Reportage artistico e culturale da Vietnam e Cambogia
Realizzato prima del lockdown, questo reportage da Vietnam e Cambogia vuole essere di buon auspicio per quando torneremo a viaggiare rispettando le nuove regole dettate dall’emergenza sanitaria. Il racconto in prima persona è di Mary Angela Schroth, direttrice di Sala 1, centro internazionale d’arte contemporanea di Roma che dal 2000 organizza viaggi culturali per collezionisti, artisti e addetti ai lavori.
Sala 1 a Roma non è solo una galleria contemporanea internazionale che si inserisce nel contesto pionieristico per la scelta dei suoi progetti artistici (spesso presentati per la prima volta in Italia), ma dal 2000 concepisce viaggi culturali inusuali per portare collezionisti, artisti, architetti e critici in luoghi importanti per il loro contesto storico e culturale e anche per rintracciare nuove tendenze dell’arte contemporanea. Iniziando con un viaggio a Bilbao nel 1999, l’amica Maria Pertosa e io abbiamo lanciato un tour per vedere il grande progetto del Guggenheim di Frank Gehry così come studi d’artista, musei e gallerie locali e raggiungere altre mete nelle vicinanze, come le sculture di Eduardo Chillida e l’architettura di Rafael Moneo a San Sebastian. In seguito, ho accompagnato gruppi in tutto il mondo, soprattutto nei Paesi del sud per vedere biennali e fiere d’arte, spesso incontrando artisti che, in seguito, hanno fatto la storia contemporanea. Per esempio, Huang Rui, fondatore del gruppo “Stelle” e ideatore del grande progetto 798 a Pechino, Leon Ferrari (prima di vincere il Leone d’Oro di Venezia nel 2007) e lo studio di Malick Sidibè a Bamako, anche lui premiato in seguito a Venezia.
Nel 2020 toccava a Vietnam e Cambogia, due destinazioni atipiche per l’arte contemporanea; infatti è stata necessaria una grande ricerca per fissare gli appuntamenti, dato che non ci sono molte informazioni reperibili sulla ricerca artistica locale, ma allo stesso tempo si tratta di due Paesi che rientrano nell’elenco dei desiderata per i viaggiatori di oggi. Nonostante la diffusione del virus COVID-19 nella vicina Cina, il gruppo ha deciso di intraprendere il viaggio lo scorso febbraio.
HANOI, CAPITALE MILLENARIA DEL VIETNAM
La città è molto cambiata dalla fine della guerra del Vietnam, e negli ultimi dieci anni ha goduto di un boom economico senza precedenti. Migliaia di motori al posto delle biciclette, espansione urbana e grattacieli, ristoranti sofisticati e superbi alberghi. Le “36 Strade” del Vecchio Quartiere sono ancora oggi il cuore della città, con i suoi piccoli negozi, locali animati e straordinario cibo di strada ‒ quest’ultimo è uno dei buoni motivi per visitare il Paese.
Il nostro gruppo è stato accolto per un aperitivo dall’ambasciatore Antonio Alessandro e da sua moglie Paola Belfiore nella loro residenza, dove una mostra collettiva di artisti italiani (curata da Massimo Scaringella) adornava le sale. L’ambasciatore ha fornito un’interessante introduzione al Paese, suggerendo altre destinazioni per l’arte contemporanea. Una di queste è stata il Vincom Center for Contemporary Art, un nuovo spazio espositivo su larga scala per l’arte vietnamita all’avanguardia, situato in un mega centro commerciale di lusso nel nord della città. La mostra Toa Folliage III, curata da Misuki Endo, ha incluso video, sculture e installazioni di artisti come Nguyen Dinh Phuong, Nguyen Van Du, Nguyen Van Duy, Phan Anh. Sicuramente il progetto artistico più impressionante del nostro itinerario. Da non perdere il Museo Nazionale di Belle Arti (Bao Tang My Thuat), con una collezione di sculture e manufatti del XVII secolo e di dipinti modernisti del XX secolo. Tra gli artisti-run space ci sono DOCLAB (dedicato a film sperimentali e video e fondato da Nguyàn Trinh Thi) e Nha San Studio, co-fondato da Linh Phuong Nguyen che ha curato una serie di performance ed esposto in tutto il mondo, oltre ad assistere Danh Vo nel suo lavoro internazionale. Da vedere Manzi, uno spazio e residenza degli artisti con uno dei caffè più cool di Hanoi; come gli spazi precedenti, è dedicato agli artisti contemporanei ed emergenti del Vietnam e alla loro promozione. Opere in vendita a partire da 25 dollari, con una media di 4000 dollari.
Vale la pena visitare il Museo dell’Etnografia e il Tempio della Letteratura e fare una breve sosta all’Istitut français, che ospita anche artisti contemporanei vietnamiti. Emozionante è stata la visita all’enorme complesso del Mausoleo di Ho Chi Minh.
