Poeticamente impegnata. Bruna Esposito in mostra a Roma
Bruna Esposito torna a esporre allo Studio Miscetti di Roma. Rinnovando il suo impegno politico-poetico, soprattutto sul tema ambientale.
Ecologia frugale: è questo il concetto che ha ispirato Altri Venti – Ostro, la mostra personale di Bruna Esposito (Roma, 1960) presso lo Studio Miscetti.
Interessata ai temi delle sostenibilità ambientale fin dagli Anni Ottanta, Esposito è un’artista “poeticamente impegnata”, schiva e radicale, che ha sviluppato negli anni una consapevolezza ferma e rigorosa, lontana da strategie di tipo sociale o mondano, che l’ha portata a esporre alla Documenta di Kassel (1997) e alla Biennale di Venezia, dove vinse il Leone d’Oro nel 1999.
BRUNA ESPOSITO E L’IMPEGNO PER L’AMBIENTE
Le sue installazioni hanno sempre un messaggio etico preciso, spesso legato a tematiche di carattere ambientale, come nel caso di Ostro, prima installazione di una serie dedicata ai venti caldi del Mediterraneo, come lo scirocco, il grecale e il libeccio. Esposito li ha evocati con una serie di progetti disegnati a matita che scorrono lungo la parete destra del corridoio della galleria prima di entrare nello spazio principale, occupato dall’opera. Sono fogli di notevole intensità poetica, dove l’artista immagina spazi per una nuova convivialità, “che ci inviti a rallentare e a guardare indietro alle soluzioni primordiali”, spiega Esposito, che torna a esporre allo Studio Miscetti tre anni dopo Allegro non troppo (2017).
UN GAZEBO PER INCONTRARSI
Ostro è una sorta di gazebo costruito in legno di bambù e corde, con un aspetto vagamente orientale, mosso dalle pale di un ventilatore alimentato da energia fotovoltaica, che dialoga idealmente con le due eliche navali presenti ai piedi dell’installazione. “Proprio come i templi, le chiese e le capanne destinate a discussioni collettive nei villaggi, la sua posizione centrale suggerisce l’incontro, il dibattito e lo scambio”, suggerisce Benedetta Casini. “Caratterizzato da ventilatori appesi al suo soffitto, alimentati da un piccolo pannello fotovoltaico a 12 volt, la funzione del gazebo è mantenuta nell’accogliere i visitatori benvenuti ad accomodarsi su postazioni e sostare a loro piacimento refrigerati dalla ventilazione”, aggiunge l’artista.
L’ATTIVISMO POETICO DI BRUNA ESPOSITO
Senza scomodare la decrescita felice di Serge Latouche, l’opera di Esposito sembra suggerire una possibilità di tornare all’ascolto della natura, in un mood che unisce le poesie di Eugenio Montale alle pagine del Breviario Mediterraneo di Predrag Matvejevic, dove si parla di venti, di mari, di onde e di nuvole.
Come scrive Bruna Esposito nel piccolo e squisito catalogo che accompagna la mostra: “L’aria si rinfresca col suo stesso movimento, da millenni così è stato e auguriamoci che lo sia nei millenni futuri”. Sotto il gazebo, se si ha la pazienza di soffermarsi qualche minuto, si può ascoltare il profondo e lento respiro del mondo: impariamo di nuovo a riconoscerlo.
‒ Ludovico Pratesi
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