Giorno della Memoria 2021. Le attività di musei e mondo della cultura
In occasione della giornata internazionale in ricordo delle vittime dell’Olocausto, sono numerose le iniziative online promosse da musei e fondazioni italiani per tenere viva la memoria. Ecco la nostra selezione
Nonostante la pandemia abbia arrestato gran parte delle attività del mondo della cultura, quest’ultimo ha deciso di rendere omaggio al Giorno della Memoria, ricorrenza celebrata il 27 gennaio di ogni anno in ricordo delle vittime dell’Olocausto, con una serie di appuntamenti online. Le testimonianze, gli approfondimenti tematici e il ricordo di alcuni personaggi illustri daranno modo al pubblico di guardare con maggior consapevolezza ad un tragico capitolo della storia che merita attenzione, soprattutto oggi. A questo proposito, Artribune ha deciso di segnalare alcune delle iniziative digitali più interessanti proposte da musei e fondazioni italiani.
– Valentina Muzi
LA TRIENNALE DI MILANO RENDE OMAGGIO ALL’ARCHITETTO ALESSANDRO RIMINI
In occasione del Giorno della Memoria la Triennale Milano dedica la sua programmazione digitale alla figura di Alessandro Rimini (Palermo, 1898 – Genova, 1976), architetto di origini ebraico-veneziane e “firma dell’architettura italiana e progettista di importanti infrastrutture per la cultura, la sanità e il terziario”, come spiega il Presidente di Triennale Milano Stefano Boeri. Per questa importante ricorrenza sono stati realizzati approfondimenti sul Magazine (triennale.org/magazine) e sul canale Instagram del Museo milanese. Questa iniziativa rappresenta il primo passo verso una cerimonia significativa, ovvero la consegna “a Liliana Rimini un diploma alla memoria del padre, con l’intervento di docenti e studiosi”, continua Boeri. “Le opere di Rimini sono state portate a termine nonostante i vili attacchi perpetrati dal regime nazifascista inconseguenza dell’attuazione delle leggi razziali. Questo riconoscimento da parte di Triennale è solo un piccolo gesto, ma doveroso, verso uno dei protagonisti, purtroppo non abbastanza ricordato, della migliore architettura italiana della prima metà del Novecento”. Era il 15 marzo 1944 quando, esaminando i danni provocati da una bomba incendiaria al Colosseo, l’architetto venne tradito da un collega e catturato dalle SS. Dopo un periodo di detenzione a San Vittore, Rimini venne mandato nel campo di concentramento di Fossoli per poi essere deportato ad Auschwitz. Alessandro Rimini, fortunatamente, riuscì a sfuggire fingendosi poliziotto, raggiungendo la propria famiglia nascosta poco lontano e celandosi dietro la falsa identità di pittore, tale Guido Lara, fino alla fine del conflitto. Nel Dopoguerra, veste nuovamente i panni di architetto tornando a Milano e dedicandosi ad una serie di lavori, tra cui in piazza San Babila, l’isolato di Palazzo Donini, progettato con Ponti, Fornaroli, Soncini e De Min, i cinema Rivoli, Ariston e Corso, la sede della Metro Goldwin Mayer in via Soperga. Infine, nel 1956 decise di rinunciare all’architettura, spostandosi a Rapallo, e dedicandosi così al disegno, alla pittura, al restauro e all’antiquariato.
DALL’ITALIA AD AUSCHWITZ, UNA MOSTRA ALLA FONDAZIONE MUSEO DELLA SHOAH DI ROMA
Dall’Italia ad Auschwitz è il titolo della mostra curata da Sara Berger e Marcello Pezzetti presso la Casina dei Vallati, la sede museale della Fondazione Museo della Shoah di Roma, che apre le sue porte virtuali proprio in occasione del Giorno della Memoria. La preview è prevista il 27 gennaio alle ore 15 sui canali social della Fondazione. La mostra intende raccontare la storia delle persone arrestate tra il 1943 e il 1944 nel territorio italiano e deportate ad Auschwitz-Birkenau: il percorso si apre con un’introduzione sulla storia del complesso concentrazionario polacco, dal 1940 al 1943, antecedente quindi all’arrivo dei prigionieri giunti dall’Italia, per poi passare al viaggio, dove appaiono i volti e i numeri di identificazione delle vittime. L’attenzione poi viene posta sulla “selezione all’arrivo”, all’avvio del famigerato omicidio sistematico di massa, per proseguire con i racconti concernenti l’immatricolazione, l’inserimento nel sistema di lavoro schiavista, fino alle degeneranti condizioni igienico-sanitarie nelle quali erano costretti a vivere. A caratterizzare la mostra anche una serie di disegni e dipinti realizzati nel Dopoguerra, documenti originali e oggetti personali delle vittime.
UOMINI DAL TRIANGOLO ROSA, IL GIORNALISTA GIOVANNI DALL’ORTO AL CENTRO PER L’ARTE CONTEMPORANEA LUIGI PECCI
Il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato invita il giornalista Giovanni Dall’Orto all’interno del format PECCI ON per Uomini dal triangolo rosa, una lezione dedicata alla discriminazione, persecuzione e sterminio degli omosessuali all’interno dei campi di concentramento, un capitolo storico poco conosciuto e che, oggi più che mai, necessita di un meritato approfondimento. Ma chi è Giovanni Dall’Orto? Giornalista, scrittore e militante del movimento gay sin dal 1976, Dall’Orto si è sempre occupato di storia, cultura e politica lavorando per mensili come Babilonia e Pride, nel quale ha vestito anche i panni di direttore. Tra le sue ultime pubblicazioni si ricordano Tutta un’altra storia. L’omosessualità dall’antichità al secondo dopoguerra (Sonzogno, 2015) e Italia arcobaleno. Luoghi, personaggi e itinerari storico culturali LGBT (Sonda, 2020). L’incontro potrà essere seguito in streaming sui canali Instagram Facebook del Centro Pecci.
UN VIDEOMAPPING SULLA STORIA DELLE PIETRE D’INCIAMPO SUL COMPLESSO DELLA PILOTTA DI PARMA
Per le ore 18 del 27 gennaio è previsto un suggestivo intervento di videomapping che cambierà il volto del Complesso della Pilotta di Parma, mettendo in luce le Pietre d’Inciampo e le innumerevoli storie che racchiudono. A promuovere l’operazione sono il Direttore della Pilotta, il dottor Simone Verde, e il Liceo Artistico Toschi nelle persone del Preside professor Roberto Pettenati e del professor Michele Gennari, docente di audiovisivi e referente del progetto del MIUR Proiettiamo sui muri la storia delle pietre d’inciampo. Quest’ultimo format è stato ideato da Serena Cecconi e Lidia Gattini, coinvolgendo anche l’Istituto di Istruzione Superiore Luigi di Savoia di Chieti come capofila, in rete con il Liceo Toschi di Parma e il Liceo Superiore Aldini Valeriani di Bologna. Ed è proprio in queste sedi che prenderà vita il videomapping: all’interno della dinamica proiezione lungo le superfici murarie del Complesso della Pilotta di Parma, tra parole, foto, video e immagini, si ricondurrà alla storia di uomini e donne di famiglie ebraiche o protagonisti della Resistenza, come Carolina Blum, della Famiglia Polizzi, di Ugo Franchini e di Sergio Barbieri. Ad affiancare queste pietre anche una serie di podcast realizzati traendo informazioni da foto e immagini di documenti raccolti dall’Istituto Storio della Resistenza e dall’Istituto Luce. Il materiale d’epoca rinvenuto è stato poi mixato con voci, musiche e rumori, inserendo nel montaggio anche alcune immagini del campo di concentramento di Gusen, assieme a riprese video delle pietre d’inciampo effettuate dagli studenti. Un progetto importante che ha dato modo alle giovani generazioni di confrontarsi con il passato. È possibile seguire il videomapping dalle ore 18 alle 21 sulla pagina Facebook della rivista degli studenti Zai.net.
IL GIORNO DELLA MEMORIA A FIRENZE
Apertura gratuita nel Giorno della Memoria, dalle 11 alle 19, per il Museo Novecento di Firenze, dove da pochi giorni è aperta al pubblico la mostra Henry Moore. Il disegno dello scultore. La ricorrenza sarà celebrata con due progetti; entrambi, seppur con modalità distinte, intendono focalizzare l’attenzione sull’orrore del milione e mezzo di bambini sottratti alla vita dall’Olocausto. Prima di varcare la soglia d’ingresso, i visitatori troveranno la nuova installazione luminosa del collettivo Claire Fontaine, terzo atto della collaborazione fra l’istituzione fiorentina e il duo artistico avviata in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne e proseguita con l’annuale F-light – Firenze Light Festival. Sotto alla targa che commemora la partenza nel 1944 di centinaia di detenuti politici dall’edificio oggi sede del museo verso la Germania, è stata posizionata l’opera a led Pitchipoi. L’intervento riproduce una parola yiddish associata a un’immaginaria località in cui gli ebrei credevano di essere diretti: un vocabolo di invenzione, coniato per esorcizzare la paura del sinistro destino che li attendeva. Il riferimento all’infanzia si fa più compiuto ed esplicito nel film Manni, che sarà proiettato in loop per l’intero Giorno della Memoria in una sala del museo. Diretto da Riccardo Iacopino, è la toccante ricostruzione della breve esistenza di Manfred Buchaster, detto Manni, un bambino nato nel 1938 che dopo la forzata separazione dalla famiglia d’origine, di passaggio in Italia durante la propria fuga dalla Germania nazista verso la Palestina, venne arrestato nel 1943. Lo scrittore Giorgio van Straten, neo Presidente della Fondazione Alinari per la fotografia e narratore del film, si è messo sulle sue tracce, riuscendo a ricostruirne parzialmente la vicenda umana: una storia, quella di Manni, scelta come esempio delle tante esistenze di minori vittime della Shoah. Un progetto, dunque, che unisce “da un lato la terribile discrepanza tra la fiabesca e magica parola yiddish Pitchipoi ed il male assoluto che essa rappresentava, dall’altra la straziante vicenda di Manni che come centinaia di bambini ha conosciuto l’orrore dell’Olocausto ed è scomparso senza poter raccontare la sua tragedia. Sta a noi il compito di ricordare, non per esorcizzare, ma per annientare ogni possibile rigurgito di quella violenza disumana che furono il nazismo e il fascismo”, ha dichiarato il direttore artistico Sergio Risaliti. Infine, oltre all’evento digitale condotto da Marco Salvucci previsto per il 27 gennaio e dedicato al Memoriale italiano di Auschwitz, il monumentale intervento installativo realizzato su impulso dell’Aned – Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti sarà visitabile gratuitamente nella giornata di venerdì 29 gennaio, previa prenotazione obbligatoria a [email protected]. (Valentina Silvestrini)
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