Covid. Muore a Napoli a 86 anni lo scultore Luigi Mazzella
Allievo di Ennio Tomai di cui fu assistente di bottega, Mazzella è scomparso a causa di complicanze dovute al Coronavirus. Il suo studio nella Villa Haas diventerà un centro dedicato ai giovani artisti
È morto a Napoli a 86 anni Luigi Mazzella, scultore e pittore allievo di Ennio Tomai che nel capoluogo campano, città in cui è nato, portava avanti la sua attività di artista, nella Villa Haas al Vomero. Mazzella, ennesima vittima del Coronavirus, è morto all’ospedale Cotugno, dove era ricoverato. Il suo atelier, per volontà dei figli, diventerà un centro dedicato ai giovani artisti della città: “l’atelier Mazzella diventerà la fondazione Luigi Mazzella nella Villa Haas che fu la villa del Cardinale Ruffo, uno studio caratterizzato da architettura settecentesca con volte murarie dove è passato il mondo della critica e dell’arte. Lì sono nate le creazioni di Luigi Mazzella e del suo maestro Ennio Tomai”, ha reso noto la famiglia dell’artista.
VITA E ARTE DI LUIGI MAZZELLA
Nato a Napoli nel 1936, Luigi Mazzella ha studiato all’Istituto d’arte del capoluogo campano per poi diventare allievo di bottega dello scultore Ennio Tomai e docente all’Istituto d’arte Palizzi. Fortemente legato al territorio, le sue sculture in metallo coniugano spiritualità, tradizione e linguaggi propri delle correnti contemporanee: “arte figurativa, sottratta a modelli ormai esauriti negli stessi originali, e riproposta con il rifiuto di ogni compiacimento descrittivo, alla luce di una sensibilità moderna e in linea con le grandi esperienze delle avanguardie”, scrive Nino d’Antonio nel catalogo Luigi Mazzella. Arte Sacra 1960-2010. “Una figurazione asciutta, senza orpelli e senza cedimenti, tesa a una rappresentazione essenziale, in grado di restituirci con immediatezza, attraverso la forza dell’immagine, l’intensità del racconto. Luigi Mazzella si muove da sempre in questa scia. Le sue opere traducono appieno una nuova figurazione, che è il risultato al tempo stesso di una straordinaria capacità di sintesi ma anche di un antico e sapiente “mestiere”. Un requisito, ma direi un patrimonio prezioso, affinato prima nel corso di un lungo e paziente apprendistato (nel caso di Luigi affianco a Tomai, in quello studio che oggi è la sua fucina), e poi lungo una ricerca assidua e tormentata, che non ha conosciuto pause e deviazioni”. Nel 2016, in onore di Ennio Tomai e con il patrocinio del Comune di Napoli, Mazzella ha installato in Piazza Ferdinando Fuga un monumento permanente in bronzo.
LUIGI MAZZELLA SECONDO PALMA BUCARELLI E GIULIO CARLO ARGAN
“Tecnico espertissimo, Luigi Mazzella porta nella scultura contemporanea il senso dell’originaria necessità del lavoro plastico, inteso anche come qualità del mestiere”, scriveva la critica d’arte Palma Bucarelli. “Tutte le materie lo attraggono: dai metalli – bronzo, ferro, argento, piombo – al legno, al marmo, alla pietra. E questo amore per la materia nasce sia dalla sua natura che dall’antica tradizione di Napoli, nonché dall’educazione dei suoi maestri. Scultore nato, opera con un senso profondo del peso, del volume e della massa, il tutto alleggerito da una spinta creativa e mistica, che rappresenta il carattere distintivo della sua personalità di artista”.
“In quel carissimo resto dell’antica e bellissima Napoli, di cui rimane solo il rimpianto e un lontano ricordo, chiunque si aspetterebbe di trovare gli ultimi rappresentanti di una tradizione artistica napoletana, mai volgare ma spesso vernacola: c’è, invece uno dei focolari più genuini, non dirò dell’avanguardia (che non esiste più) ma della più avanzata e aggiornata cultura artistica napoletana”, scriveva Giulio Carlo Argan. “Mi ha colpito la ricerca di Luigi che lavora a sbalzo grosse lastre di piombo, realizzando anche pregevoli opere sacre. È un’arte quella dello sbalzo che non ha più seguaci. Un vero peccato”.
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