Le Storie della Vera Croce. Luigi Presicce a Roma
Il Mattatoio di Roma riapre al pubblico con il progetto “Le Storie della Vera Croce”, un’unica grande opera esposta per la prima volta nella sua totalità firmata da Luigi Antonio Presicce, a cura di Angel Moya Garcia.
Con Le Storie della Vera Croce di Luigi Presicce (Porto Cesareo, 1976) si aggiunge un altro tassello al vasto programma triennale, Dispositivi Sensibili, ideato da Angel Moya Garcia per il Mattatoio di Roma. L’intento del nuovo palinsesto espositivo del Padiglione 9B è quello di far convergere i metodi, le estetiche e le pratiche delle arti visive e delle arti performative attraverso una modalità di presentazione in continuo divenire. A tal proposito, il ciclo di dieci episodi firmati dall’artista pugliese ‒ esposti per la prima volta nella loro totalità ‒ diventa anch’esso un dispositivo nel quale viene volutamente alternata la rappresentazione delle performance in formato video con una maniacale ricerca sulla pittura. Insomma, nell’oscurità dell’ex compound romano, tra citazioni e rimandi, il pubblico cerca di districarsi e di trovare la propria strada in un retaggio storico-culturale dai contorni ormai nebulosi.
LE STORIE DELLA VERA CROCE DI PRESICCE
Se è vero che la storia dell’umanità è stata costellata da conflitti, basati su motivazioni religiose, politiche, culturali ed economiche, è altrettanto vero che la storia contemporanea non riesce a svincolarsi da queste problematiche che, ciclicamente, riemergono con impeto. Quindi, alla luce dei tempi incerti nei quali viviamo, Presicce squarcia gli ampi spazi del Padiglione 9B con il progetto Le Storie della Vera Croce (iniziato nel 2012 e ampliato nei mesi scorsi con il programma di residenza Prender -si cura proprio al Mattatoio), invitando il pubblico a fare attenzione alla storia e a costruirsi il proprio percorso attraverso una composizione estetica indagata con minuziosa ossessione. Mentre si attraversa il grande corridoio, si alternano dieci diversi video formati da diciotto performance, a comporre una grande opera unica in cui la pittura diventa il punto nevralgico di tutto l’impianto espositivo. Infatti, il progetto trae ispirazione dalle omonime vicende del Sacro Legno tratte da La Legenda Aurea di Jacopo da Varagine e dalla Sacra Bibbia, gli stessi cardini letterari a cui si sono rivolti in passato anche Agnolo Gaddi e Piero della Francesca realizzando due dei massimi cicli pittorici dell’arte italiana del Trecento e del Quattrocento. Ed è proprio dai video che si evince un’accurata impostazione dell’immagine, un’estrema attenzione ai dettagli nonché un bilanciato accostamento cromatico, dove vengono mixati parallelamente episodi della storia del Sacro Legno con avvenimenti, personaggi storici e contemporanei, simbologie alchemiche ed esoteriche, creando scenari tanto immaginari quanto capaci di far entrare l’osservatore nel vivo della narrazione.
LE STORIE DELLA VERA CROCE: NON SOLO UNA MOSTRA
Questa profonda e intrigante mostra si dilata ulteriormente con lo sviluppo di un public program ideato proprio dall’artista in cui una serie di tableaux vivants, incontri di approfondimento, una rassegna cinematografica e giornate dedicate ‒ in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Roma ‒ si intrecciano. Ovviamente, come ben sappiamo, il calendario delle diverse attività è soggetto a variazioni date dalla situazione sanitaria e alle normative vigenti, ragion per cui è consigliabile informarsi e consultare gli appuntamenti direttamente sul sito del Mattatoio.
‒ Valentina Muzi
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati