Prima che il gallo canti. La mostra di Silvano Tessarollo a Verona
La guerra e la bestialità dell’uomo nel farla: è lo sfondo dei lavori di Silvano Tessarollo in mostra alla galleria La Giarina di Verona. Insieme alla solitudine e alla disperazione che ne conseguono.
Tra il 13 e il 15 febbraio 1945 Dresda subì uno dei più devastanti bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale da parte delle forze inglesi e americane. Le installazioni di Silvano Tessarollo (Bassano del Grappa, 1956) evocano gli interni delle case, ambienti in cui tutto è andato in fumo e gli oggetti, apparsi agli occhi dei primi soccorritori, risultano irriconoscibili per le deformazioni subite. Negli Interni di Tessarollo le cose rimaste, seppur mostruose, rimandano a qualcosa che c’era prima, alla vita di prima, ma tutto risulta inquietante e difficile da sopportare visivamente.
LE OPERE DI SILVANO TESSAROLLO A VERONA
Le opere risalgono tutte al 2007 e sono state accantonate per esporle al momento giusto – forse l’attuale pandemia lo è? Nelle installazioni ci sono delle vasche da bagno con resti di ossa e quei pupazzi, galli, che l’artista aveva già realizzato in passato; il colore prevalente è il marrone e il risultato finale non dimentica mai il contesto delle distruzioni rappresentate. Ci sono anche due grandi dipinti su carta (Studio per interno 1 e Studio per interno 5, del 2005): la virulenza cromatica, che riecheggia quella delle installazioni, è una vera e propria sorpresa. Anche se i soggetti sono diversi, sembrano quelli dei dipinti di Chaïm Soutine, con i suoi buoi squartati e le nature morte angoscianti e crude.
‒ Claudio Cucco
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