Artribune Podcast: parola all’artista Letizia Cariello
Continuano i Monologhi al Telefono di Donatella Giordano. Letizia Cariello analizza i temi portanti della sua produzione artistica, basati sulla percezione del tempo, sui sul senso di isolamento e sulla condizione di “deità”.
Lo scorrere inesorabile del tempo, il senso di isolamento, di separazione, di oppressione e la relazione con l’altro. Questi sono i punti di partenza della ricerca che porta avanti da diversi anni Letizia Cariello (Copparo, 1965), tematiche che oggi appaiono ancora più attuali. Nel suo lavoro l’artista affronta la relazione fra spazio interiore e mondo esterno, esplorando diverse pratiche e media come il disegno, l’installazione, la fotografia, la scultura, il video e la performance. Nel tentativo di intercettare la consistenza materiale del tempo, le sue opere ricostruiscono connessioni e relazioni collocandosi nella dimensione del sonno e del sogno.
Ascolta “Letizia Cariello – Monologhi al Telefono a cura di Donatella Giordano” su Spreaker.
IL TEMPO, LA MENTE E L’ANIMA
Nel suo monologo al telefono l’artista riconosce come dei dati di fatto alcune dimensioni personali che hanno sempre caratterizzato la sua identità: il tempo, ad esempio, entra in relazione con un dialogo interiore, delineando un percorso verso la mente e l’anima. Una relazione, questa, che l’artista ha sempre cercato. Ricordando per un attimo alcune opere da lei realizzate qualche anno fa, individua un’intuizione che oggi appare come una rivelazione. Io, Caterina, ad esempio, era un’unità abitativa per l’isolamento domestico ispirata alla storia di Caterina da Siena, esposta nel 2001 presso il Centro Arte Contemporanea Palazzo delle Papesse di Siena. O ancora l’installazione a Viafarini dal titolo Non respirare, Respira, un ritmo che suona come un aut aut: restare sul bordo senza immergersi nelle proprie paure o andare in fondo alle esperienze. L’artista invita pertanto l’ascoltatore a coltivare, in questo stato, una condizione di “deità”, l’unica in grado di rivelarci la nostra essenza come “esseri veramente, semplicemente speciali in qualsiasi cosa, in qualsiasi modo”.
– Donatella Giordano
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