Muore a Bergamo a 90 anni Pepi Merisio, il fotografo del Papa e della gente comune
È scomparso a Bergamo all’età di 90 anni Pepi Merisio, autore attento alle condizioni di vita dell’Italia rurale degli anni ‘50/’60 e di un celebre reportage dedicato a Paolo VI, colto nella sua umanità quotidiana
È scomparso il 3 febbraio, nella sua amata Bergamo, all’età di 90 anni il fotografo Pepi Merisio, autore attento alle condizioni di vita delle popolazioni disagiate dell’Italia degli anni ‘50/‘60, e testimone di grandi trasformazioni economiche e sociali a partire proprio da quella città. “Per me Bergamo è stata una scoperta molto importante che mi ha fatto capire tante cose dell’Italia, dei vecchi borghi, delle vecchie costruzioni. La vita della gente di allora, che non è quella di oggi, era una vita tranquilla nell’indigenza, tutti avevano il pane da mangiare. Per me Bergamo è stata l’inizio di tutto il mio lavoro che poi ho allargato al resto d’Italia”, raccontava Merisio durante un’intervista realizzata nel 2018 in occasione dell’apertura del nuovo Museo della fotografia Sestini, che conserva lo sterminato Archivio del fotografo: 252mila diapositive, 165mila negativi su pellicola e 154mila stampe che documentano il territorio di Bergamo e provincia e il paesaggio italiano lungo il ‘900.
CHI È PEPI MERISIO
Nato nel 1931 a Caravaggio, nella Bergamasca dove sorge il celebre Santuario di Santa Maria del Fonte, Pepi Merisio (diminutivo di Giuseppe) inizia a occuparsi di fotografia come autodidatta nel 1947, progressivamente diventa protagonista del mondo amatoriale degli Anni Cinquanta. Nel 1956 avvia la sua collaborazione con il Touring Club Italiano e in seguito con numerose riviste, tra cui Camera, Du, Réalité, Photo Maxima, Pirelli, Look, Famiglia Cristiana, Stern, Paris – Mach. Nel 1962 passa al professionismo e l’anno seguente entra nello staff di Epoca grazie al suo reportage, pubblicato sulla rivista di Zurigo Du, In morte dello zio Angelo: straordinari scatti ispirati dalla tendenza del Neorealismo allora in atto e che segnano la sua affermazione a livello internazionale.
PEPI MERISIO: LA CARRIERA
Il famoso settimanale gli commissiona, così, il celebre servizio Una giornata col Papa, dedicato a Paolo VI che pubblica nel 1964, quando il concilio ecumenico Vaticano II, indetto da Papa Giovanni XXIII, aperto nell’ottobre del 1962 e protrattosi per più di due anni, volge ormai al suo termine, imprimendo una svolta alla presenza della Chiesa nel mondo moderno, invitata a scendere dal piedistallo e a farsi più vicina al sentire comune. Tutto questo traspare nel reportage che presenta l’umanità del Papa e il suo “carattere unico”. Caposaldo della sua attività di narratore per immagini è poi l’opera Terra di Bergamo in tre volumi, edita nel 1969 per il centenario della Banca Popolare di Bergamo e, più recentemente, Terra amata. Fotografie 1952-2015. Il libro, pubblicato da Contrasto nel 2016, presenta per la prima volta un’ampia selezione di oltre sessanta anni di attività di Pepi Merisio, accompagnato dai testi di Cesare Colombo, Roberto Koch, F. Scianna, dello stesso Merisio e del curatore Giovanni Gazzaneo che così scrive: “Il suo è un canto all’umanità fatto di immagini che colgono l’amore, il lavoro, l’amicizia, il gioco, l’attesa, la gioia, la preghiera. Un canto di terra e cielo, vita e morte. Ecco il segreto di Merisio: la capacità di raccogliere gli estremi (e quindi il tutto) in uno sguardo”.
-Claudia Giraud
https://www.youtube.com/watch?v=KxKhNFilhyg
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