Emilio Vavarella in mostra nel Salento estremo
Ramdom, Gagliano del Capo ‒ fino al 13 settembre 2020. Emilio Vavarella riflette sul codice genetico e lo fa utilizzando l’artigianato tessile. Lontano dall’essere narrativo o stereotipato, il lavoro dell’artista prodotto per Italian Council fa emergere un discorso rigoroso e curato nei minimi dettagli.
Entrare nello spazio che ospita la mostra di Emilio Vavarella (Monfalcone, 1989) a Gagliano del Capo – estremo lembo di Puglia – significa immergersi in una ordinata wunderkammer dove videoinstallazione, allestimento, documenti e altri preziosi materiali ricostruiscono non soltanto un discorso, ma un vero e proprio processo che ha portato l’artista a confrontarsi con la tradizione artigianale del contesto senza ricorrere alla retorica di alcuni stereotipi abusati a quelle latitudini. E l’ha fatto riflettendo sul rapporto ancestrale che sussiste tra uomo e artigianato tessile e sull’importanza del DNA come ambito identitario e relazionale in tutti i possibili presenti del mondo.
rs548049170_1_69869_TT (The Other Shapes of Me), il titolo dell’installazione prodotta da Ramdom nell’ambito di Italian Council 2019, fa riferimento alla prima riga di testo concepita dalla genotipizzazione del DNA dell’artista. Attraverso la traduzione del codice genetico in tessuto, effettuata dalla madre di Vavarella con processi digitali e analogici, mediante l’adozione di una delle prime macchine moderne, il telaio Jacquard, è emerso un lavoro complesso, declinato tra video-arte e tracce di aziende artigianali con cui l’artista ha interagito con sguardo profondo e sensibile. Prezioso è anche l’allestimento concepito da Jessica Castaldo con rigorosa cura. Tale è anche il piccolo catalogo ‒ edito da Mousse, che i curatori Paolo Mele e Claudio Zecchi hanno concepito potendo contare anche sul contributo teorico di altri autori ‒ che rivela tutte le fasi di realizzazione dell’opera in Salento e le ragioni teoriche che l’hanno generata. L’installazione visibile in via Margherita di Savoia 79 a Gagliano, dopo un tour, arriverà al MAMbo di Bologna, nella collezione permanente.
‒ Lorenzo Madaro
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