Nonostante i numerosi luoghi d’arte contemporanea che abbiamo visitato, non è ancora facile vedere opere sperimentali in Vietnam; ogni spazio deve avere un permesso speciale da parte del governo per progetti pubblici e mostre. E il tutto non sempre risulta facile.
BAIA DI HA LONG, DA NANG E HOI AN
Tra le destinazioni “classiche” è inclusa la Baia di Ha Long, che regala una delle viste più spettacolari al mondo. Da non perdere a Da Nang il Museo di Scultura Cham, la più ricca collezione nel mondo dei manufatti Cham; il nuovo Ponte del Drago e anche uno dei mercati più autentici di sempre, dove è possibile scovare jackfruit e durian.
Vicino alla antica città di Hoi An con le sue migliaia di lanterne rosse (e turisti, purtroppo), abbiamo approfittato di un contesto agroturistico nel piccolo villaggio di Tra Que e abbiamo conosciuto il cibo locale unico.
HUE E SAIGON
Abbiamo incontrato Le Brothers (Thanh&Hai) presso la loro New Space Arts Foundation, in un sobborgo verdeggiante di Hue. Sofisticati e molto esperti della scena artistica in Vietnam, i gemelli ci hanno dato numerosi suggerimenti per Saigon, la tappa successiva, Ho Chi Minh City (Saigon). Mentre Hanoi è stata in grado di mantenere la sua eredità coloniale francese e il vecchio quartiere, Saigon è nuova, grande e quasi travolgente. Abbiamo mangiati pasti incredibili in alcuni dei migliori ristoranti in Vietnam, godendo di uno dei più importanti alberghi di lusso nel sud-est asiatico, il Grand Hotel Saigon, con i suoi riferimenti al periodo coloniale documentato in fotografie d’epoca sulle pareti. È stato commovente e tragico vedere il contenuto del Museo dei Residuati Bellici, che documenta le atrocità della guerra da parte degli americani, sia da una prospettiva vietnamita, sia dei soldati e giornalisti statunitensi che volevano raccontare la storia. Sconvolgente la vicenda della deforestazione del Paese con DDT e napalm. Sorprendentemente i vietnamiti nutrono poca rabbia oggi; come la nostra guida ha dichiarato “Questo era allora. Dobbiamo andare avanti“.
Per l’arte contemporanea, Saigon è ricca di contenuti. Siamo rimasti colpiti dalla Craig Thomas Gallery, fondata da un americano dell’Alabama che ha vissuto a Saigon per anni, e che conta su artisti e opere di alto livello, come gli insoliti lavori su carta di Le Tuy. Da tenere a mente il Factory Arts Center e il Salon Saigon, fondati da John Tue Nguyen, entrambi importanti per i creativi vietnamiti emergenti. Questa è solo la punta dell’iceberg, la conoscenza degli artisti contemporanei del Vietnam ha bisogno di tempo e impegno. I risultati valgono la ricerca.
MEKONG DELTA E CAMBOGIA
Viaggiare in barca da Saigon lungo il delta del Mekong ha dato un altro aspetto al nostro viaggio, facendoci concentrare sulla natura, tema ricorrente nell’arte e nella storia del Paese. La capitale Phnom Penh e il superbo Palazzo Imperiale Khmer fanno dimenticare gli orrori dell’epoca di Pol Pot e guardare alla Cambogia di oggi. Siamo rimasti colpiti dallo spazio SaSa Art, dove gli artisti ci hanno regalato una visita speciale e dove abbiamo incontrato Khvay Samnang, forse il più importante giovane artista della Cambogia. Le sue fotografie, ispirate alla performance di danza contemporanea Khmer e alla perdita degli habitat naturali, sono forti e poetiche. È stato invitato alla Helskinki Biennale 2021, con solo 40 artisti internazionali, e ha partecipato a Documenta14.
Arrivati a Siem Reap, abbiamo visitato la OneEleven Gallery gestita da Jessica Lim da Singapore, e abbiamo scoperto una nuova galleria chiamata Batia Sarem, che ha ospitato il talentuoso pittore Theanly Chov. Un’altra sorpresa è stata probabilmente la più bella casa privata e galleria che abbiamo visitato: Thream Gallery, fondata e gestita dall’artista, designer e collezionista Lim Muy Thream con la sua collezione privata di splendidi manufatti Khmer insieme a ceramiche e dipinti contemporanei del Maestro ‒ il tutto nella cornice di un santuario. Questo ci ha preparato per Angkor, una concentrazione di meraviglie architettoniche. Angkor Wat, il più grande edificio religioso al mondo; Bayon, uno dei più bizzarri; Ta Prohm invaso dalla giungla selvaggia – un luogo di pellegrinaggio per i Khmer, normalmente invaso da migliaia di turisti, ma semideserto per via della diffusione del Coronavirus.
‒ Mary Angela Schroth
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