Fondazione Nuto Revelli: nasce il Museo dei Racconti tra le baite di Paraloup nelle valli di Cuneo
Le protagoniste dell’allestimento permanente di questo museo diffuso tra le case recuperate della borgata alpina, sede della prima banda partigiana, sono le voci dei testimoni della Resistenza e dei contadini di allora.
Da alcuni anni il borgo di Rittana, piccolo comune di soli 106 abitanti in provincia di Cuneo, nella Valle Stura, è al centro del MUDRI, Museo diffuso di Rittana che ne fa scoprire il territorio attraverso l’arte. Ora, l’iniziativa si arricchisce di un nuovo tassello che va a lambire la sua borgata più alta: quella Paraloup (“difesa dai lupi”, secondo la tradizione popolare locale) che tra l’autunno del 1943 e il 1944 è stata la sede della prima banda partigiana di Giustizia e Libertà, dove militarono in qualità di comandanti Duccio Galimberti, Dante Livio Bianco e, più tardi, lo scrittore Nuto Revelli.
IL MUSEO DEI RACCONTI: IL PROGETTO
È qui che il prossimo 5 settembre, nelle baite recuperate tra le montagne a 1360 metri d’altezza, si inaugura il Museo dei Racconti, realizzato da Fondazione Nuto Revellinell’ambito del Progetto Migraction co-finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale Interreg-Alcotra 2014-2020 per farne il luogo di una doppia memoria: quella della guerra partigiana e quella della vita contadina che si svolgeva qui prima dell’abbandono, avvenuto a partire dagli anni ’60 del ‘900. “Abbiamo ricostruito le case della borgata con un progetto architettonico innovativo, armonicamente inserito nel paesaggio, secondo i principi della Carta internazionale del Restauro”, racconta la Fondazione. “Lavoriamo a farne un luogo di memoria viva, un esempio di sviluppo sostenibile. Paraloup è tornata a vivere perché resa nuovamente abitabile e animata da iniziative di incontro. In ogni caso vorremmo che in Paraloup si riconoscessero tutti coloro che abitano la montagna, o semplicemente ne percorrono i sentieri”.
IL MUSEO DEI RACCONTI: L’INSTALLAZIONE INTERATTIVA
Al centro di questo museo diffuso è presente, infatti, un’installazione multimediale interattiva – Le stagioni di Paraloup, curata dallo studio milanese NEO Narrative Environments Operas e con la curatela di Andrea Fenoglio– che si configura come un viaggio nelle quattro epoche che hanno caratterizzato più significativamente la storia di Paraloup: la fine dell’Ottocento, con le migrazioni alpine, il periodo della Lotta di Liberazione dal nazifascismo, l’epoca dello spopolamento delle Alpi e il ritorno alla vita in montagna di oggi. Le protagoniste dell’allestimento permanente sono, poi, le voci dei testimoni, spesso intervistati dallo stesso Nuto Revelli.
IL MUSEO DEI RACCONTI: LE INTERVISTE
“’A volte basta il suono di una voce, perché un muro crolli’ raccontava un testimone del Mondo dei vinti a Nuto Revelli: questa affermazione, così potente ed evocativa, stava ad indicare allora la precarietà delle abitazioni delle borgate alpine spopolate, dove bastava l’inusuale vibrazione di una voce umana a provocare un crollo”, conclude la Fondazione Revelli. “Ma, quasi come un contrappasso positivo, le voci nel Museo dei Racconti di Paraloup vengono usate, in questo allestimento, per far crollare muri differenti: i muri del pregiudizio, dell’ignoranza, dell’odio, e per costruire ponti di conoscenza fra generazioni diverse, in un dialogo costruttivo e creativo su questo luogo così peculiare nella storia e nella montagna”.
-Claudia Giraud
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