo Race e New Candys
Walk of Muses #2: Jozef Van Wissem e The Underground Youth
Walk of Muses #3: The Winstons e Tess Parks
Walk of Muses #4: Scott Gibbons e freddie Murphy
Walk of Muses #5: Marissa Nadler e The Third Sound
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