Murate Art District per Black History Month Florence 2021

Informazioni Evento

Luogo
MURATE ART DISTRICT
Piazza delle Murate, Firenze, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

il mercoledì e il giovedì (dalle 14:30 alle 19:30)

Vernissage
10/02/2021
Generi
arte contemporanea

Due mostre inedite e un progetto di ricerca negli spazi di MAD rinnovano la collaborazione
tra il festival co-promosso dal Comune di Firenze e il distretto per l’arte contemporanea

Comunicato stampa

Si rinnova anche quest’anno la collaborazione tra Murate Art District e Black History Month Florence che nel 2021 vede il distretto diretto da Valentina Gensini ospitare due mostre – “Gettare il sasso e nascondere la mano” e “The Isle of Venus” - e il progetto “Black Archive Alliance”, una residenza permanente che vedrà il vasto archivio del Black History Month Florence prendere casa negli spazi di MAD. Gli appuntamenti in programma alle Murate - co-prodotti da Murate Art District - sono aperti al pubblico il mercoledì e il giovedì (dalle 14:30 alle 19:30) fino al 28 febbraio 2021, in concomitanza con il ricco calendario di eventi del festival co-fondato e diretto da Justin Randolph Thompson e co-promosso dal Comune di Firenze.

La prima mostra in programma al Murate Art District è “Gettare il Sasso e nascondere la mano”, collettiva ospitata nelle celle dell’ex carcere fiorentino e dedicata agli artisti della prima edizione della YGBI Research Residency, sviluppata in collaborazione con OCAD e The Student Hotel nel febbraio 2020 sotto la guida di Andrea Fatona e Leaf Jerlefia. La residenza riflette su spazi di non-performatività, sulla collettività e sulla nozione di diaspora. Riunendo cinque artisti afrodiscendenti di età inferiore ai 35 anni - Binta Diaw, Francis Offman, Victor Fotso Nyie, Raziel Perin e Emmanuel Yoro - e residenti in Italia, la mostra progettata per le celle di Murate Art District abbraccia una serie di narrazioni che collegano la spiritualità all'educazione, alla storia coloniale e la sua materialità all'attivismo storico. Il titolo “Gettare il sasso e nascondere la mano” si rifà alla frase pronunciata da Cécile Kyenge - ex ministro per l’integrazione della Repubblica italiana - per descrivere il futile tentativo di rinnegare la responsabilità di una violenza sfacciata e intenzionale. Il progetto nasce sulla scia di una serie di mostre personali che si sono svolte presso il Museo MA*GA di Gallarate nell'ambito del progetto di ricerca “The Recovery Plan” che è stato messo in pausa dalla seconda fase di serrate museali causate dall’emergenza Covid-19 nell'autunno 2020 ed è accompagnato da cinque volumi monografici on line ciascuno dedicato ad uno degli artisti coinvolti.

Il secondo appuntamento espositivo è invece quello con “The Isle of Venus”, mostra che vede realizzata nella Sala Anna Banti, al primo piano del complesso, una grande installazione site-specific dell’artista Kiluanji Kia Henda (rappresentante dell’Angola alla Biennale di Venezia del 2007 e più di recente vincitore del Frieze Artist Award nel 2017). L’esposizione, a cura di BHMF in collaborazione con MAD Murate Art District è una meditazione sulla miopia sociopsicologica prodotta dalla trasformazione delle città storiche in siti museali tematici, ancorati al romanticismo del Rinascimento o al fascino grintoso del medievale. Parte integrante di questa patina è l'allontanamento di tutte le realtà non allineate, capaci invece di rappresentare una lettura “altra”, critica e in perenne ricerca, rispetto al contesto.

Nell’emeroteca al piano terra prende invece residenza “Black Archive Alliance”, progetto di ricerca avviato alle Murate nel 2018 che raccoglie le testimonianze delle popolazioni e della diaspora dal continente africano raccolte negli archivi e nelle collezioni pubbliche e private italiane. Il grande archivio Black, che avrà a MAD la sua residenza permanente, riunisce il lavoro svolto dal 2018 ad oggi. Quest’anno in particolare, le ricerche del “Black Archive Alliance” hanno visto un gruppo di cinque ricercatori afrodiscendenti lavorare in tandem con gli artisti della prima edizione YGBI Research Residency (Binta Diaw, Francis Offman, Victor Fotso Nyie, Raziel Perin e Emmanuel Yoro). Attraverso un approccio sperimentale basato sul dialogo e lo scambio, hanno esplorato archivi tangibili e intangibili radicati in Italia. Fornendo una contestualizzazione e una più ampia riflessione sulle opere d'arte prodotte dai membri di YGBI, il progetto intende riflettere su modalità alternative di attivare e presentare la ricerca basata sugli archivi, al di là della sfera accademica. I testi integrali prodotti dai ricercatori, sviluppati in collaborazione con Archive Books, saranno inseriti nell'ultima pubblicazione di Archive Journal che sarà presentata il 24 febbraio alle ore 17.