KUM! Festival 2020
L’edizione 2020 di KUM! sarà un’edizione speciale, interamente dedicata a La Cura.
Comunicato stampa
Da venerdì 16 a domenica 18 ottobre si tiene, alla Mole Vanvitelliana di Ancona, KUM! Festival, manifestazione con la direzione scientifica dello psicoanalista Massimo Recalcati e il coordinamento scientifico del filosofo Federico Leoni, organizzata dal Comune di Ancona e dal Fondo Mole Vanvitelliana, con il sostegno della Regione Marche e della Fondazione Cariverona e con la cura di Jonas Ancona per le attività sul territorio (www.kumfestival.it).
L’edizione 2020 di KUM! sarà un’edizione speciale, interamente dedicata a La Cura. Non si tratta quindi della quarta edizione del festival – il cui tema era già stato annunciato a fine del 2018 ed è rimandato al 2021: La vita, alla fine – ma di una tre-giorni di riflessione che intende occuparsi esclusivamente del drammatico momento attuale che il mondo vive con la pandemia, nella convinzione che solo analizzare e capire le dinamiche permette poi di guarire.
«Il nostro paese e il nostro mondo sono stati scossi da un trauma senza precedenti – dichiarano Massimo Recalcati e Federico Leoni – Un virus sconosciuto ha mietuto vittime senza numero. Ci ha costretto a un drammatico lockdown. Ha messo a durissima prova la nostra esistenza, la nostra società, la nostra economia. Ma altrettanto difficile è la ripresa della vita dopo il trauma. Una ripresa urgente ma incerta. Una ripresa che procede in uno scenario di incognite, affidata a soluzioni fragili e parziali. Ripensare questo doppio trauma, l’interruzione della vita e la ripresa della vita, è il compito delicato e necessario che ci attende. Perché un trauma che resta impensato è un trauma che rischia di ripetersi, di migrare silenzioso attraverso gli spazi della vita psichica e collettiva, di irrompere ancora e ancora, sotto spoglie imprevedibili e catastrofiche. Ripensare il trauma non è la premessa alla ripartenza, è la ripartenza stessa. Il tempo del pensiero è quel tempo fuori dal tempo grazie al quale ci si scopre, infine, in un tempo nuovo».
La Mole Vanvitelliana, progettata da Luigi Vanvitelli, sorge su un'isola artificiale pentagonale nel porto di Ancona. Originariamente era un lazzaretto che salvaguardava la salute pubblica ospitando depositi ed alloggi per merci e persone in quarantena, che arrivavano al porto da zone ritenute non sicure: per questo fu costruito su un'isola artificiale fuori dal territorio cittadino. È dunque la casa ideale per il festival e quest’anno più che mai è emblema della Cura. Ripartire da qui, con una grande riflessione sull’emergenza socio-sanitaria, amplifica il simbolismo del luogo, che è palcoscenico di un dialogo aperto non solo a specialisti della clinica – psicoanalisti, psichiatri, medici – ma anche a filosofi, scrittori, architetti e virologi.
IL PROGRAMMA
In calendario eventi tutti gratuiti, con prenotazione obbligatoria: 10 Lectio e 2 eventi speciali. Inoltre, una serie di eventi extra-festival: letture di alcuni articoli scelti dal Comitato Scientifico della manifestazione, a cura dei giovani attori dell’Accademia56, e la proiezione delle conferenze delle edizioni precedenti in una sala dedicata: il 16 ottobre quelle dell’edizione 2017 (dedicata al tema L’ingovernabile), il 17 ottobre del 2018 (Risurrezioni) e il 18 ottobre del 2019 (L’Origine della Vita).
Tutti gli incontri saranno trasmessi in live-streaming sulla pagina Facebook di KUM! Festival e sul sito www.kumfestival.it.
Venerdì 16 ottobre
Apre l’edizione 2020 la lezione magistrale del filosofo teoretico Rocco Ronchi, dedicata a “Ripensare il trauma”. Il trauma è un colpo che subiamo e che ci forza a pensare. Ronchi indaga il trauma e il suo funzionamento nel tempo del Covid, per capire cosa ci insegna. Possiamo ripensare il trauma che stiamo vivendo come occasione per una trasformazione complessiva dell’umanità? | ore 11.30.
La monaca buddhista Elena Seishin Viviani sottolinea come la pandemia ci abbia rivelato quanto il nostro vivere non possa esimersi dalla connivenza, intesa nel senso etimologico del termine: un intendersi con un cenno degli occhi. La conoscenza fatta di puro sapere astratto ha dimostrato, in questa fase, di essere insufficiente di fronte alla complessità del reale, a discapito di un sapere in cui i sensi e l’intelligenza interagiscono affinché l’uomo, consapevole della propria vulnerabilità, possa intrattenere con il mondo una relazione di intesa e non di dominio | ore 15.30.
“Il diluvio” è il titolo della Lectio della virologa Ilaria Capua al festival. Inserita tra le “menti rivoluzionarie” dalla rivista Seed per il suo essere una catalizzatrice di approcci collaborativi nella ricerca sui virus influenzali e direttrice del Centro di Eccellenza One Health dell’Università della Florida, Ilaria Capua si interroga su come, durante la pandemia, abbiamo imparato, ripetuto, frainteso, vissuto, sofferto un diluvio di parole nuove e difficili. Ma dopo la tempesta arriva la quiete: ora è il tempo di riflettere su quel diluvio e su quelle parole | ore 21.30.
Sabato 17 ottobre
Ingrid Paoletti, esperta di tecnologia dell’architettura del Politenico di Milano, parla al pubblico de “L’habitat: ovvero della cura”. Gli spazi dove viviamo non sono statici, massivi e inerti, ma contengono la nostra operosità, il nostro intento, la nostra cultura materiale. Paoletti racconterà le pratiche responsabili verso il nostro habitat | ore 9.30, a cura di AnconAmbiente
Il filosofo Federico Leoni affronta il tema: “Pandemia. Chi, o cosa, stiamo divenendo?” La pandemia e le misure messe in campo per contrastarla hanno impresso una straordinaria accelerazione a certe linee di sviluppo che la nostra vita individuale e collettiva già coltivava. Tra queste: un’umanità sempre più impersonale e il concatenarsi delle sorti umane a quelle della natura e della tecnologia. Si disegnano all’orizzonte una nuova realtà, un’altra politica, una diversa economia | ore 11.30.
Il filosofo Riccardo Panattoni, esperto di etica e psicoanalisi, spiega al pubblico come con la pandemia e il lockdown abbiano cambiato, come esperienza inaudita, la percezione di spazio e tempo. L’incontro è una riflessione sulla dilatazione del presente che ne è subentrata, sul senso di smarrimento che è scaturito e sul nuovo rapporto instauratosi tra il virtuale e l’immaginario, tra la memoria e l’oblio | ore 15.30.
La scienziata italiana Immaculata De Vivo, epidemiologa di Harvard e una delle massime esperte mondiali nel settore dell'epidemiologia molecolare e della genetica del cancro, e lo scrittore Daniel Lumera, esperto di scienze del benessere, si collegano in streaming per spiegare al pubblico, a partire dal loro libro Biologia della gentilezza, quella che definiscono una nuova biologia dei valori, in una visione che integra alimentazione, relazione con la natura e cura del sé: si tratta di una risposta evolutiva a cui il nostro tempo è ormai chiamato | ore 18.30, a cura di Alce Nero.
L’epistemologa Luigina Mortari analizza “La filosofia della cura”. L’essere umano nasce mancante e per tutto il tempo della sua vita ha necessità di procurare cose per conservare la vita e riempire di senso la sua esperienza nel mondo. L’evento drammatico della pandemia ha reso evidente quello che si tende a dimenticare: la primarietà della cura | ore 21.30.
Domenica 18 ottobre
Il medico Luigi Frigerio dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo parla di “Scienza e saggezza nel tempo del virus“, raccontando come, durante la pandemia, sia stato egli stesso colpito dal virus e ricoverato nell’ospedale dove normalmente lavora. La pandemia, ci dice oggi, è l'occasione per ripensare alle certezze che ci hanno fatto credere di essere i padroni del mondo. L'epidemia è un peso che opprime i popoli e favorisce l'avvento di un ordine sociale diverso: il virus ci ha spinti di fronte a un bivio epocale | ore 15.30.
Chiude questa edizione speciale di KUM! la lectio magistralis di Massimo Recalcati: “Cosa non possiamo dimenticare? A lezione dal Covid-19”. Cosa ci ha insegnato il trauma del Covid 19? Quali realtà e verità la sua inaudita apparizione ha fatto emergere? Le nostre vite torneranno ad essere quelle di prima? È possibile che un trauma collettivo non lasci tracce? Una riflessione su cosa non sarebbe giusto dimenticare della lezione tremenda del virus | ore 18.30.
Gli eventi speciali
Venerdì alle 18.30 uno speciale omaggio a Bernard Stiegler, uno dei maggiori filosofi contemporanei della tecnologia, amico “storico” di Kum! recentemente scomparso. Il giovane filosofo Daniele Poccia racconta il mito di Epimeteo, il Titano incaricato di distribuire agli animali le risorse previste dagli dei per la loro sopravvivenza, che dimenticò di elargire anche all’uomo i propri doni. Stiegler aveva eletto Epimeteo a metafora del suo discorso sullo statuto della tecnologia contemporanea e sul modo in cui essa portava a compimento la storia dell’animale umano, segnato da fragilità e mancanza irrimediabili.
Domenica alle 11.30 un dialogo tra la psicoterapeuta e psicoanalista Monica Carestia e la fotografa Letizia Battaglia, che celebra Storie di strada, personale dell’artista allestita alla Mole Vanvitelliana di Ancona fino al 15 gennaio 2021. La conversazione con Letizia Battaglia è occasione di affiancare la sua voce alle fotografie esposte, per raccontare anche con le parole il suo cammino personale e lavorativo, gli scatti pluripremiati che hanno raccontato vicende di mafia, il legame con Palermo, sua città natale.
Tutte le conferenze si svolgeranno nell’Auditorium della Mole Vanvitelliana e saranno trasmesse in diretta streaming sia nelle sale della Mole, sia sul sito del festival, sia sul circuito di èTv.
Per garantire la sicurezza del pubblico, le capienze dei luoghi del festival sono state riviste per assicurare il distanziamento tra le persone, nel rispetto delle norme per la prevenzione del Covid-19. La disponibilità dei posti, pertanto, sarà necessariamente inferiore rispetto alle edizioni precedenti e la prenotazione del posto sarà obbligatoria.
Tutti gli appuntamenti sono gratuiti, con prenotazione obbligatoria esclusivamente on-line attraverso il sito www.kumfestival.it a partire dal 3 ottobre.
Il servizio food del festival è gestito da MicaMole: progetto che impegna un gruppo di ragazzi con bisogni educativi speciali e i loro insegnanti in un'impresa sociale che ridisegna il concetto tradizionale di spazio di cultura, ampliandone il senso e le possibilità, e permette a ragazzi con disabilità e svantaggio sociale di cimentarsi nella cucina e nel servizio in sala.