Lost in projection. Il film The Hunt
È un survival thriller quello firmato da Craig Zobel, adattando per il grande schermo il racconto del 1924 di Richard Connell.
Dodici sconosciuti si risvegliano imbavagliati in mezzo a un parco. Non si conoscono, non riescono a parlare o gridare, non sanno dove sono né come siano arrivati lì. Disorientati e spaventati, camminano verso una grande cassa in legno al centro di una radura, al suo interno trovano diverse armi e le chiavi dei lucchetti che tengono chiusi i loro bavagli. Dopo essersi liberati a vicenda, distribuiscono le armi e, prima ancora di riuscire a interagire, sentono arrivare i primi spari. Buona parte di loro non trova rifugio e muore immediatamente. Pochi altri, tra cui Crystal, ex soldato delle forze armate, iniziano una rocambolesca fuga per la sopravvivenza. Damon Lindelof (già pluripremiato sceneggiatore di Prometheus e Lost) e Nick Cuse (Maniac) adattano per il grande schermo il racconto del 1924 di Richard Connell La partita più pericolosa, trasformando l’opera letteraria in un survival thriller contemporaneo dal palese sottotesto politico.
LA TRAMA DI THE HUNT
La trama è semplice: un gruppo di ricchi imprenditori liberal seleziona una dozzina di ultraconservatori per una caccia all’uomo senza via di scampo. Le vittime vengono scelte sulla base dei loro profili social e, in particolare, per la loro adesione a una teoria del complotto chiamata “il gioco della fattoria” (di cui diverranno così protagonisti). Drogati e trasportati in Europa, i prescelti sono liberati all’interno di una grande tenuta, “the Manor”, per essere abbattuti.
The Hunt è il ritratto satirico e violento di un mondo confuso in cui realtà e finzione si equivalgono nelle bolle autoreferenziali dei social media, dove verità e menzogna convivono nel marasma indistricabile della Rete. Grazie a una regia ironica e intelligente, il film scorre piacevolmente, puntando il dito verso quella pericolosa tendenza alla polarizzazione del pensiero politico che l’America sta vivendo in questi anni e che minaccia pericolosamente il principio stesso della democrazia.
I RIMANDI A GEORGE ORWELL
Il riferimento alla combattiva Crystal (una simpatica e brava Betty Gilpin) come “Palla di neve” è un ulteriore indizio: siamo in una nuova ed evoluta versione de La fattoria degli animali di George Orwell. Una distopia dove realtà e verità non sono più condivisibili, dove l’estremismo cresce sul culto della personalità, dove i problemi complessi sono “risolti” con l’odio e la violenza.
‒ Giulia Pezzoli
USA, 2020 | Regia: Craig Zobel
Genere: azione, thriller, horror satirico
Sceneggiatura: Nick Cuse, Damon Lindelof
Cast: Betty Gilpin, Ike Barinholtz, Emma Roberts, Hilary Swank
Durata: 90′
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #57
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