“È un momentaccio”. La storica insegna Ansaldo a Genova rivisitata dall’artista Lia Cecchin

Progettata negli anni Ottanta dallo studio Sottsass, l’insegna è stata salvata dalla demolizione dell’edificio ex-NIRA (che rientra nel piano di riqualificazione del waterfront di Levante, con un progetto firmato da Renzo Piano) e ricollocata nel parco del Museo di Villa Croce. Rivisitata dall’intervento dell’artista Lia Cecchin

Prende nuova vita attraverso l’arte contemporanea uno dei più importanti reperti della memoria industriale di Genova, ovvero la storica insegna “Ansaldo”disegnata dallo studio Sottsass negli anni Ottanta per l’edificio ex-NIRA in Via dei Pescatori, davanti al Museo di Villa Croce. L’insegna infatti è stata salvata dallo smantellamento del palazzo – che rientra nel piano di riqualificazione del waterfront di Levante, con un progetto firmato dall’archistar Renzo Piano– grazie all’intervento dell’Associazione AMIXI per l’Arte Contemporaneae del Comune di Genova attraverso il progetto di arte pubblica Fondamenta1: collocata permanentemente nel parco del Museo di Villa Croce e visibile direttamente dalla strada, la cornice dell’insegna adesso accoglie l’intervento dell’artista Lia Cecchin(Feltre, Belluno, 1987) dal titolo Una città cancella, l’altra scrive, e consiste nella scritta al neon è “un momentaccio!”.

Lia Cecchin – Una città cancella, l’altra scrive - ph. Andrea Bosio

Lia Cecchin – Una città cancella, l’altra scrive – ph. Andrea Bosio

L’INSEGNA ANSALDO A GENOVA RINASCE CON L’INTERVENTO DI LIA CECCHIN 

Per la realizzazione dell’opera, AMIXI – con la consulenza del curatore Luca Cerizza – ha indetto una call su invito che ha visto la partecipazione di 10 artisti italiani: Francesco Arena, Massimo Bartolini, Luca Vitone, Lia Cecchin, Danilo Correale, Gaia De Megni, Francesco Jodice, Margherita Moscardini, Riccardo Previdi e Patrick Tuttofuoco. Il progetto selezionato è stato quello di Lia Cecchin, ispirato a una foto scattata da Gio’ Palazzo che immortala la scritta “un momentaccio!”su un muro della città di Torino nel 1976, momento contraddistinto da tensioni sociali e politiche. Nonostante il significato “drammatico” della frase, esso però risulta ingentilito dalla grafia utilizzata, dando vita a una sorta di contrasto concettuale ed estetico.

L’OPERA DI LIA CECCHIN PER L’INSEGNA ANSALDO E LA PANDEMIA 

L’opera è stata concepita da Cecchin prima dell’esplosione della pandemia, ma il suo messaggio risulta più che mai attuale. “L’opera di Lia Cecchin ha conquistato la larga maggioranza della giuria per la sua forza comunicativa e per la ricchezza di implicazioni simboliche che il prelievo e la ricontestualizzazione di quella frase riescono a creare”, spiega il curatore Luca Cerizza. “Concepita prima della diffusione del Covid-19, l’opera può acquisire ora ulteriori nuovi significati: oltre a essere un tributo alla creatività anonima di chi ha ideato quella scritta, alla forza comunicativa della ‘strada’, suggerisce una presa di coscienza di tempi socialmente ed economicamente complessi, diventando un invito alla speranza”. Ecco le immagini dell’opera. 

– Desirée Maida 

Genova
Lia Cecchin – Una città cancella, l’altra scrive
Parco di Villa Croce
Via Jacopo Ruffini, 3
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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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