L’addio del bentornato: gli Anni Settanta dell’arte a Milano

A Palazzo Reale, una mostra gratuita rievoca un decennio fondamentale per la scena dell'arte meneghina. Tra Agnetti e Kaprow, Mendini e Boetti, Masotti e Christo, gli Anni Settanta celebrano una Milano creatrice. Ne abbiamo parlato con Francesco Bonami e Paola Nicolin.

30 maggio 2012. A Palazzo Reale inaugura Addio Anni 70. Arte a Milano 1969-1980. Un percorso che re-interpreta il sistema dell’arte a Milano e la sua peculiare vitalità artistica. La mostra, interamente gratuita per il pubblico, è allestita all’interno di 2.500 mq espositivi e comprende 60 artisti rappresentati attraverso dipinti, sculture, fotografie, video e film, installazioni, documentazioni video e sonore legate ad azioni irripetibili come performance, happening, concerti, spettacoli teatrali e di teatro danza. Da non dimenticare l’allestimento di una folta selezione di materiale editoriale, proveniente da archivi privati e pubblici.
La comunità culturale della Milano Anni Settanta, dunque, torna per il tempo di un addio, tra Baj, Fo, Mulas, Berengo Gardin e Basilico; tra installazioni di Mauri, Fabro e Luise Nevelson, per mostrare le sculture di Arnaldo Pomodoro, ai progetti di Christo e alla biro su carta di Boetti.
In anteprima, Artribune incontra i due curatori di Addio Anni 70. Arte a Milano 1969-1980, Francesco Bonami e Paola Nicolin, per analizzare in profondità le scelte del percorso.

026 MIMMO ROTELLA Attacco L'addio del bentornato: gli Anni Settanta dell'arte a Milano

Mimmo Rotella - Attacco - 1979 - Collezione Fondazione Mimmo Rotella, Milano

Perché, oggi, organizzare una mostra interamente dedicata agli Anni Settanta di Milano? In che senso è arrivato il momento di usare la parola addio?
Primo perché siamo a Milano, secondo perché Milano è stata il palcoscenico principale della violenza e contemporaneamente l’incubatore della creatività degli Anni Ottanta e la conseguente rimozione artificiosa e artificiale degli Anni Settanta. Milano in quel decennio è stata una metropoli in divenire, un teatro del tutto “normale” di azioni irripetibili, passioni irregolari e vibranti di un realismo mai più raggiunto e un centro propulsore di idee e pensiero di respiro internazionale. Addio perché è arrivato il momento di assimilare una volta per tutte quel traumatico periodo e guardare avanti. Addio è un saluto consapevole e insieme uno sguardo su territori ancora inesplorati, su figure irregolari il cui lavoro di sconcertante attualità è un ulteriore invito a conoscere e produrre.

In che modo i fattori storico-politici hanno influenzato la comunità creativa degli Anni Settanta a Milano e quali connotati unici le hanno impresso?
È la vita e il lavoro degli artisti a fare da lente d’ingrandimento di storia e politica come tali. La voce dell’artista è al centro e, ascoltando la sua voce, i fattori storico-politici diventano più semplicemente la vita di tutti i giorni. Più che una questione di influenze, si tratta di una questione di esistenze: in fondo l’arte è uno strumento di espressione della realtà e insieme un modo per cambiarla.

007 BOETTI Gli anni settanta L'addio del bentornato: gli Anni Settanta dell'arte a Milano

Alighiero Boetti - Gli anni settanta - 1973 - Collezione Consolandi, Milano

Quali artisti rappresentano oggi massimamente quel decennio e dunque quali tipologie di opere vedremo in mostra a Palazzo Reale?
Tantissimi: si parte da Spagnulo e si arriva a Testori, da Mulas a Mendini, Fabro, Dadamaino, Nanni Balestrini, i Becher, Claudio Costa, Carla Cerati, Vincenzo Agnetti, Daniel Spoerri e moltissimi altri…

A vostro parere, quale elemento fondamentale univa la comunità di autori, editori, galleristi e artisti a Milano, portando al formarsi di ampie intersezioni fra tutte le arti visive?
La dimensione urbana metropolitana che rendeva Milano l’unica città italiana europea.

Quale sarà, dunque, il futuro degli Anni Settanta?
Addio significa che è ora di trasformare in storia quello che finora è stato un peso. L’Italia di oggi deve capire che gli Anni Settanta sono ancora influenti, ma non hanno più futuro e la loro forza è nella memoria. E la capacità di rielaborare la memoria è forse il primo passo per avere un futuro.

Ginevra Bria

Milano // fino al 2 settembre 2012
Addio Anni ’70. Arte a Milano 1969-1980
a cura di Francesco Bonami e Paola Nicolin
PALAZZO REALE
Piazza del Duomo 12
www.comune.milano.it/palazzoreale/

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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