BAR.co: praticare l’arte dell’otium in una residenza tra i colli marchigiani
In quella che fu la dimora del riposo estivo di artisti e intellettuali dell’epoca rinascimentale, ora viene organizzata una residenza che coinvolge alcuni giovani artisti contemporanei. A cura di Elisa Mossa e del collettivo curatoriale OTTN Projects.
Tra gli appuntamenti culturali che stanno animando il territorio marchigiano in questa estate 2020 – vi avevamo parlato degli arazzi raffaelleschi a Urbino ma c’è anche Synesthesia Festival a Mondolfo – rientra BAR.co, una residenza artistica dallo spirito contemplativo che si svolge a Urbania, in provincia di Pesaro e Urbino, e si collega alla storia rinascimentale di questo luogo. Con la curatela di Elisa Mossa e del collettivo OTTN Projects, il progetto dura fino all’8 agosto e coinvolge i seguenti artisti: Luisa Badino, Bruno Fantelli, Giacomo Gerboni, Davide Mancini Zanchi, Elisa Mossa, Davide Serpetti, Mattia Sinigaglia e Specchio 41. La sede principale è il Barco Ducale di Urbania, un complesso in stile vanvitelliano che dista un chilometro dal centro storico di Urbania ed è collegato al Palazzo Ducale dal fiume Metauro. Fu fondato da Federico da Montefeltro nel 1465 e in seguito ampliato dall’ultimo duca, Francesco Maria II Della Rovere, il quale lo utilizzò sia come parco di caccia che luogo di ristoro spirituale e intellettuale; in definitiva, un luogo di meditazione in cui potersi rifugiare e allontanarsi dagli impegni i della corte.
BAR.CO, LA RESIDENZA ARTISTICA PRESSO IL BARCO DUCALE DI URBANIA
L’identità originaria di questo luogo viene rispettata e riletta alla luce degli eventi recenti: “la crisi sanitaria affrontata negli ultimi mesi ha mutato inevitabilmente il concetto di identità individuale e i rapporti interpersonali, che necessitano quindi ora di essere ricalibrati per rimarginare la frattura causata dall’impossibilità di avere connessioni con il mondo non virtuali”, spiegano gli organizzatori. Così Bar.co diventa una residenza artistica incentrata sulla riflessione intorno al rapporto tra artista e opera, tra artista e sistema dell’arte, tra artista e riposo; il tutto, sperimentando una modalità di coesistenza e condivisione che privilegi il dialogo collettivo e individuale. La stessa accezione di “BAR”, presente nel titolo, allude al luogo popolare e ricreativo in cui ogni individuo è libero di socializzare senza schemi, rilassarsi e rigenerarsi in modo conviviale e informale. All’interno della residenza, non è richiesta necessariamente una produzione di opere o una restituzione finale: l’unica “produzione” richiesta, sarà la connessione tra i partecipanti e il territorio circostante e la sperimentazione di nuove forme di otium contemplativo.
BAR.CO, LA RESIDENZA A URBANIA
“La residenza al BAR co. è stata pensata sull’idea di otium. Gli artisti non sono chiamati obbligatoriamente a produrre opere d’arte, ma a ricercare con il territorio e chi lo abita un rapporto di condivisione, scambio equo e condivisione culturale”, racconta OTTN Projects a Artribune. “Il Barco Ducale di Urbania era, durante il Rinascimento, una residenza estiva culturale e spirituale per i massimi esponenti culturali del tempo. Tornerà ad esserlo, dopo secoli, con gli stessi intenti ma rivestiti di un ulteriore significato. Memori della frattura di riconoscimento sociale dovuta all’impossibilità di connessioni non virtuali, si indagherà il concetto di identità e il proprio rapporto con gli altri. La residenza offre agli artisti una possibilità di riflessione e di riposo, azioni per noi fondamentali in questo momento storico e necessarie per una ripartenza nuova che percorra sentieri non ancora battuti”. Durante il periodo di residenza, verranno ospitate anche professionisti dell’arte italiana per creare ulteriori occasioni di scambio culturale: il 30 e 31 luglio si svolgerà Confronti, un ciclo di incontri tra storici e critici dell’arte, intellettuali e filosofi a cura di OTTN Projects che avrà come esito una pubblicazione. Moderato da Michela Eremita, Confronti ospita per la tappa di Urbania Giovanni Termini e Luigi De Angelis come relatori esterni. Inoltre, il periodo di residenza sarà accompagnato da attività all’aperto, come escursioni e passeggiate nei territori limitrofi, per rafforzare il legame tra comunità e territorio ospitante e artisti.
-Giulia Ronchi
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati