Crucifixion and Epiphany dell’artista hongkonghese Edwin Lo è un “desktop documentary”, un documentario costruito riprendendo (o meglio, registrando) il desktop del proprio computer ed esplorando materiali audiovisivi al suo interno e online. Affiancando e sovrapponendo finestre con immagini, videosaggi pubblicati su YouTube, riprese dal vivo e sequenze dei videogiochi Outlast e soprattutto Outlast 2, Edwin Lo tenta di costruire (senza alcuna pretesa di completezza) un racconto della rappresentazione della nascita e della morte di Cristo, dell’iconografia dell’epifania e della crocifissione.
DAI VIDEOGIOCHI AL DOCUMENTARIO
Outlast (2013) e Outlast 2 (2017) di Red Barrels sono videogiochi dell’orrore con visuale in soggettiva incentrati sullo sfuggire o comunque sopravvivere a nemici nettamente più forti del personaggio principale e a volte invincibili. Outlast parte dal lavoro fatto dallo studio Frictional Games con Amnesia: The Dark Descent (2010), l’opera che ha rivitalizzato il genere horror dopo un periodo incerto iniziato nel 2005 con l’uscita di Resident Evil 4 e FEAR, titoli che non avevano più l’intento di spaventare e che invece usavano personaggi, luoghi e situazioni presi dalle narrazioni (videoludiche e cinematografiche) dell’orrore per creare giochi d’azione. Il cambio di direzione nell’intero genere fu sensibile e solo intorno al 2010, appunto con Amnesia: The Dark Descent, tornò stabilmente (almeno nella produzione degli studi indipendenti) un certo modo lento, claustrofobico e ostico di fare videogioco dell’orrore, uno stile sino a quel momento tenuto vivo da poche opere come la serie Penumbra, sempre di Frictional Games.
LE STORIE CUPE DI OUTCAST
Come molti titoli di questo genere, influenzati da Amnesia: The Dark Descent, a sua volta ispirato all’opera di H.P. Lovecraft, Outlast usa la malattia mentale (la “follia”) come un elemento orrorifico: i nemici sono “pazzi,” il personaggio principale rischia di “cedere alla pazzia” e cose del genere. In Outlast seguiamo il videoreporter Miles Upshur nell’esplorazione di un buio ospedale psichiatrico colmo di pazienti violenti e di fanatici religiosi, mentre Outlast 2 racconta l’avventura del videoreporter Blake Langermann che, investigando sull’omicidio di una donna insieme alla moglie Lynn, finisce in mezzo allo scontro tra due efferate sette religiose cristiane intenzionate a fermare o accelerare l’arrivo dell’Apocalisse, mentre Lynn resta incinta di un bambino che questi due culti pensano sia l’Anticristo.
CRUCIFIXION AND EPIPHANY
Edwin Lo ha già lavorato sul primo Outlast con The Fall (2018), The Heart (2018) e The Pit (2019), una serie di machinima, film girati all’interno di videogiochi o realizzati con gli strumenti normalmente usati per fare videogiochi, che trasformano Outlast nello sfondo audiovisivo di frammenti provenienti da tre racconti di Edgar Allan Poe. In Crucifixion and Epiphany Edwin Lo sconfina invece dal machinima e prende dal materiale narrativo, francamente molto sciocco, di Outlast e Outlast 2, le loro scene di parto e di crocifissione per combinarle con video e audio provenienti da Internet e dal suo computer. Anche se Lo ha selezionato i materiali prima della registrazione, in Crucifixion and Epiphany restano una certa improvvisazione e una certa spontaneità, evidenziate per esempio da piccoli errori e da momenti di incertezza, e l’opera è realizzata quasi senza post-produzione e montaggio. L’estetica un po’ rozza da “found footage,” da finta registrazione di fatti reali, di Crucifixion and Epiphany finisce allora per dialogare con quella simile di Outlast e Outlast 2 dove, con lo stile di film horror come Rec di Jaume Balagueró e Paco Plaza (2007), le telecamere dei protagonisti diventano il nostro strumento principale per guardare il mondo di gioco.
Crucifixion and Epiphany è disponibile gratuitamente in streaming, sino al 15 ottobre, sul sito della rassegna VRAL, supplemento online del Milan Machinima Festival. Nella stessa pagina potete anche leggere un’intervista a Edwin Lo condotta da Luca Miranda.
‒ Matteo Lupetti
https://milanmachinimafestival.org/vral-screening
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