Fra apocalisse e rinascita. Francesca Banchelli a Firenze
Museo Novecento, Firenze – fino al 12 ottobre 2020. Nella prima personale di Francesca Banchelli in un museo italiano, dipinti di grande formato, disegni, sculture e installazioni interrogano l’Apocalisse di Scipione. A 90 anni dalla sua esecuzione.
Si incontrano, si abbracciano, si baciano, dialogano tra loro i fuggitivi che popolano le tele di Francesca Banchelli (Montevarchi, 1981), protagoniste dell’ottavo capitolo del ciclo Duel, ospitato dal Museo Novecento di Firenze. Identificarli può richiedere uno sforzo di osservazione: possono essere abbozzati in esili silhouette o appena accennati tramite memorie di laconici visi; in altri casi, invece, si impongono come presenze cardine in vertiginose visioni inondate di colori saturi.
L’APOCALISSE DI SCIPIONE
Sospese in tempi e luoghi indefiniti, queste figure sembrano capaci di annullare la distanza concettuale che le dovrebbe separare dagli uomini ritratti da Scipione nell’Apocalisse del 1930. Profeticamente scelta da Banchelli in epoca pre-pandemica, l’opera si carica oggi di sinistri riflessi propri di una fase in cui ognuno si trova a fare i conti con l’obbligata sospensione, la temuta solitudine, la certezza della morte.
Eppure, anche grazie alle concrete tracce materiche delle opere installative – forse i primi, decisivi segni di una comunità in grado di riattivarsi? – e per la carica cromatica dei dipinti, alcuni recentissimi, Banchelli fa largo a una duplice prospettiva. Anche questa volta, in fondo, “potrebbe trattarsi di una tragica fine oppure di una nuova genesi, l’inizio di una purificazione”.
‒ Valentina Silvestrini
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