L’arte di colonizzati e colonizzatori: alla Sandretto di Torino mostra e festival online sul tema
Decolonizzazione museale, dei monumenti nello spazio pubblico e degli archivi filmici sono i temi del nuovo festival torinese, parte del progetto internazionale biennale “Everything Passes Except The Past” promosso da Goethe-Institut
Monumenti e collezioni museali di origine coloniale, lette alla luce di una rinnovata memoria storica: un tema cruciale da molti anni, tornato recentemente alla ribalta coi tragici fatti di Minneapolis, dove l’uccisione di un cittadino afroamericano da parte della polizia, George Floyd, ha scatenato una reazione di proteste, culminate negli Stati Uniti e in Europa con l’abbattimento di molte statue rappresentanti personaggi legati al tema del colonialismo e del razzismo. Ora, su queste tematiche ne nasce una mostra e un festival online, organizzato dal Goethe-Institut in collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino che già nel 2018 ha affrontato quelle stesse problematiche nel percorso espositivo Anche le statue muoiono, insieme al Museo Egizio e al Centro Scavi dell’Università degli Studi di Torino.
IL FESTIVAL ALLA SANDRETTO: IL PROGRAMMA
Tutto passa tranne il passato [Everything Passes Except the Past] – questo il titolo del nuovo progetto che avrà luogo dal 17 settembre al 18 ottobre – presenterà opere di Bianca Baldi, Alessandra Ferrini, Grace Ndiritu e del collettivo Troubled Archives, che offriranno rappresentazioni lontane dallo stereotipo e dalle interpretazioni storiche errate del passato coloniale. Il tutto accompagnato da un ricco programma discorsivo, un festival che sarà trasmesso online il 17 ottobre. “L’obiettivo principale è quello di rendere consapevoli le società postcoloniali del proprio passato”, spiega ad Artribune Jana Johanna Haeckel (project manager al Goethe-Institute Bruxelles), curatrice della mostra e di tutto il progetto internazionale biennale che dal 2019 porta avanti questo processo di ricerca culminato in eventi pubblici (discussioni, conferenze, lecture-performance) in Belgio, Francia, Portogallo, Spagna e ora in Italia. “Ma, allo stesso tempo, la presenza di esperti dai paesi africani dovrebbe impedire che “Everything Is Passing Except The Past” si trasformi in un monologo unilaterale. Idealmente, il progetto dovrebbe riuscire a dare un contributo decisivo a quella che il filosofo Nikita Dhawan chiama la “decolonizzazione del Nord””.
TUTTO PASSA TRANNE IL PASSATO: I PROTAGONISTI
Dopo il discorso di apertura della storica dell’arte Bénédicte Savoy, seguirà, infatti, un programma di tavole rotonde con contributi di attivisti, artisti, esperti, curatori e ricercatori provenienti da Africa, America Latina ed Europa sulle questioni legate alla decolonizzazione delle collezioni museali, dello spazio pubblico e degli archivi filmici. “La persistenza di strutture di potere simili a quelle dell’era coloniale è generalmente vista come un problema dei paesi colonizzati del Sud del mondo. Ma tutto ciò influenza anche i paesi colonizzatori”, conclude Haeckel. “Per questo è fondamentale accrescere la consapevolezza pubblica del loro passato coloniale rafforzandola con i resoconti fatti dal punto di vista dei paesi precedentemente colonizzati. Questo è il punto chiave di tutto il progetto che mira a sviluppare codici di pratica specifici per istituzioni, musei, dipartimenti educativi, aiutando gli esperti, gli artisti e gli attivisti, provenienti dalla diaspora e dal Sud del mondo, a ricoprire posizioni di potere che influenzino il dibattito in Europa”. Tra ottobre e novembre 2020 uscirà la pubblicazione che documenta l’intero percorso progettuale: interviste, saggi, opere d’arte, manifesti e testi di narrativa affronteranno il tema della restituzione, dai monumenti coloniali nello spazio pubblico agli archivi cinematografici coloniali. Dal punto di vista di colonizzati e colonizzatori.
– Claudia Giraud
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