Palazzo Merulana a Roma riparte dal cinema con Vittorio Storaro
Il suo approccio alla fotografia ha reso ancora più efficace l’estetica di film passati alla Storia, come “Apocalypse Now” e “Ultimo tango a Parigi”. Lui è Vittorio Storaro ed è incentrata sul suo lavoro la mostra allestita al Palazzo Merulana di Roma nell’ambito del Festival del Cinema.
Quanti potrebbero definirsi coautori dei film di Bernardo Bertolucci, Woody Allen, Francis Ford Coppola? Questo privilegio è toccato a Vittorio Storaro, il tre volte premio Oscar “autore e non direttore della fotografia”, come precisa egli stesso nel corso della presentazione della mostra Scrivere con la luce, a Palazzo Merulana fino al 1° novembre 2020. Dopo aver fatto diverse tappe in Italia e all’estero, per la prima volta la mostra approda a Roma, città natale di Storaro. Il figlio e curatore Giovanni Storaro spiega che l’idea di portarla nella Capitale nasce già nel 2004 e che ora è stata resa possibile dalla Fondazione Cerasi, in collaborazione con Coopculture. “Questa esposizione arriva per portare un momento di vera rinascita, dopo il periodo più buio”, commenta Alessandra, una dei tre figli di Claudio Cerasi, scomparso di recente, che insieme alla moglie Elena ha fortemente voluto il restauro del Palazzo, poi divenuto uno spazio polifunzionale e un museo per la prestigiosa collezione di famiglia. Opere che dialogano perfettamente con le settanta fotografie di Storaro, corredate anche da venti riproduzioni di quadri famosissimi: Caravaggio, Paolo Uccello, Francis Bacon, Magritte, Carpaccio, Raffaello, Henri Rousseau sono il pantheon dell’immaginario del maestro.
PAROLA A VITTORIO STORARO
“Vengo da una famiglia povera”, racconta Vittorio Storaro, “non conoscevo le arti. Un giorno sono entrato in una chiesa del centro di Roma e ho visto la ‘Vocazione di San Matteo’ di Caravaggio. È stata un’illuminazione, ho capito che dovevo studiare e che potevo scrivere con la luce, non con le parole”. Le immagini sovrapposte e le luci e ombre che caratterizzano l’opera di Storaro sono nate da un gesto ispirato ma casuale: alle prese con una pellicola fotografica, il maestro la forzò girandola manualmente e il risultato furono due immagini, l’una sull’altra.
“A quel punto ho capito che con la fotografia si poteva anche creare una narrazione, che non era ferma nel tempo”, aggiunge Storaro; e conclude dicendo di aver osservato a lungo il lavoro di Man Ray.
STORARO E IL CINEMA
La mostra si snoda dal secondo al quarto piano del Palazzo. Sono presenti le fotografie dei grandi film firmati da Storaro con i più noti registi del cinema italiano e statunitense, dal 1968 al 1994. Apocalypse Now di Francis Ford Coppola, Reds di Warren Beatty e L’ultimo Imperatore di Bernardo Bertolucci gli sono valsi tre Oscar. Ma ci sono anche i film d’esordio, Giovinezza giovinezza e Il conformista; e poi Novecento, L’ultimo tango a Parigi, LadyHawke, Il tè nel deserto, Il piccolo Buddha. I quattro elementi, fuoco, aria, acqua e terra, i colori e la luce sono gli ambiti della sua ricerca artistica, a tratti spirituale; e sono altrettante sezioni in cui è suddivisa e descritta minuziosamente la mostra.
LA MOSTRA E LA FESTA DEL CINEMA DI ROMA
Patrocinata dalla Festa del Cinema di Roma, nelle prossime settimane l’esposizione fornirà lo spunto per tre eventi: venerdì 9 ottobre Vittorio Storaro incontrerà il giornalista e direttore artistico della Festa del Cinema, Antonio Monda, nell’ambito del Festival internazionale “Le Conversazioni”, che anche quest’anno farà tappa a Palazzo Merulana; sabato 10 ottobre l’“Omaggio a Vittorio Storaro, Oscar della Luce”, nel quale l’artista Marco Tamburro presenterà e omaggerà il maestro con una sua opera pittorica inedita. Infine, dal 21 al 23 ottobre, la mostra Scrivere con la luce farà da cornice ai “Duel”, ciclo di appuntamenti della Festa del Cinema di Roma (15-25 ottobre all’Auditorium Parco della Musica), nel quale due personalità del mondo artistico, della cultura e dello spettacolo si confrontano su temi legati al cinema.
‒ Letizia Riccio
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