I musei inglesi, che ricordiamo essere in larga parte ad ingresso gratuito, non navigavano nell’oro già prima della crisi dovuta alla pandemia, dopo 4 o 5 mesi di chiusura forzata stanno affrontando una crisi economica e di pubblico devastante. Il governo inglese sta cercando di intervenire a supporto delle istituzioni culturali grazie ad un fondo di oltre un miliardo di sterline diviso tra prestiti e contributi a fondo perduto. Ci sono comunque incoraggianti segnali di ripresa ma certamente la riduzione dei flussi turistici in UK non aiuta.
I MUSEI IN UK: ECCO COME FUNZIONANO
Stante il monitoraggio settimanale dei visitatori, effettuato dal Dipartimento per la Cultura del governo inglese, in 10 tra le principali istituzioni culturali inglesi, l’attuale numero dei visitatori si attesa solamente tra il 20 ed il 25%. I dati sono stati forniti dalla National Gallery di Londra che ha riaperto l’8 luglio, dal National Museum di Liverpool, che ha riaperto il 15 luglio così come la Wallace Collection di Londra. Del monitoraggio governativo fanno parte anche il Royal Museum di Greenwich che ha riaperto al pubblico il 20 luglio, il National History Museum di Londra riaperto il 5 Agosto mentre i vicini (a South Kensington) Science Museum e Victoria & Albert hanno riaperto rispettivamente il 28 luglio ed il 6 agosto. Nel gruppo sotto osservazione anche l’Imperial War Museum che ha riaperto le varie sedi (tranne l’HMS Belfast) il primo agosto e le quattro Tate Galleries (Tate Modern, Tate Britain, Tate Liverpool e Tate St Ives) che hanno riaperto tutte il 27 luglio ed il British Museum, ultimo a riaprire, il 27 agosto. Quasi tutti i musei hanno ancora delle sezioni chiuse al pubblico ma hanno subito riaperto gli shop che ovviamente servono da traino per la ripresa economica. Tutti adottano un sistema di prenotazione obbligatorio online dei biglietti (sempre gratuiti, tranne per le mostre) ed un sistema di percorsi di visita obbligati. Percorsi ben studiati all’interno delle sale così da poter far visitare i musei evitando incroci ed assembramenti tra visitatori, tutti i percorsi convogliano attentamente ai vari negozi di souvenir, cataloghi, bibliografia etc.
LA NATIONAL GALLERY E V&A
Abbiamo sondato direttamente alcune istituzioni culturali della capitale inglese, ad esempio la National Gallery, che ci conferma come alcune sale, specialmente le più piccole, restino chiuse non potendo garantire il distanziamento di sicurezza tra i visitatori. Sono tre i percorsi studiati dalla National Gallery per condurre i visitatori, ma è molto difficile, ci spiegano, fare previsioni. Per ora sono concentrati sul capire i flussi, capire quante persone vogliono visitare il museo, quanto tempo dedicano alla visita e quanti prenotano o alla fine disdicono. Viste le numerose richieste per la mostra su Tiziano, sono riusciti ad estendere l’orario di due ore ma capacità e orari sono continuamente in fase di revisione stante le disposizioni governative. Sembra andare bene il V&A: seppur non riaperto in toto ha visto però andare esauriti, addirittura prima della riapertura, i biglietti per la mostra Kimono: Kyoto to Catwalk, ed in generale c’è stato un riscontro positivo da parte dei visitatori per le varie collezioni, accessibili gratuitamente, ma sempre previa prenotazione online.
LE TATE GALLERIES
Dal British Museum il portavoce ufficiale ci informa che dalla riapertura del 27 agosto ci sono state oltre 40mila prenotazioni online per visitare il museo. Le varie Tate Galleries hanno studiato vari itinerari diversificati ed obbligati, personalizzati secondo le collezioni delle varie sedi. Come al solito molto attivi i punti vendita che non si sono lasciati scappare l’occasione di produrre e mettere in vendita mascherine lavabili con stampati vari temi ed opere di artisti quali John Singer, Lily Rose, e Kandinsky. La Tate comunque rischia di licenziare ben 313 persone, per lo più impiegati del ramo “commerciale” dell’istituzione britannica. Quasi tutti gli artisti contemporanei, con opere esposte nelle varie sedi della Tate, hanno manifestato la loro vicinanza all’istituzione culturale con dichiarazioni ad hoc post lockdown. Tra questi Don McCullin che fa notare ‘come nulla del mondo on-line e virtuale può essere comparato con la gioia, l’atmosfera, l’intimità e l’ispirazione data da una visita reale alla Tate’. Il National History Museum si è specializzato, durante il lockdown, nell’analisi dei dati sull’inquinamento atmosferico e sul rumore della capitale inglese, ridotti appunto a causa del lockdown così come ha pubblicato uno studio sul comportamento e l’urbanizzazione di molte specie animali che a Londra sono diventati più visibili grazie al venire meno dei vari fattori di disturbo quali inquinamento, auto etc..
LA ROYAL ACADEMY OF ARTS
Concludiamo la nostra panoramica con la Royal Academy of Arts che malgrado la riduzione della capienza delle sale al 20% dei visitatori, riporta però un sold out dei biglietti venduti per le varie mostre in corso. Ma questo non basta per ridurre le perdite che durante i quattro mesi di chiusura sono state di oltre un milione di sterline al mese col rischio concreto di dover licenziare 150 impiegati. A tal proposito c’è una polemica in corso tra alcuni membri dell’Academy ed i principali dirigenti capitanati dalla direttrice Rebecca Salter. Al centro della polemica l’unica scultura di Michelangelo conservata in Gran Bretagna. Si tratta di una scultura, mai ultimata, realizzata su base tonda ed iniziata presumibilmente nel sedicesimo secolo, denominata ufficialmente ‘The Virgin and Child with the Infant St John’ meglio conosciuta come ‘Taddei Tondo’ essendo stata commissionata ai tempi dal mercante di tessuti Taddeo Taddei e donata alla Royal Academy nel 1829 dopo la morte della proprietaria Lady Margaret Beaumont. La scultura nel 2017 è stata ‘valutata’ da Art Newspaper oltre 100 milioni di sterline. Il board dell’Academy comunque assicura che l’opera non sarà venduta pur se considerata, dai fautori della vendita, fuori contesto rispetto alla collezione della ‘Academy ed utile ad evitare i licenziamenti.
– Mario Bucolo
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