Homemade. Il video della mostra di Magazzino Italian Art
Otto artisti italiani che vivono a New York presentano le opere realizzate durante il lockdown. Fino al 7 settembre negli spazi di Magazzino Italian Art, il museo creato dai collezionisti Giorgio Spanu e Nancy Olnick nella Hudson Valley. Ecco un video tour della mostra
Quando il lockdown ha costretto tutti in casa e privato gli artisti di spazi espositivi e di lavoro, a Magazzino Italian Art, il museo dedicato all’arte italiana creato dai collezionisti Giorgio Spanu e Nancy Olnick nella Hudson Valley, hanno iniziato a chiedersi cosa fare per supportare la produzione artistica in un momento così complesso. È nato così Homemade, un progetto che ha coinvolto otto artisti italiani di base a New York che nelle settimane di quarantena sono stati invitati (e supportati economicamente) a realizzare un lavoro che scaturisse direttamente dal drammatico momento che il mondo stava vivendo. Il progetto, inizialmente concepito come parte dei contenuti digitali della piattaforma Magazzino da Casa, è ora diventato una mostra (aperta fino al 7 settembre 2020) che segna la riapertura al pubblico dell’istituzione culturale e che è la prima ad essere ospitata in un reinventato spazio dedicato alle mostre speciali. Curata dal direttore di Magazzino, Vittorio Calabrese e da Chiara Mannarino, la mostra raccoglie lavori di Alessandro Teoldi, Andrea Mastrovito, Beatrice Scaccia, Danilo Correale, Davide Balliano, Francesco Simeti, Luisa Rabbia e Maria D. Rapicavoli.
SCOPERTE DOMESTICHE
Le circa 30 opere esposte includono lavori realizzati per Homemade e altri scelti dai curatori per tracciare un filo di connessione con la pratica degli artisti coinvolti. La mostra riesce così a offrire uno sguardo unico, collettivo e individuale al tempo stesso, su un momento storico, vissuto da ogni artista in maniera personale e diversa. Nel corso dei due mesi del progetto, dal primo aprile al 30 maggio, gli artisti sono stati coinvolti in incontri virtuali durante i quali si sono confrontati tra loro e con i curatori, scambiandosi opinioni, impressioni e sensazioni sul momento e innescando un singolare e innovativo processo di creazione condivisa. Le opere realizzate durante il periodo di isolamento mostrano una ricerca di nuovi linguaggi, un bisogno di sperimentare nuovi materiali e metodologie: dalla dimensione privata e domestica di un processo creativo che non poteva che svilupparsi tra le mura di casa è affiorata una libertà espressiva che ha portato molti degli artisti coinvolti a uscire dalla propria zona di comfort artistico e ad addentrarsi in territori nuovi.
– Maurita Cardone
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