Occupato abusivamente – e poi liberato – il Museo del Parco di Portofino. Tutta la vicenda
Per giorni il Museo del Parco di Portofino è stato in balia di una singolare occupazione abusiva, da parte di una persona affetta da problemi psichici. Le forze dell’ordine l’hanno prelevata e portata in ospedale
Il Museo del Parco – Centro internazionale di scultura all’aperto di Portofino, uno dei parchi di scultura più belli d’Italia, è balzato negli ultimi giorni agli onori della cronaca non tanto per l’arrivo di una nuova opera, che avrebbe impreziosito il Museo che già ne conta più di 140, ma perché una persona affetta da problemi psichici ne ha occupato abusivamente gli spazi.
L’OCCUPAZIONE DEL MUSEO DEL PARCO DI PORTOFINO. LA CRONACA
Un fatto increscioso che ha tenuto con il fiato sospeso per una decina di giorni il proprietario, nonché ideatore del parco, lo storico dell’arte e curatore Daniele Crippa, dal momento che la persona che si era introdotta avrebbe potuto mettere a repentaglio sia la sua vita sia quella di altri cadendo dal parapetto delle mura di contenimento. Il Museo si presentava già dopo qualche giorno dall’occupazione come una discarica a cielo aperto, in quanto la persona aveva introdotto all’interno dello stesso una quantità spropositata di pattume rovistato nei vari cassonetti di Portofino.
MUSEO DEL PARCO DI PORTOFINO. L’INTERVENTO DELLE FORZE DELL’ORDINE
Domenica 16 agosto finalmente l’epilogo: mentre partecipava ad una cerimonia religiosa in una chiesa di Portofino, la donna ha iniziato a dare in escandescenze e fuggendo si è introdotta nuovamente nel Museo. A quel punto alle forze dell’ordine che già da qualche giorno la sorvegliavano, non è rimasto altro da fare che prelevarla forzatamente e portarla in ospedale. Si spera ora che il Parco torni di nuovo sotto i suoi consueti riflettori, illuminando i molti capolavori di artisti internazionali quali Severini, Beuys, Man Ray, Rotella, Pomodoro, Fontana, Arman, Spagnulo, Atchugarry, Poirier, Vautier, Spoerri, Patella, Catania, Ceccobelli, Spalletti e tanti altri che abbelliscono uno dei posti più incantevoli al mondo.
– Alberto Dambruoso
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