Pittura in alta quota: la seconda tappa del progetto di Angelo Bellobono

Dopo aver fatto tappa in Molise, Angelo Bellobono prosegue il suo itinerario fra arte e natura e raggiunge la Basilicata. Anche stavolta è la pittura a fare da bussola.

L’eccesso d’informazioni e la facilità ad accedervi, paradossalmente, può produrre un livello di comfort culturale e creativo senza precedenti, una serie di azioni omologate e richieste che generano sistemi e cancellano persone, sensi e intenzioni. Tali sistemi tendono a eliminare possibilità di errori che si farebbe fatica a incasellare. Ma proprio in quegli errori è possibile scovare indizi e smottamenti che proiettano altrove.
Non fraintendetemi, la conoscenza è importante, specie se resa accessibile in contesti di estremo bisogno, ma, nelle società troppo benestanti che presuntuosamente la ostentano, possono accadere strani fenomeni. Lo studio, il fervore di approfondimento, se sostituito dalle scorciatoie affrettate e annoiate, produce approssimazione. Allora può accadere che, in zone poco fornite di stimoli, o, meglio, di bombardamenti culturali, spesso riemerga quell’uomo Faber, quasi scomparso, che tiene sotto controllo gli eccessi dialettici del Sapiens.

LINEA 1201, IL PROGETTO DI BELLOBONO

Con Linea 1201, che dal giugno scorso mi sta impegnando nelle aree interne e verticali dell’Appennino, dopo la prima tappa sulle Mainarde in Molise, sono approdato in Basilicata, in un paese al confine con la Calabria e la Campania dove ho incontrato un monte di nome Alpi. Sulla sua roccia da trenta milioni di anni è inciso un pesce, il fossile di un Marlin che racconta di un mare antico mentre su dirupi inaccessibili sopravvivono rari esemplari settentrionali del Pino Loricato. Questo monte, già anomalo nel nome, un monte Alpi d’Appennino, sta in mezzo, tra il Pollino e il Sirino, e ai suoi piedi c’è Latronico. La piazza del paese è attraversata dal lungo sentiero Italia, e ciò conferma il ruolo vertebrale e indissolubile della lunga catena appenninica. Alla vivacità della piazza nel paese basso si contrappone la silenziosa verticalità del paese alto.

Angelo Bellobono, Linea 1201 Tappa numero 1 – Latronico – Basilicata, 2020

Angelo Bellobono, Linea 1201 Tappa numero 1 – Latronico – Basilicata, 2020

LA RESIDENZA A LATRONICO

Qui ho vissuto in residenza per una settimana ospite dell’Associazione Vincenzo de Luca nell’ambito del progetto A Cielo Aperto, e qui quel silenzio ha dato vita a una nuova fase del mio lavoro che ho portato avanti in modo naturale e spontaneo tra salite in montagna, pittura personale ed esperienze collettive di laboratori, direttamente in studio, in cui alla fine ho raccolto i lavori dei partecipanti in un grande arazzo composito nel quale confini, diversità e confronti si sono mescolati in un oggetto unico.

LA PITTURA E LA MONTAGNA

A Cielo Aperto è uno scrigno prezioso, fatto da persone preziose in un luogo prezioso.
Linea 1201 è un progetto itinerante che si costruisce attraversando e lasciandosi attraversare dai luoghi, tramite spedizioni pittoriche leggere, senza portatori, un’esperienza che raccoglie e genera visioni. Ogni spedizione inizia con una ricognizione degli strati di paesaggio verticale, tante orizzontalità poggiate una sull’altra fino alla vetta. Conoscere il corpo della montagna è un processo necessario a far divenire il corpo luogo, per “sporcarsi” di pittura. Vista da lontano la montagna è un profilo, una forma apparentemente compiuta. Poi, entrando nel suo corpo, tutto cambia e ogni coordinata si smarrisce. Si incontrano spazi di vasta orizzontalità nascosti nella verticalità e questo, insieme alla fatica spesa, ci rende complici e ci fa appartenere a un luogo in modo nuovo.

‒ Angelo Bellobono

LE PUNTATE PRECEDENTI

Pittura in alta quota #1

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati