4500 immagini per il Festival della Fotografia Etica di Lodi 2020
La prossima edizione si terrà ad ottobre e durerà cinque settimane. Con un programma molto ambizioso che ragiona, naturalmente, sulle conseguenze della pandemia nel mondo
La fotografia “che cura” e aiuta le persone a razionalizzare cosa è accaduto con la pandemia. Ha un obiettivo molto ambizioso quest’anno il Festival della Fotografia Etica di Lodi che tornerà a ottobre con l’undicesima edizione (che quest’anno durerà per cinque settimane, una in più rispetto agli altri anni). Un evento internazionale che permetterà a un territorio come quello Lodigiano, epicentro dei contagi da coronavirus in Italia, di ripartire dopo mesi difficili e di paura. Per la prima volta il Festival si allargherà alla città di Codogno, luogo simbolo della pandemia, con una mostra speciale dedicata ai giorni difficili del lockdown. Lodi rimarrà comunque il centro della manifestazione organizzata da Alberto Prina insieme ai soci del Gruppo fotografico Progetto Immagine.
FOTOGRAFIA ETICA: IL PROGRAMMA
Un’opportunità incredibile per il Lodigiano che potrebbe approfittare del successo e la partecipazione sempre crescenti del Festival (oltre 17mila biglietti, 90mila le presenze, un vero e proprio boom) per risollevarsi e attirare turisti da tutta Italia e dall’estero. “Il Festival è un’occasione per tutti, una grande vetrina per la città e la provincia”, racconta il fondatore Alberto Prina. “La fotografia è stata determinante per mettere in comunicazione le persone durante le settimane difficili dell’emergenza. In questo momento storico è fondamentale il ruolo dei fotografi: ora più che mai devono raccontare questo periodo per mantenere viva la memoria e fornire uno spunto per rielaborare e razionalizzare quello che è successo. La pandemia ha fatto capire che i problemi di tutto il mondo sono anche i nostri. E niente può unire il mondo più della fotografia con uno sguardo e un abbraccio al mondo“. Una sezione particolare del Festival della Fotografia Etica di Lodi sarà dedicata alla pandemia con le foto del concorso LIFE in the time of Coronavirus. La open call internazionale, promossa dall’associazione Roma Fotografia in collaborazione con TWM Factory, la rivista IL FOTOGRAFO e The Walkman Magazine, si chiuderà il 30 luglio.
FOTOGRAFIA ETICA: 4500 SCATTI
Al momento sono oltre 4.500 le fotografie che gli organizzatori hanno ricevuto da tutto il mondo – Europa, Canada, Brasile, India, Nepal, Pakistan, Cina e Iran, solo per citare alcuni Paesi. Tante le novità in programma per evitare gli assembramenti. La pandemia infatti obbligherà gli organizzatori ad allestire mostre anche all’aperto, valorizzando luoghi di Lodi e provincia che finora non avevano mai fatto parte del circuito delle mostre. La grande sfida del Festival, infatti, quest’anno, sarà soprattutto la gestione spazi ‘nuovi’ come Palazzo San Cristoforo, la sede della Provincia, che metterà a disposizione il chiostro e il giardino. Poi si aggiungeranno le piazze e i parchi, come l’Isola Carolina di Lodi. “La fotografia è lo strumento giusto per guardarsi dentro – conclude Prina -. Uno scatto è in grado di veicolare un messaggio importante per dimostrare che la città di Codogno, dove tutto è iniziato, non è una realtà diversa dal resto d’Italia. Vedo la pandemia come un’occasione per poter fare crescere ancora di più il nostro Festival sia in termini di organizzazione che di qualità”.
–Carlo d’Elia
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati