Magazzino Italian Art a New York si espande. Nel 2021 partirà la costruzione della nuova ala
Il museo che accoglie opere d’arte italiana del secondo Novecento – soprattutto Arte Povera – della collezione di Giorgio Spanu e Nancy Olnick amplia i suoi spazi, affidando la progettazione di un nuovo edificio agli architetti Alberto Campo Baeza e Miguel Quismondo
Inizieranno nella primavera 2021 i lavori di costruzione della nuova ala di Magazzino Italian Art, spazio espositivo nato nel 2017 a New York, lungo le sponde dell’Hudson, dalla volontà di Giorgio Spanu e Nancy Olnick, la cui collezione vanta oltre 500 opere di arte italiana del secondo Novecento, soprattutto della corrente dell’Arte Povera. Il nuovo padiglione è stato progettato dagli architetti Alberto Campo Baeza e Miguel Quismondo, che insieme nel 2008 hanno realizzato la casa Olnick Spanu a Garrison, New York. Quisimodo inoltre è l’autore della sede di Magazzino.
LA NUOVA ALA DI MAGAZZINO ITALIAN ART A NEW YORK
Il nuovo spazio, di 1200 metri quadrati, sarà adiacente ma indipendente rispetto all’edificio principale del museo, innescando così una continuità stilistica data dalla sua struttura architettonica lineare: attraverso una serie di finestre e lucernari, sarà incentivato il dialogo tra interno ed esterno, tra arte, architettura e paesaggio naturale. 350 metri quadrati del nuovo padiglione saranno adibiti a spazio espositivo, con due gallerie al primo piano e una terza al piano inferiore, dove saranno esposte sculture di piccole dimensioni, vetri di Murano e ceramiche. Il piano inferiore ospiterà inoltre una sala multifunzionale di 140 metri quadrati, destinata a proiezioni cinematografiche, conferenze e altri eventi, mentre al piano superiore sarà destinata l’area relax, con una caffetteria e una sala lettura con posti a sedere interni ed esterni. “Magazzino è nato con la finalità di servire da polo culturale e risorsa per la comunità, dando la possibilità di creare legami, spunti di interesse e connessioni con l’arte e la creatività italiane”, spiega Vittorio Calabrese, direttore di Magazzino Italian Art. “Negli ultimi tre anni e mezzo, mentre crescevamo come istituzione, il nostro programma è diventato sempre più ambizioso. Il nuovo padiglione ci darà la possibilità di offrire un servizio migliore ai nostri visitatori grazie anche alla flessibilità degli spazi e a maggiori risorse, consentendo di ampliare la programmazione”.
IL NUOVO PADIGLIONE DI MAGAZZINO ITALIAN ART RACCONTATO DALL’ARCHITETTO MIGUEL QUISMONDO
“Progettato per integrare l’edificio esistente e rifletterne il design moderno, semplice ed elegante, il nuovo padiglione apre una dimensione inedita alla sede in evoluzione del museo”, spiega Miguel Quismondo. “Grazie all’accurata disposizione di finestre e lucernari, l’edificio offre al visitatore nuove occasioni di godere della bellezza del polo museale, aumentandone gli spazi, indispensabili per svolgere il programma didattico e curatoriale che è in costante crescita, e consentendo di presentare i progetti al pubblico utilizzando formati mai sperimentati. Sono entusiasta di lavorare con il mio maestro Alberto Campo Baeza alla creazione di questa struttura. Il progetto riflette la crescita dell’istituzione così come l’impegno di Nancy e Giorgio verso la comunità di Cold Spring e il pubblico internazionale”.
LA MISSION DI MAGAZZINO ITALIAN ART A NEW YORK
“Abbiamo aperto Magazzino spinti dal desiderio di condividere la passione per l’arte contemporanea italiana e per quella del secondo Dopoguerra e costruire un senso di comunità”, spiegano Nancy Olnick e Giorgio Spanu. “Desideriamo dare modo alla collettività di prendere parte alla creazione di questo nuovo padiglione, per questo vogliamo affidarne la costruzione a manodopera locale e arrivare a coinvolgere il pubblico nell’offerta didattica che saremo in grado di proporre durante tutto l’anno”. Magazzino attualmente ospita Bochner Boetti Fontana, mostra che per la prima volta indaga la vicinanza tra le opere di Mel Bochner (Pittsburgh, 1940) – tra i principali esponenti dell’Arte Concettuale e curatore dell’esposizione – di Alighiero Boetti (Torino, 1940 – Roma, 1944) e Lucio Fontana (Rosario di Santa Fé, Argentina, 1899 – Varese, 1968), analizzando così gli sviluppi artistici degli anni Sessanta e Settanta sulle due sponde dell’Atlantico, ovvero Spazialismo e Arte Povera in Italia e Arte Concettuale e Process Art negli Stati Uniti, dando la possibilità di esplorarne linguaggi e stili.
– Desirée Maida
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