Elogio della leggerezza. Cinque artisti a Pietrasanta
L’ultima mostra del 2020 promossa dalla Kyro Art Gallery di Pietrasanta è dedicata alla leggerezza e riunisce le opere di Giuseppe Ciracì, Marco Nizzoli, Rudy Pulcinelli, Eleonora Rossi e Raffaele Rossi.
“Prendete la vita con leggerezza, ché leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”. È da questo pensiero di Italo Calvino che nasce la mostra Elogio della leggerezza, allestita negli spazi della Kyro Art Gallery di Pietrasanta. L’ultima mostra di questo difficile 2020 allestita nei propri spazi dalla galleria toscana vede la partecipazione di cinque artisti, Giuseppe Ciracì, Marco Nizzoli, Rudy Pulcinelli, Eleonora Rossi e Raffaele Rossi, impegnati nel difficile compito di ribaltare la prospettiva di osservazione del quotidiano resa assai infelice negli ultimi tempi.
GIUSEPPE CIRACì E MARCO NIZZOLI
Quando si parla di leggerezza, il medium più utilizzato non può non essere la carta. Lo testimonia bene Giuseppe Ciracì che, sfruttando cromie e forme dettate dal caso su pagine di vecchi libri di storia dell’arte lasciati alle intemperie per novanta giorni, realizza degli interventi su tela fondendo i due supporti attraverso la pittura. Su tutto, ancor più del bianco della carta, domina il ciano, per l’artista molto più di una nota cromatica, metafora di vita e condizione esistenziale. Prioritariamente con la carta opera anche Marco Nizzoli. Nei suoi collage, dietro l’apparente casualità, si cela tutto il rigore della ricerca di raffinati accostamenti texturali e cromatici.
ELEONORA E RAFFELE ROSSI E RUDY PULCINELLI
Più che al supporto l’elogio alla leggerezza di Eleonora Rossi è affidato al segno e alla tecnica. L’acquerello è sostanza eterea, dedita alla delicatezza e alla dissolvenza, attraverso cui l’artista presenta frammenti di corpi talvolta dichiaratamente erotici: lembi di sogni proibiti, visioni al tempo stesso familiari ed estranianti. Nella pittura propriamente detta ragiona e opera Raffaele Rossi, artista informale con una lunga esperienza in questo specifico settore. Da buon veneto la pittura è per lui colore e paesaggio. Per questo traduce il cielo in brandelli cromatici sospesi su sfondo magmatico, gli uni in aperto contrasto con gli altri. Immagini eteree che affiorano da paesaggi onirici.
Chiude la rassegna lo scultore Rudy Pulcinelli. Fili di ferro cotto e supporti in PVC rappresentano per l’occasione gli esili materiali attraverso cui inscenare la sua consueta messa in scena comunicativa. Mediante lo sregolato disporsi delle lettere dei sette alfabeti più diffusi, l’artista crea opere scultoree “leggere”, a parete o a tutto tondo, su cui la luce scivola piana senza determinare contrasti né attriti.
Un percorso ben allestito in cui trait d’union tra le opere è la delicatezza, il piacere di un segno artistico minimo, simile a voce sussurrata, capace di trasportare lo spettatore in una dimensione altra, fatta, per dirla con Shakespeare, “della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni”.
‒ Isabella Battista
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