Venezia77. The Duke: il furto di un Goya per parlare ai potenti
Buffo, bizzarro, maldestro ma con un cuore grande. La storia di Kempton Bunton, l’uomo che rubò un dipinto di Goya dalla National Gallery di Londra per richiedere l’attenzione del governo a favore di anziani e pensionati.
Una storia seria che non va presa molto sul serio. The Duke, Fuori Concorso alla 77esima Mostra del Cinema, è un piccolo gioiellino che mette buon umore dopo tanti film tristi, divisi tra paura e dolore. Firma di questo film Roger Michell e i protagonisti sono i premi Oscar Jim Broadbent e Helen Mirren. È la storia di un uomo anziano che seppur in pensione fa qualche lavoretto saltuario per sopravvivere e cerca l’attenzione dei potenti per garantire il canone televisivo gratuito a tutti quelli della sua età e che non possono permetterselo. Il film sarà distribuito in Italia da BIM Distribuzione.
LA STORIA DI UN UOMO BUONO
La storia è ambientata nel 1961. Ad un taxista di sessant’anni viene attribuito il furto del ritratto del Duca di Wellington di Francisco Goyadalla National Gallery di Londra. È il primo ed unico furto nella storia della Gallery. Kempton Bunton, questo il nome del “ladro”, manda una richiesta di riscatto asserendo che restituirà il dipinto a una sola condizione: come un vero Robin Hood chiede al governo di impegnarsi a favore degli anziani. Da molto tempo lui si batte affinché i pensionati abbiano diritto alla televisione gratuita senza alcuna imposta. Il resto è leggenda! La storia di Kempton Bunton è venuta alla luce solo cinquant’anni dopo e circondata da una serie infinita di bugie. Una brava persona aveva compiuto un gesto folle, assurdo, assolutamente romantico. Un gesto che avrebbe dovuto essere punito dalla legge ma al tempo stesso avrebbe messo in ridicolo le forze giudiziarie. La storia di Kempton Bunton non è molto nota neanche in Inghilterra, lo sarà con The Duke.
COME ARRIVARE AI POTENTI
“Una storia puramente inglese, quintessenziale ed eccentrica, che mi ha immediatamente attratto e con un personaggio che mi ha portato alla mente quelli raccontati dai film della Ealing degli anni Cinquanta e Sessanta: un piccolo uomo della working class che ha la possibilità di far sentire la sua voce al potere”. Così commenta il regista Roger Michell presenta alla Mostra del Cinema insieme all’attore Jim Broadbent con cui aveva già lavorato in passato. Il Kempton Bunton che viene presentato in The Duke è un uomo che si impegna nei lavori più disparati, che cade in errore per troppa bontà e che tiene stretto a se il sogno di diventare un importante drammaturgo alla Čechov. “Kempton è un uomo un po’ grezzo, che in casa non fa nulla per aiutare la moglie, irresponsabile nei confronti della famiglia, che viene continuamente licenziato dai suoi lavori perché non sa tenere la bocca chiusa di fronte a ciò che non gli piace. È anche gentile, e si oppone alle ingiustizie anche quando a rimetterci è lui”, aggiunge il suo interprete Jim Broadbent. “L’equilibrio tra i suoi pregi e i suoi difetti sono quello che lo rende interessante, ed è un personaggio che mi auguro possiate trovare reale e non solo frutto di una finzione cinematografica”.
IL RITRATTO DEL DUCA DI WELLINGTON
Il ritratto del Duca di Wellington è un dipinto del pittore spagnolo Francisco Goya in cui è raffigurato il generale britannico Arthur Wellesley, primo duca di Wellington, durante la guerra d’indipendenza spagnola. Il ritratto è stato venduto all’asta a 140.000 sterline: la Fondazione Wolfson ha offerto 100.000 sterline e il governo ha aggiunto altre 40.000 sterline, ottenendo il dipinto per la National Gallery di Londra dove è stato messo in mostra il 2 agosto 1961. Il ritratto è stato rubato pochi giorni dopo, il 21 agosto 1961. Kempton Bunton ha confessato il furto e restituito il quadro nel 1965. Bunton è stato ovviamente processato e dichiarato non colpevole del furto della tela ma del furto della cornice. Il furto del ritratto del Duca di Wellington è entrato nell’immaginario popolare con un mitico James Bond di qualche anno fa. Mentre la storia di Kempton Burton trova con Michell una perfetta narrazione che non tralascia arte, politica, società e famiglia.
– Margherita Bordino
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati