Opere in Parole. Un progetto porta i dipinti di Accademia Carrara negli ospedali di Bergamo
Nelle pareti della terapia intensiva e dei reparti degli ospedali Humanitas Gavazzeni e Castelli sono rappresentati i capolavori custoditi nell’Accademia Carrara, che “parlano” attraverso le voci di diversi autori tra cui Lella Costa e Alessio Boni. Ecco di che si tratta
Tra le città italiane più colpite dalla pandemia la scorsa primavera, Bergamo è anche la città che probabilmente più di altre sta provando a risollevarsi e a rinascere dopo mesi di sofferenza, spesso con iniziative che riguardano il mondo della cultura. Lo scorso luglio la città lombarda, insieme all’eterna “rivale” Brescia, è stata insignita del titolo di Capitale Italiana della Cultura 2023 con un emendamento al decreto Rilancio approvato dalla commissione Bilancio della Camera. Si è trattato di una nomina straordinaria, dato che il titolo è stato assegnato senza che le due città avessero partecipato al bando di selezione previsto per il prossimo anno, un segno di speranza per far ripartire le due città. Un’altra iniziativa che vede protagonista la città di Bergamo – per la precisione, gli ospedali Humanitas Gavazzeni e Castelli – è il progetto Opere in Parole, frutto della collaborazione tra le due strutture sanitarie e l’Accademia Carrara di Bergamo.
OPERE IN PAROLE, IL PROGETTO DI ACCADEMIA CARRARA E GLI OSPEDALI DI BERGAMO
Opere in Parole ha portato, lungo le pareti di Terapia Intensiva, Pronto Soccorso e di tutti i reparti degli ospedali Humanitas Gavazzeni e Castelli, 51 rappresentazioni di altrettanti dipinti conservati all’Accademia Carrara. Una speciale “quadreria” che va ad aggiungersi ai 400 metri quadrati di immagini d’arte dal Rinascimento all’Ottocento che nel 2018, nell’ambito del progetto La cura e la bellezza, hanno invaso le sale d’attesa e i corridoi dei due ospedali. La particolarità di Opere in Parole è che questa volta le rappresentazioni dei dipinti collocati sulle pareti dell’Humanitas Gavazzeni e del Castelli “parlano” a pazienti, medici e operatori sanitari: le immagini infatti sono accompagnate da racconti e podcast scritti e narrati da diversi artisti e autori: Dora Albanese, Marco Baliani, Oliviero Bergamini, Marco Bianchi, Alessio Boni, Bruno Bozzetto, Lella Costa, Paolo Fresu, Enrico Ianniello, Tony Laudadio, Michela Murgia e Andrea Renzi. Ognuno di loro ha scelto, tra i capolavori di Accademia Carrara, i protagonisti o l’ambientazione per un racconto inedito, dando così vita a storie, spartiti musicali, fumetti, reportage giornalistici, ricette.
OPERE IN PAROLE, ATTORI E AUTORI DANNO VOCE AI CAPOLAVORI DELL’ARTE
I racconti, uno per ogni reparto, sono a disposizione dei pazienti e degli operatori del settore attraverso i QR code posti sulle pareti e sui libretti consegnati a ogni paziente. Collegandosi al sito www.lacarrarainhumanitas.it/opere-in-parole o a Spotify (Opere in Parole), è possibile ascoltare ad esempio il racconto di Lella Costa ispirato al Ritratto di fanciulla con ventaglio di Pitocchetto, o la composizione di Paolo Fresu ispirata al Ritratto di Maria Gallavresi bambina con la madre di Cesare Tallone. Alessio Boni invece ha trasformato in podcast il racconto di Giovanna Mennillo, dello staff di Humanitas Gavazzeni, vincitrice di un concorso letterario a tema libero cui hanno partecipato medici, infermieri e il personale dei due ospedali.
BERGAMO E LA PANDEMIA. LE PAROLE DEL SINDACO GIORGIO GORI
“Continua il grande progetto di riprodurre le opere d’arte all’interno dell’ospedale Humanitas di Bergamo, la bellezza che viene messa in relazione alla cura delle persone”, spiega il Sindaco di Bergamo Giorgio Gori. “Un’iniziativa bellissima, di altissimo livello, anche emotivo: l’arte e la bellezza aiutano a riflettere su ciò che c’è di bello nella vita anche all’interno di un ambiente come l’ospedale, spesso associato ad ansia o sofferenza, soprattutto in questo periodo così difficile, con la pandemia a minacciare e modificare ancora la nostra vita di tutti i giorni. ‘Opere in parole’ ci aiuta a riemergere dal periodo più buio della città di Bergamo, a ricostruire fiducia ed emozioni positive in un luogo che ha conosciuto la più profonda sofferenza: cerchiamo un senso nuovo per quello che è successo negli ultimi mesi, pensiamo che l’arte e la cultura rappresentino il modo migliore di rinascere per la nostra città”.
– Desirée Maida
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