Gli Alienati al tempo del Coronavirus. Il progetto fotografico di Flavia Piola
La fotografa romana classe 1993 Flavia Piola è l’autrice del progetto che descrive le condizioni di vita dei pazienti psichiatrici al tempo del Coronavirus. Tra paura, solitudine e isolamento, che in questo contesto assumono un significato ancora più profondo.
Roma, 27 aprile 2020. Siamo nel Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (S.P.D.C.) dell’Ospedale San Filippo Neri. In un periodo in cui l’emergenza sanitaria da Covid-19 stravolge la nostra quotidianità, costringendoci a sperimentare l’isolamento forzato, la nostra condizione si avvicina alla “normalità” quotidiana vissuta dai pazienti dell’SPDC. Disorientati dalla loro malattia, gli “alienati”, come vennero chiamati da Théodore Géricault nei suoi ritratti di inizio Ottocento, faticano ad accettare le nuove misure di sicurezza; il distanziamento sociale, l’igiene e le mascherine sono provvedimenti inconciliabili con le loro patologie.
VIRUS, SOLITUDINE E ISOLAMENTO
In questo periodo, i ricoveri di persone in stato di agitazione, provenienti da ambienti non protetti, con comportamenti ad alta reattività emotiva, comportano rischi non soltanto per la salute degli infermieri, ma per l’intero reparto. Tamponi e costanti controlli sono la regolarità per scongiurare la comparsa di eventuali contagi. D’altra parte, il rischio di contrarre il virus non è l’unica problematica che i degenti del servizio psichiatrico devono affrontare: nei suoi studi, la psicologa Julianne Holt-Lunstad, della Brigham Young University, associa a un drastico peggioramento della salute, fisica e mentale, la concomitanza di uno stato di solitudine (sensazione soggettiva di essere disconnessi dalla società, di non avere affetti vicini) e di un isolamento sociale (condizione oggettiva di distanziamento). I pazienti dell’SPDC vivono effettivamente la loro quotidianità nell’emarginazione e dunque la quarantena ha avuto maggiori ripercussioni sulle loro vulnerabilità. Trovando conforto solo nel rapporto con i familiari, con gli altri degenti o navigando sui social network, gli operatori sanitari in questa fase hanno così svolto un ruolo decisivo nella sopravvivenza dei soggetti affetti da disturbi psichici.
PSICOFARMACI E SILENZIO
Tuttavia, non sono presenti solo le limitazioni sopra elencate ad aggravare la qualità di vita di queste persone, ma anche gli effetti collaterali degli psicofarmaci influenzano drasticamente la loro capacità di adattamento. Pertanto, il progetto fotografico Gli Alienati al tempo del Coronavirus nasce dal desiderio di dar voce a loro. Lasciati nel silenzio, ulteriormente isolati, argomento “borderline” addirittura oggi, gli alienati trascorrono le giornate non solo combattendo contro un nemico invisibile, ma anche contro l’indifferenza di chi dovrebbe tutelarli.
‒ Flavia Piola
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #55
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