Architettura per la comunità. L’esperienza del laboratorio LURT a Riesi
Il racconto e gli esiti della prima edizione del Laboratorio Umano di Rigenerazione Territoriale (LURT), che nei giorni scorsi ha raccolto a Riesi (Caltanissetta) venti giovani progettisti. Un percorso di rigenerazione appena iniziato, che proseguirà nel 2021 e nel 2022.
Sono i primi anni Sessanta quando Leonardo Ricci, architetto fiorentino allievo di Giovanni Michelucci, conosce il Pastore Tullio Vinay. Tullio Vinay non è un uomo come gli altri: è coraggioso ed è pronto a sacrificare la vita per il bene della comunità. Così in quegli anni i due si incontrano per la prima volta a Praly, sulle Alpi Piemontesi, e realizzano insieme il villaggio comunitario Agape. Architetto e committente instaurano un rapporto unico, talvolta conflittuale, ma sempre basato su fiducia e stima reciproca. Nel 1962 Vinay e Ricci si rivedono a Firenze. Il Pastore gli racconta che da un anno a quella parte si era trasferito a vivere a Riesi, in provincia di Caltanissetta, un piccolo paese, povero e dimenticato nell’entroterra siciliano. Poco distante dal centro del paese, Vinay aveva appena comprato un colle, coltivato ad ulivi, dove voleva far costruire un villaggio per la comunità. “Voleva far qualcosa per quella gente, comprenderla, amarla, organizzarne la vita”, scrive Leonardo Ricci sul numero 409 di Domus, del 1963.
LEONARDO RICCI E IL VILLAGGIO MONTE DEGLI ULIVI DI RIESI
Il compito, naturalmente, viene affidato all’amico Leonardo Ricci, un architetto dotato di una sensibilità superiore leggibile nella sua idea di progettazione che parte da un’attenta analisi delle esigenze dei suoi futuri utenti. Così Ricci disegna il villaggio Monte degli Ulivi pensandolo per tutti: vecchi, bambini, adulti. Con pochi soldi e materiale, realizza questa struttura inclusiva, in pietra locale, che comprende una scuola materna, una elementare, una sala per assemblea, una scuola “officina” (oggi sala polivalente), un padiglione per l’assistenza medica, una biblioteca e alcune case per i “pionieri”.
L’ESPERIENZA DI LURT 2020 A RIESI
Ho letto le parole di Ricci, scritte nel 1963, poco prima di partire per Riesi, dove dal 22 al 30 agosto si è svolto il Laboratorio Umano di Rigenerazione Territoriale (LURT) organizzato dal Servizio Cristiano e guidato nella progettazione dal collettivo Orizzontale+Flora La Sita, con il coordinamento di Emanuele Piccardo/plug_in. L’obiettivo del workshop era il recupero di un immobile confiscato alla mafia nel centro di Riesi per convertirlo in un centro di orientamento rivolto ai suoi giovani abitanti (18-30 anni). L’immobile, affidato alla gestione del Servizio Cristiano, è una palazzina di tre piani esito della speculazione edilizia degli anni Sessanta di cui, in questa edizione 2020, è stato recuperato il piano terra; nel 2021 sarà la volta del primo piano, nel 2022 del secondo. In quei giorni, studenti partecipanti e organizzatori hanno lavorato alla progettazione del nuovo spazio mangiando e dormendo nel villaggio Monte degli Ulivi progettato da Leonardi Ricci, oggi sede del Servizio Cristiano coordinato dal CEO Gianluca Fiusco.
CIVICO CIVICO, OTTO GIORNI DI WORKSHOP
I venti ragazzi del workshop, con Orizzontale e Flora La Sita, in otto giorni sono riusciti a trasformare parte dell’immobile in un centro dedicato alla comunità di Riesi. Il progetto, che prende il nome di Civico Civico, è solo l’inizio di un processo di rigenerazione urbana che punta ad incoraggiare i giovani di Riesi a vivere il proprio paese. “L’obiettivo che ci prefiggiamo è lo sviluppo di una comunità informata, costituita da persone autonome, indipendenti, che con impegno civico e responsabilità personale siano in grado di gestire la propria vita in una società basata sul rispetto reciproco e la libertà di poter scegliere tra più alternative”, sottolineano gli organizzatori di LURT 2020. Si punta, “attraverso la scuola, a iniziare a rispondere alle urgenze del territorio, elaborando due fasi, una immediata e una a medio-lungo termine. La prima fase consiste nell’attivare una serie di corsi di formazione legati ai temi dell’agricoltura biologica e della creatività contemporanea. Mentre la seconda fase, più articolata, prevede l’adozione da parte dei giovani delle case sfitte e abbandonate da decenni, recuperarle attraverso il processo della autocostruzione, e casa dopo casa rigenerare il tessuto urbano riesino. In questo modo edifici senza alcun pregio architettonico vengono ripensati e riabitati acquisendo nuovi significati. Edifici esito di speculazioni imposte dalla mafia possono trasformarsi in architetture. Compito della scuola, che avrà la sua sede proprio nell’immobile confiscato, sarà quello di guidare, attraverso una formazione appropriata, i giovani locali che aderiranno al progetto per riabitare il loro territorio”.
L’INIZIO DI UN PERCORSO DI RIGENERAZIONE
Così quell’edificio all’angolo tra via Piemonte e via Campania è oggi un centro che non aspetta altro che essere attivato dagli stakeholder, gli abitanti di Riesi. Gli architetti e organizzatori, coordinati da Emanuele Piccardo e supportati da Gianluca Fiusco, hanno progettato persino lo spazio esterno del centro, quello su strada, dipingendo di blu l’asfalto e le pareti, e tracciando linee bianche affinché possa essere utilizzato come campo sportivo polivalente. Un progetto coraggioso, generoso e pieno di speranza. Non ci resta che stare a guardare questo luogo riprendere vita e aspettare il prossimo anno per l’edizione 2021.
– Bianca Felicori
https://www.serviziocristiano.org/
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati