PLAYLIST: il nuovo progetto culturale, gratuito e inclusivo di Arte Fiera Bologna
Sarà fruibile dal 21 al 24 gennaio 2021, la date in cui si sarebbe dovuta svolgere la manifestazione bolognese. Il direttore Simone Menegoi ci ha raccontato come è nata l’idea di questo progetto culturale, un omaggio alla fiera e al suo vasto pubblico.
PLAYLIST è la nuova iniziativa digitale di Arte Fiera Bologna, gratuita e fruibile dal 21 al 24 gennaio 2021. Sono i giorni in cui si sarebbe dovuta svolgere la fiera, che a causa della pandemia ha rinunciato per la prima volta all’evento in presenza dando appuntamento al suo pubblico direttamente nel 2022 (mantenendo le stesse date).
PLAYLIST IL PROGETTO DIGITALE DI ARTE FIERA BOLOGNA
PLAYLIST, basata sul concetto di “selezione a cura di” (come per le playlist di musica) è stata l’occasione per riunire in formato digitale contenuti culturali che raccontino di mostre d’arte moderna e contemporanea, proposte dalle gallerie che hanno partecipato ad Arte Fiera 2020 ma anche conversazioni, film, libri che parlano di arte del presente e del passato, di moda e design. I protagonisti di queste narrazioni, inoltre, non sono solo critici, curatori e artisti, ma anche personalità della cultura in generale: un regista, uno scrittore, un’esperta di editoria per ragazzi e una collezionista di moda. Cinque le sezioni proposte: In mostra, Zig zag fra le opere in compagnia di Stefano Arienti, realizzata in collaborazione con Istituzione Bologna Musei e con il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna; In sala, Visioni d’arte a 360°,con Fondazione Cineteca di Bologna; In libreria, Letture on demand,con Corraini Editore; In conversazione, Dialoghi a distanza, con Flash Art e infine In galleria, Una vetrina digitale per le gallerie, per raccontare le esposizioni attualmente allestite nelle sedi degli espositori della fiera. I contenuti saranno fruibili a questo link.
PLAYLIST: PROGETTO CULTURALE VS FIERA VIRTUALE
Nel 2020 abbiamo visto come dinamica consolidata, nel nostro paese e anche all’estero, quella di rimpiazzare la cancellazione delle fiere con vetrine virtuali e eventi online che spesso hanno, tuttavia, disatteso le aspettative. Dietro al progetto culturale PLAYLIST, c’è quindi una visione strategica ben precisa, che ci ha spiegato il direttore di Arte Fiera Bologna Simone Menegoi. “Fare una fiera digitale sarebbe stato un po’ come nuotare controcorrente. Abbiamo cercato di decidere che cosa ne sarebbe stato dell’edizione 2021 il prima possibile, per non tenere inutilmente in sospeso tutti coloro che vogliono partecipare all’evento o lavorano per realizzarlo. Già a novembre abbiamo annunciato la cancellazione di Arte Fiera Bologna”, racconta il direttore, raggiunto da Artribune. “In quel momento stavamo ancora raccogliendo le domande di partecipazione per un’eventuale fiera online. Ma avevamo l’impressione di una saturazione di questo formato, sempre più stancante e frustrante per tutti, sia per le gallerie, che comunque fanno uno sforzo di partecipazione spesso raccogliendo risultati molto modesti, che per i visitatori”.
LO SPIRITO DI PLAYLIST SECONDO SIMONE MENEGOI
“Nel momento in cui abbiamo deciso di non fare la fiera a gennaio 2021 non abbiamo neanche cercato delle date alternative, abbiamo dato appuntamento direttamente all’anno successivo. A qualcuno è sembrata una mossa troppo drastica all’inizio, eppure poco dopo miart ha annunciato il suo spostamento a settembre! Scegliere di andare al 2022 è stata da un lato una misura di prudenza, dall’altro siamo stati mossi anche dalla volontà di proseguire la tradizione di Arte Fiera, che da quarant’anni si svolge nelle stesse date. Ci è sembrato quindi vitale marcare quei giorni diffondendo un’iniziativa ad hoc”, prosegue Menegoi, spiegando nello specifico come, attraverso il progetto PLAYLIST, Arte Fiera abbia cercato un modo nuovo per mantenere i legami con le gallerie, principali interlocutori dell’evento. “Abbiamo puntato sull’offerta culturale e ci è sembrato imprescindibile includere le gallerie in questa iniziativa. Lo abbiamo fatto però con una modalità diversa, coinvolgendole su ciò che avviene all’interno delle loro sedi, che peraltro sono ancora visitabili dato che l’Emilia Romagna è attualmente in zona arancione. Il progetto ha come finalità ultima quella di invitare il pubblico ad andare a vedere le mostre nelle gallerie, piuttosto che inventarci cose come gli stand virtuali. Questo è il modo con cui abbiamo voluto che le gallerie fossero presenti all’interno della nostra iniziativa”.
– Giulia Ronchi
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati