Ma vi siete accorti che abbiamo un nuovo ministro, anzi ministra, della Cultura? Solo che sta a Parigi, l’hanno nominata Hollande e Ayrault: è Aurèlie Filippetti, ed ha la metà degli anni dei nostri prof
Il nonno, partigiano, fu deportato dalla Gestapo assieme a due fratelli, dopo essere stati arrestati in miniera. Il padre Angelo, minatore anche lui, arrivò ad essere – dal 1983 al 1992 – sindaco comunista di Audun-le-Tiche, comune di 6mila abitanti nel dipartimento della Mosella. Alla terza generazione, il salto di qualità: una poltrona ministeriale. È […]
Il nonno, partigiano, fu deportato dalla Gestapo assieme a due fratelli, dopo essere stati arrestati in miniera. Il padre Angelo, minatore anche lui, arrivò ad essere – dal 1983 al 1992 – sindaco comunista di Audun-le-Tiche, comune di 6mila abitanti nel dipartimento della Mosella. Alla terza generazione, il salto di qualità: una poltrona ministeriale. È questa in sintesi la storia di Aurèlie Filippetti, l’italiana – umbra, per la precisione – di origini nominata ministro della Cultura e della Comunicazione nel governo di Jean-Marc Ayrault, il primo ministro indicato da Francois Hollande. Storia che la trentottenne – sì, avete letto bene, ha 38 anni, meno della metà dell’età media dei ministri italiani! -, che si divide fra impegno politico e scrittura, ha raccontato nel suo libro Les Derniers jours de la classe ouvrière.
Nella breve carriera del giovanissimo erede di Mitterrand ci sono studi all’Ecole normale supèrieure de Fontenay-Saint-Cloud, qualche anno di insegnante di lettere, poi i primi passi in politica nel partito dei Verdi, seguiti dal passaggio al Partito socialista nella “squadra” di Sègolène Royal. E non è lei l’unica, di italiens, nella nuova compagine governativa transalpina: origini italiane ha anche il nuovo ministro dell’Istruzione superiore e della ricerca, Geneviève Fioraso, nata a Amiens nel 1954, e nomi italiani portano altri due ministri chiamati a far parte del governo Hollande, Dominique Bertinotti, e Marie-Arlette Carlotti.
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