La poetica pittorica dello spleen. Francesco Cuna a Lecce
La ricerca esistenziale, immersa nell’attuale epoca d’incertezza e spaesamento vissuta dall’umanità in tempo di pandemia, costituisce l’architrave tematico della poetica di Francesco Cuna. L’artista pugliese esprime, attraverso la sua “pittura liquida”, la gamma emotiva dello spleen da lockdown nella personale “Pongo” a Nardò, in provincia di Lecce.
L’impalpabilità delle cromie, le sfumature al limite della dissolvenza, la raffigurazione della dimensione intima caratterizzano da sempre la poetica pittorica di Francesco Cuna, e con maggiore decisione in Pongo, la personale dell’artista originario di Galatina, classe 1978, in corso allo studio di architettura Salandra 13 a Nardò, in provincia di Lecce.
Immerso nell’attuale epoca di spaesamento e incertezza che l’umanità sta vivendo, il viaggio esistenziale di Francesco Cuna, contrassegnato dallo spleen che il lockdown domestico contribuisce ad accentuare, diviene ancora più profondo. Ecco, dunque, gli acquerelli che ritraggono soggetti maschili dalle forme iper-sfumate, in cui prevalgono i toni dell’arancio, del rosa e del verde petrolio. L’uso del colore, nella ricerca di Cuna, corrisponde eloquentemente alla gamma degli stati emotivi vissuti in quello che Giovanni Matteo, autore di uno dei testi critici della mostra, descrive come “spazio domestico divenuto fragile navicella alla deriva del nulla cosmico”, ricollegandosi alla drammaticità dell’attuale pandemia.
RITRATTI E MALINCONIA SECONDO FRANCESCO CUNA
Anche i peculiari ritratti, eseguiti da Francesco Cuna con la penna a sfera, esprimono, attraverso il ritmo della ripetizione, lo stato emozionale della malinconia: quasi una cupio dissolvi. Eloquente è poi l’acquerello intitolato Creatore di buchi nell’acqua, che ritrae un uomo alla ricerca di un oggetto indeterminato nell’acqua bassa. L’opera simboleggia ‒ come sottolinea Francesco Paolo Del Re, l’altro autore dei testi critici per Pongo – il “procedere a tentoni” della psychè nella ricerca esistenziale che Francesco Cuna rende attraverso la sua “pittura liquida”.
‒ Cecilia Pavone
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