Capodimonte e Miramare aprono al pubblico. Deroga al Dpcm per i parchi dei due musei del Mibact
In Italia il Parco di Miramare e il Real Bosco di Capodimonte sono gli unici due giardini storici nel comprensorio di due musei statali ad entrata gratuita, accessibili al pubblico anche in questo periodo di chiusura.
Da oggi, con l’entrata in vigore del DPCM del 3 novembre 2020, in Italia tutti i musei sono chiusi al pubblico fino al 3 dicembre. Per fortuna, due di loro – il Castello di Miramare a Trieste e il Museo di Capodimonte a Napoli – dispongono di un ampio parco che rimarrà, invece, aperto. Una parziale deroga al provvedimento che, nel corso del primo lockdown, li aveva invece tenuti chiusi in virtù delle loro caratteristiche storiche e conservative. “Sono davvero felice che la mia istanza sia stata ben compresa e subito accolta dalla Direzione generale del Musei”, dichiara il direttore di Miramare Andreina Contessa. “Dopo il primo lockdown, infatti, è stata chiara l’importanza dei musei verdi e forte la richiesta del pubblico di potersi quanto prima riappropriare di questi spazi aperti. Ho voluto intraprendere questo percorso inconsueto prima di tutto per sensibilità verso la comunità e l’affezionato pubblico del nostro parco. Del resto, è evidente il valore, anche terapeutico, dei luoghi come Miramare dove si combinano storia, bellezza, cultura”.
IL PARCO DI MIRAMARE
Il Parco di Miramare, che si estende per ben ventidue ettari, nasce, infatti, per volontà di Massimiliano d’Asburgo alla metà dell’Ottocento e al suo intento di trasformare una landa carsica quasi del tutto priva di vegetazione in un rigoglioso giardino: per farlo, l’arciduca si avvale dell’opera di Carl Junker per la progettazione, mentre per la parte botanica si rivolge inizialmente al giardiniere Josef Laube, sostituendolo in seguito con Anton Jelinek. Grossi quantitativi di terreno vengono importati dalla Stiria e dalla Carinzia, e vivaisti soprattutto del Lombardo Veneto procurano una ricca varietà di essenze arboree e arbustive, moltissime delle quali di origine extraeuropea. I lavori, avviati nella primavera del 1856 sono seguiti costantemente da Massimiliano, che non smetterà di interessarsi al suo giardino anche una volta stabilitosi in Messico, da dove farà pervenire numerose piante.
IL MUSEO CAPODIMONTE E IL SUO PARCO
Anche la domanda del direttore del Museo di Capodimonte, Sylvain Bellenger, di poter tenere aperto il suo parco è stata approvata dal Direttore Generale dei Musei dello Stato Massimo Osanna per la sua natura di giardino storico e insieme pubblico, con una funzione anche sociale e non solo di attrazione pubblica. Il Real Bosco di Capodimonte è passato sotto la direzione del Museo di Capodimonte con la Riforma Franceschini che ha unificato due gestioni in precedenza afferenti a diverse Soprintendenze, una vera e propria rivoluzione amministrativo-gestionale che ha trasformato l’identità culturale e la missione stessa del museo. “La Direzione del Real Museo e Bosco di Capodimonte ha intrapreso con la sua squadra un complesso compito nel voler recuperare il parco di Capodimonte nella sua interezza o meglio nei suoi significati più profondi”, afferma il direttore Sylvain Bellenger. “Il Bosco è un bene culturale, protetto dall’Unesco, per il suo immenso patrimonio storico, architettonico e botanico. In tale contesto è stato iniziato un profondo studio sulla storia del parco, consultati centinaia di documenti di archivio (sono stati trovati perfino gli originari elenchi delle specie piantate a Capodimonte), analizzati l’iconografia storica, fotografie, vecchi articoli di giornali o guide turistiche di inizio secolo scorso”.
-Claudia Giraud
http://www.museocapodimonte.beniculturali.it/
https://www.miramare.beniculturali.it/
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