Walk of Muses #13: Cristiano Godano e Be Forest
Il nuovo appuntamento con Walk of Muses, rubrica dell’artista Samantha Stella dove la musica incontra l’arte, presenta il ritratto del musicista e cantautore Cristiano Godano e della band Be Forest.
Cristiano Godano (Fossano, 1966) è un cantautore, chitarrista e scrittore, noto soprattutto per la sua carriera con la band italiana di rock alternativo Marlene Kuntz, di cui è il fondatore e autore di tutti i testi. Il gruppo, nato nel 1989 con chiare influenze da parte del sound della band noise rock statunitense Sonic Youth, prende il nome dall’attrice Marlene Dietrich e dal brano Kuntz della band rock statunitense Butthole Surfers. Tra le collaborazioni, ricordiamo il duetto con la cantautrice statunitense Patti Smith al Festival di Sanremo 2012, con cui vincono il Premio Sala Stampa. Insieme a un tour celebrativo e una raccolta di brani per i 30 anni di attività, nel 2019 viene pubblicato un libro scritto da Godano con aneddoti e riflessioni sui primi tre dischi della band. Nel 2010 Godano prende parte a Beautiful, progetto musicale parallelo dei Marlene Kuntz, in collaborazione con il produttore scozzese Howie B (Björk, U2, Tricky). Dopo numerose iniziative come solista, con incursioni nel mondo letterario e musicale, incluso il tributo al cantautore australiano Nick Cave, suo autore preferito, nel 2020 Cristiano Godano pubblica il suo primo album solista con atmosfere da songwriting vicine al folk alternativo (Bob Dylan, Neil Young), presentato in queste settimane con esibizioni dal vivo, fra cui il mini live presso la GAMeC di Bergamo.
La tua definizione di arte.
Ogni esito della creatività umana in grado di suscitare meraviglia, come sa fare la natura (citazione di Flaubert)
La tua definizione di musica.
L’arte che più di ogni altra sa condurre l’uomo in misteriosa inavvertibile consonanza con una sorta di armonia ancestrale. E potrebbe essere per questo che essa si possa ritenere la più capace a tenere unite e in pace le genti quando sono insieme, come ai concerti.
Ti definisci un “artista”?
Sì, perché so di aver saputo generare in qualcuno quel tipo di meraviglia di cui alla prima risposta.
L’opera di arte visiva che più ami.
Non so se sono quelli che più amo in assoluto, ma in questo momento mi viene da nominare i quadri di Turner, come Tempesta di neve (olio su tela, 1842, Tate Britain, Londra).
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PAROLA AI BE FOREST
I Be Forest sono una band italiana con base a Pesaro formatasi nel 2009, con sonorità che si muovono tra il post punk e lo shoegaze. Accostato a formazioni come Cure, Slowdive e Blonde Redhead, il trio ha suonato in Europa, Messico e America, ed è stato due volte ospite del prestigioso SXSW di Austin, il più grande festival musicale degli Stati Uniti. Sonorità riverberate, voci sussurrate e atmosfere lynchiane rendono il loro sound scuro e fumoso. Tra i loro gruppi preferiti, con gusti dichiaratamente diversi fra i tre componenti, Nick Cave and the Bad Seeds, Slowdive e Syd Barrett (fondatore dei Pink Floyd). Il loro ultimo album è stato mixato da Josh Bonati, che ha collaborato con David Lynch e Zola Jesus. La band è composta da Costanza Delle Rose (voce/basso), che è anche la portavoce di questo ritratto, Nicola Lampredi (chitarra), Erica Terenzi (batteria/tastiere/voce).
La tua definizione di arte.
Credo sia impossibile definire a parole i vari e innumerevoli concetti che si nascondono dietro la parola “arte”. Per quanto mi riguarda, l’arte è tutto ciò che riesce a non farmi sentire un’estranea in questo mondo.
La tua definizione di musica.
La stessa cosa vale per la “musica”. Trovo che le due parole siano due facce della stessa medaglia.
Ti definisci una “artista”?
In realtà non mi sono mai piaciute le etichette, “io sono questo”, “io sono quello”. Sinceramente lo trovo spocchioso e limitante. Direi piuttosto che cerco in tutti i modi di portare avanti la mia esistenza facendo ciò che più mi rende felice, è una necessità che parte dal profondo.
L’opera di arte visiva che più ami.
Il cavaliere, la morte e il diavolo di Albrecht Dürer (incisione a bulino su lastra di rame, 1513, Staatliche Kunsthalle, Karlsruhe). Sono cresciuta guardando questa stampa dietro la scrivania nello studio di mio padre. Ci sono legata affettivamente e simbolicamente. Mi sono sempre chiesta se il cavaliere stesse tornando o se ne stesse andando. A oggi penso che il cavaliere sia pronto per lasciare la città senza voltarsi indietro.
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‒ Samantha Stella
LE PUNTATE PRECEDENTI
Walk of Muses #1: Hugo Race e New Candys
Walk of Muses #2: Jozef Van Wissem e The Underground Youth
Walk of Muses #3: The Winstons e Tess Parks
Walk of Muses #4: Scott Gibbons e freddie Murphy
Walk of Muses #5: Marissa Nadler e The Third Sound
Walk of Muses #6: Andrea Liberovici e Squadra Omega
Walk of Muses #7: Jarboe e Kill Your Boyfriend
Walk of Muses #8: Alessandro Cadario e Mauro Martinuz
Walk of Muses #9: James Johnston e The Three Blind Mice
Walk of Muses #10: Simone Marie Butler e The Vacant Lots
Walk of Muses #11: Giovanni Sollima e Julia Kent
Walk of Muses #12: Einstürzende Neubauten e Bologna Violenta
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