MAI. Museo Antropologico Immaginario
L’Archivio del Festival dei Popoli propone un ciclo di proiezioni di documentari connessi ai temi del MAI. Museo Antropologico Immaginario.
Comunicato stampa
L’Archivio del Festival dei Popoli propone un ciclo di proiezioni di documentari connessi ai temi del MAI. Museo Antropologico Immaginario. La rassegna si offre come parte integrante del progetto, sviluppando gli spunti di riflessione innescati dalle opere e dagli oggetti esposti. Dopo il documentario Palimpsest of the Africa Museum di Matthias De Groof proiettato a Villa Romana ad apertura della mostra, altri cinque titoli di provenienza internazionale si interrogano sull’esigenza di ripensare al concetto di museo antropologico e si propongono di avvicinare culture e popolazioni che ogni giorno cercano di far dialogare tradizioni antiche con le istanze della contemporaneità.
I documentari saranno disponibili per 72 ore dalla messa in onda.
lunedì, 14 dicembre
Le terrain du peuple, di Anja Göbel (Germania, 2015, 34’ - v.o. francese e lingue locali, sottotitoli in inglese)
Il museo nazionale di Ouagadougou, nel Burkina Faso, voluto da Thomas Sankara per la valorizzazione delle culture autoctone del proprio paese, divenuto indipendente, si è andato connotando come punto di convergenza (e di frizione) di problematiche causate da una concezione museale troppo autoritaria. Il film propone l’esempio di un museo antropologico nazionale che causa dispiaceri e suscita opposizioni proprio da parte delle culture locali, che il museo stesso si proponeva di celebrare.
Abigail, di Valentina Homen e Isabel Penoni (Brasile, 2016, 17’ - v.o. portoghese - sottotitoli in inglese)
Tra il 1940 e il 1950 Abigail Lopes partecipò alle spedizioni di Francisco Meireles, noto in Brasile per aver cercato un incontro pacifico con le popolazioni indigene che vivevano isolate. Abigail entrò in contatto con la popolazione Xavantes della Serra do Roncador (nello stato del Mato Grosso), e con loro passò otto anni della sua vita. Il film rievoca l'incontro avvenuto tra le due giovani registe e l'ormai anziana donna nella sua casa colma di ricordi e suggestioni appartenenti ad un passato ricco di incontri e contaminazioni.
Extremos - Viaje a Karukinka (Extremes - Expedition to Karukinka), di Federico Molentino e Juan Manuel Ferraro (Argentina, 2015, 26’ - non parlato)
Siamo nella Terra del Fuoco, arcipelago all'estremità meridionale del continente sudamericano, meta ogni anno di numerose crociere turistiche. Immagini di un passato remoto, che mostrano rappresentanti delle popolazioni originarie vestiti e acconciati secondo la tradizione, si sovrappongono al presente. Il suggestivo accostamento illustra un paesaggio violentemente deturpato dallo sfruttamento industriale che si popola, per qualche istante, di presenze fantasmatiche.
lunedì, 21 dicembre
El país del diablo (Land of the Devil), di Andrés Di Tella (Argentina, 2008, 72’ - v.o. spagnolo, sottotitoli in inglese)
Andrés Di Tella, tra i maggiori cineasti argentini contemporanei, si mette in viaggio sulle tracce di Estanislao Zeballos, scrittore e antropologo che XIX secolo che, affiliato all’esercito argentino nella sanguinosa campagna di colonizzazione del sud del paese (la “conquista del desierto”) fu tra i primi a documentare tradizioni e cultura del popolo mapuche nel momento stesso in cui le truppe comandate da Julio Argentino Roca procedevano al loro sterminio sistematico. Strutturato come un viaggio aperto e ricco di sorprese, il film rivela la particolare condizione di una storia nazionale, fatta anche di pagine nascoste e di fantasmi che è necessario affrontare.
lunedì, 28 dicembre
El etnógrafo (The Ethnographer), di Ulises Rosell (Argentina, 2012, 85’ - vo. spagnolo, inglese, lingua locali - sottotitoli in inglese)
Trenta anni fa, John Palmer partì da Oxford intenzionato a studiare i Wichí, popolazione nomade che abita alcune zone verdi dell’Argentina e della Bolivia. Nel corso dei suoi soggiorni all’interno della comunità, John subisce una lenta ma inesorabile trasformazione: mette da parte gli studi e si unisce alla comunità, di cui apprende la lingua, gli usi e i costumi. Curioso esempio di “colonizzazione in senso inverso”, John offre il suo contributo alla collettività e fa del suo meglio per rendersi utile.