Dalla mente al mondo. Mario Airò a Torino
Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea presenta, presso la propria sede di Torino, la seconda esposizione dell’artista Mario Airò, “In letizia”, dopo la prima personale tenutasi negli spazi della galleria di Torre Pellice nel 2014.
“Quel che accadde un tempo ai Padri, accade ancora, accade sempre a chiunque che, scrivendo, si ponga non altrettanti fini specifici d’arte pura o di poesia pura, come suol dirsi; bensì unicamente di servire, utilmente servire, umilmente servire, la Verità; anche quella con la ‘v’ minuscola, che potrebbe essere appena una minuscola porzione”.
La definizione di “letizia” – citando sopra gli Scritti d’occasione del teologo e filosofo inglese John Henry Newman – è lo scheletro delle opere di Mario Airò (Pavia, 1961); non in quanto soggetto, ma in quanto pratica quotidiana, paziente e ricercata, attraverso la quale si levigano le idee dalla mente al mondo. Si tratta infatti di sculture e installazioni che hanno richiesto all’artista concentrazione e silenzio; un labor limae nato dall’osservazione lenta e muta dello scorrere del tempo, come il frate “in contemplazione di Dio” o il “monaco buddista in meditazione del vuoto”. Ben si presta all’interpretazione di tale spiritualità, libera e atavica, il segno sull’acqua, simulato o reale: nella scultura Modellare l’acqua, una serie di petali in ceramica bianca sospesi è percorsa da un rivolo d’acqua, raccolto infine in un lavandino; in Reflets dans l’eau, il compensato marino reagisce alla tempera gialla, imitando i ramificati guizzi di luce sull’acqua in movimento. Infine, anche il paesaggio acquatico viene piegato all’esigenza di riflessione oltre il normale orizzonte, coinvolgendo gli stessi osservatori: Dolmen (Lo scoglio di Rapallo dove Ezra guardava lontano) è un frottage plastificato di uno scoglio, montato su una panca di legno su cui è permesso sedersi. Una condivisione sull’orlo degli enti visibili, già d’esempio per approcci futuri.
‒ Federica Maria Giallombardo
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